comunicazione non verbale bambino

La comunicazione non verbale nel bambino

Ogni persona ha un suo modo di esprimersi aldilà delle parole. Ecco come riconoscere la comunicazione non verbale nel bambino

La comunicazione non verbale si compone di tutti i frammenti e gli elementi di comunicazione che vanno oltre le parole utilizzate o i toni e che si avvale dei sensi non collegati direttamente alla comunicazione verbale interpretando ad esempio gesti, sguardi ed espressioni facciali. La comunicazione non verbale nel bambino è un argomento particolarmente complesso che merita di essere approfondito perché i bambini trasmettono costantemente alcuni segnali importanti che vanno interpretati e individuati correttamente per aiutarli ad esprimersi. Nessun bambino è uguale a un altro, e questo chiaramente vale anche per i genitori, quindi bisogna mantenere un approccio particolarmente flessibile, ma ci sono alcuni errori comuni da evitare e alcuni consigli generici da tenere a mente.

L’occorrente

  • Pazienza
  • Creatività

L’ambiente circostante

Lo studio della comunicazione non verbale parte dall’analisi di alcuni elementi comunicativi che aiutano i bimbi a esprimersi al di là di quello che possono dire (quando hanno imparato a parlare) e come possono dirlo usando la propria voce. Si parla di tutti i feedback che ricevono ed elaborano dal mondo esterno. Si tratta ad esempio delle condizioni ambientali e le caratteristiche delle persone con cui il bambino vuol comunicare. I bambini tendono a comunicare in maniera differente se ad esempio si trovano in ambienti e con persone familiari o se si trovano in presenza di sconosciuti. In tutti i casi è fondamentale una reciproca interazione, che può essere aiutata da ambienti di gioco luminosi e colorati e contatto fisico.

La ripetizione e imitazione

Anche se il loro modo di comunicare evolve con il passare del tempo e in base al contesto e all’ambiente in cui crescono, i bambini tendono molto a comunicare tramite ripetizione e imitazione di quello che vedono fare e quel che sentono dire. I bambini interpretano la nostra soglia di attenzione, i messaggi al subconscio che inviamo e i gesti e le movenze che possiamo utilizzare facendole proprie e ripetendole, anche quando ancora non hanno imparato a capirne il significato. Per questo diventa importante analizzare ogni gesto e ogni azione comunicativa non verbale che riconosciamo familiare e che vediamo, anche andando oltre l’immediato significato che potremmo dargli. Questo perché, appunto, a volte i bambini prima ripetono, e solo più tardi apprendono. Diventa quindi fondamentale essere ben consapevoli di quel che si fa, cercando di controllare, per quanto possibile, la nostra comunicazione verbale rendendola “positiva”.

L’espressione attraverso disegni e forme artistiche

Il disegno e la scrittura sono altre due importantissime forme di comunicazione non verbale che i bambini utilizzano spesso. Occorre sempre prestare attenzione ai loro disegni e alle forme d’espressione, da espressioni musicali fino a costruzioni anche con i LEGO per esempio (gli esempi sono infiniti), e soprattutto all’enfasi che ci mettono nel realizzarli. Alcuni bambini ballano, o almeno ci provano, muovendosi seguendo un ritmo che a volte è nella loro mente. Altri cantano, altri disegnano, altri usano i giochi e così via. Quel che a noi sembra uno scarabocchio, è sicuramente molto di più per il bambino ed è compito nostro cercare di capire. Prestiamo attenzione a come si muovono e come si esprimono mentre disegnano o giocano, sempre senza invadere i loro spazi, e cerchiamo di capire come e quali stimoli esterni possano influenzare la loro comunicazione e il loro umore.

Il ruolo fondamentale dei genitori

Uno degli errori fondamentali e comuni da evitare è quello di delegare la comunicazione e l’apprendimento dei bambini agli insegnanti oppure a TV e social media. Serve una doverosa premessa: i bambini cresceranno sempre con infiniti input esterni provenienti dall’ambienti che frequentano fuori da casa (asilo, scuola, etc) e da mezzi di comunicazione moderni come la televisione e i social media, questo è inevitabile. Tuttavia, questo detto, bisogna sempre ricordare che i genitori sono e rimangono sempre la bussola per la crescita e l’apprendimento del bambino. Il compito è quello di vidimare, correggere e tenere sotto controllo tutti gli input del mondo esterno, aggiungendo ovviamente i propri. Se la scuola, gli insegnanti, gli altri bambini e i social media sono delle luci, i genitori sono e rimangono il faro.

Consigli

  • Valutiamo la possibilità di un aiuto psicologico, se necessario
  • Non “deleghiamo” la comunicazione alla TV o ai social
  • Lasciamo loro spazio e possibilità di esprimersi
  • Non diamo per scontato il significato dei loro gesti
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