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Marte Alexander, mamma campionessa

  • 16 01 2012

Un' intervista a Marte Alexander, campionessa di basket, membro della Nazionale italiana di basket e mamma del piccolo Anthony.

Marte Alexander, la chiamata in Nazionale

Marte, da marzo 2009 giochi nella nazionale italiana femminile di basket, eppure eri diventata da poco mamma del piccolo Anthony. Ci racconti come è andata?
Certo, quando Anthony aveva appena cinque mesi e ancora lo allattavo, mi hanno chiamata per giocare in Nazionale. Non sapevo cosa fare perché la voglia di giocare era tantissima, si realizzava il sogno della Nazionale, ma avevo un bambino piccolissimo e volevo occuparmi anche di lui. La spinta me l’hanno data proprio mio marito e i miei suoceri, convincendomi a non abbandonare il mio sogno.

Marte Alexander, in raduno con il bambino

Dopo la chiamata in Nazionale, hai accettato ed hai partecipato al raduno delle giocatrici di giugno, come ti sei organizzata?
Grazie alla disponibilità della Nazionale, mentre le altre giocatrici avevano stanze doppie, a me è stata assegnata una stanza tripla, da condividere con mio marito ed il piccolo Anthony e così potermi allenare ed allattare. Non mi sentivo proprio di lasciare mio figlio. Credo che sia è stata la prima volta che una mamma ha giocato in nazionale portando agli allenamenti il proprio bambino.

Marte Alexander, mio marito

Che ruolo ha avuto tuo marito in questa storia?
In questa storia, mio marito ha giocato un ruolo fondamentale. E’ lui che mi sostiene, mi incoraggia e soprattutto si occupa di Anthony quando io non posso farlo. Anche lui era giocatore di basket come me e può capirmi bene. Ha fatto il “mammo” da subito. Ha sempre voluto far tutto. Non è un uomo tradizionale, si occupa di tutto, mi aiuta. Senza di lui non avrei mai potuto giocare in nazionale. La loro spinta mi ha aiutato moltissimo. E’ stato un lavoro di famiglia.

Marte Alexander, giocare con il pancione

Quando sei rimasta incinta come hai fatto?
Quando sono rimasta incinta stavo facendo le partite di play–off. Ho continuato a giocare nelle prime quattro settimane di gravidanza, d’accordo con il ginecologo. Non ho detto niente agli altri perché non volevo che nessuno avesse particolari cautele. Quando ho finito le partite di play-off, alla quarta settimana di gravidanza, mi sono fermata fino a dopo la nascita del bambino.

Marte Alexander, allattare e giocare

Dopo la nascita di tuo figlio hai continuato a giocare e ad allattarlo, al tempo stesso?
Ho ripreso a giocare dopo alcuni mesi dalla nascita di Anthony e l’ho allattato fino ai cinque, sei mesi circa. Usavo come tutte le mamme un reggiseno sportivo ma con le coppette per l’assorbimento del latte e delle volte le coppette erano piene di latte mentre giocavo. Allattavo anche durante il raduno di giugno, poi ho smesso perché, quando allatti giocando, è dura fare entrambe le cose.

Marte Alexander, giocare ed essere mamma

Insomma, è stato facile fare la mamma e giocare a basket al tuo livello?
Il bimbo è nato in campo. Praticamente. E’ stata dura per me riprendermi dalla maternità e lavorare. Il basket è uno sport faticoso, ma la spinta della Nazionale è stata fortissima da farmi vincere tutte le fatiche e preoccupazioni e fare sia la mamma che la giocatrice.

Marte Alexander, nonni e baby-sitter

Come ti organizzi per conciliare famiglia e lavoro?
Adesso che mio figlio è un poco più grande, abito a Faenza con lui. Per giocare mi avvalgo di una baby-sitter, e dell’aiuto degli amici. La mia famiglia di origine abita a Los Angeles e non può aiutarmi. Cerco di gestirmi lavoro e famiglia nel miglior modo possibile ma non nascondo che è faticoso. L’aiuto di mio marito e dei miei suoceri resta fondamentale per riuscire a fare tutto.

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