Per fortuna il mio freezer è stipato di polpette al sugo… Come tante altre donne, ho un lavoro precario che faccio da casa. Così seguo di più i ragazzi e risparmio sulla baby sitter. Offro colazioni a destra e manca a chi mi copre se ho un imprevisto e ritardo a prendere i miei figli all’uscita di scuola. Ma non è poi questa la vita di ogni mamma, anche con marito?
«Quando la tua storia d’amore è esaurita, separarsi è un rilancio di energia» sottolinea sempre la mia amica Martina, 40 anni, due bambine di 8 e di 4, separata di fresco. La domenica al telefono proviamo a capire come “allinearci” tra noi spaiate e organizzare il pranzo. «Pasta al forno e pollo arrosto, venite tutti da me: da soli è triste». Ha ragione la sociologa Elisabetta Ruspini dell’università Bicocca di Milano quando dice: «Oggi possiamo scegliere la forma di famiglia che vogliamo». E concordo anche quando sostiene che ciò che ci serve davvero, con un compagno o senza, è «lavoro, reddito, più welfare, politiche di conciliazione, padri attivi, dentro casa o fuori». Perché, ammettiamolo, l’aiuto non basta mai, anche quando un marito ce l’hai. Figuriamoci senza.
«Ho l’emicrania, porti i bambini in piscina?». «Sono bloccata in tangenziale, vai tu dal pediatra?». «È saltato il decoder e non possono vedere i cartoni, aiuto!». Se succedono queste cose, sei sempre sola. Prima pensavo che sarebbe stato un sogno avere una rete tra noi “scoppiati”. Ma adesso ce ne sono tante. Per esempio, Giuditta Pasotto, 34 anni, ex pubblicitaria, due bambini a carico, ha creato Gengle.it, sintesi di genitori e single: un social network per conoscersi,darsi una mano e divertirsi. In 5 mesi, 6.000 iscritti. Più una. Io. Felice di aver trovato la mia nuova amica gengle Flaminia, che mi tiene i ragazzi alle 5 del pomeriggio del venerdì, quando vado in palestra.