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Imparare l’inglese dopo i 40 anni con il Globish

Spesso l'inglese si è studiato solo a scuola, poco e male. Ma può essere importante anche da adulti, specie per le donne e dopo i 40 anni. Il Globish può aiutare: cos'è e come funziona

Non è mai troppo tardi per imparare l’inglese quando non si è più ragazzi, dopo i 40 anni, anche a 50 anni. Proprio l’inglese è entrato a far parte della nostra vita di tutti i giorni, sia per chi studia e lavora, sia per chi semplicemente si cimenta in una serie di definizioni che vanno dal cibo all’abbigliamento, ai social più comuni come Instagram, WhatsApp o Facebook.

Globish: la lingua mondiale

E allora che fare? Imparare da soli può risultare più difficile, ma la buona notizia è che non occorre avere un vocabolario infinito di termini da conoscere per poter comunicare: è sufficiente imparare il Globish, ossia la lingua mondiale per influencer, content creator e non solo (termini inglesi, appunto!), che conta su solo 1.500 parole, come ben sa la English Coach Monica Perna. «L’85% delle persone con le quali ho a che fare e a cui insegno come imparare l’inglese è donna e si cimenta in questa avventura per motivi di lavoro. Nella maggior parte dei casi è un modo per ritagliarsi uno spazio per sé o prendersi una rivincita come alle molte donne che ho conosciuto e che, dopo tanto tempo dedicato alla famiglia, si tolgono una soddisfazione. C’è chi lo fa iscrivendosi in palestra e chi imparando l’inglese da non più giovanissima» ci spiega da Dubai, dove l’abbiamo raggiunta per farci svelare tutti i trucchi per imparare anche da over 40, 50 e 60.

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Per chi è Globish

Come detto, ma prima buona notizia è che oggi si può contare sul Globish, un inglese globale, con il quale si può comunicare in modo efficace e senza dover pensare di imparare migliaia di parole in inglese: «A me piace considerarlo come una chiave che ci permette di aprire molte porte, di avere l’accesso a un mondo ormai globalizzato, anche se non si ha necessità di effettuare viaggi di lavoro», premette Monica Perna. È sufficiente pensare all’idea di partire per una vacanza all’estero che, ora che i confini sono riaperti dopo oltre due anni di pandemia, «significa anche solo poter viaggiare in Europa o nel mondo e prenotare un hotel in un altro Paese, senza l’imbarazzo e il timore di non riuscire a parlare o comprendere cosa viene detto alla reception o al gate di imbarco di un aeroporto – dice la English coach – È la versione della lingua inglese accessibile a chiunque e indipendente dalla nazionalità di chi la parla. Attenzione: non si tratta solo capire o scrivere in inglese sui social: ha a che fare con il mondo reale, quello offline».

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Cosa serve imparare: quante parole ha il Globish

«Gli aspetti fondamentali sono tre: il vocabolario, la pronuncia e il proprio atteggiamento, cioè il cosiddetto mindset. Quanto al primo aspetto – spiega Perna – sappiamo che la lingua inglese ha un vocabolario molto ampio, di circa 650mila parole, ma gli studi dimostrano anche un native speaker, cioè un madrelingua, con una buon cultura ne usa al massimo 7/8000. Se poi pensiamo che l’80% dei nostri pensieri è espresso con il 20% del nostro vocabolario, ecco che per parlare ne occorrono appena 1.500».

Come gestire la pronuncia

Altra nota dolente: la pronuncia. Troppo spesso pensiamo di non essere in grado di parlare bene in inglese a causa del nostro accento, che diventa fonte di imbarazzo: «Il consiglio è uno solo: non occorre cancellare l’inflessione delle proprie origini, ma semplicemente pronunciare in modo corretto le parole in modo da essere compresi, senza fraintendimenti. Infine, è importante l’atteggiamento: molte persone si vergognano di parlare in inglese per il timore del confronto con i native speakers, ne temono il giudizio sentendosi in qualche modo da meno. In realtà i non madrelingua sono in condizione di superiorità, perché oltre all’inglese parlano un’altra lingua» ricorda l’esperta. «L’unica responsabilità di chi impara l’inglese è avere una pronuncia corretta e un vocabolario di base (le famose 1.500 parole), utilizzando una grammatica corretta» aggiunge Perna.

Come si impara il Globish

«Per imparare il Globish Il primo suggerimento, indipendentemente dal corso che si vuole seguire, è cambiare atteggiamento: può sembrare banale, ma la cosa più importante è smettere di pensare che sia una sfida impossibile, quindi pensare di dover ‘combattere’ con una nuova lingua. Io noto che spesso c’è una barriera, un fardello che portiamo dietro dai tempi della scuola. Non dobbiamo pensare non essere portati per l’inglese, perché non c’è chi è più o meno portato: c’è solo chi si, come in palestra, si allena non si allena» esorta Monica Perna.

L’altro errore è pensare che l’età possa essere un limite: «Tanti e tante dicono ‘Ormai la memoria fa cilecca’, ‘I giovani imparano meglio’, ma non è così: gli studenti di liceo apprendono perché devono, perché sono costretti, mentre da adulti si ha una consapevolezza maggiore e un obiettivo, che può essere voler scrivere una email per prenotare appunto un hotel, oppure voler ascoltare in film in lingua originale o pensare di parlare con il fidanzato americano della figlia, visto che ormai il mondo è globale».

In quanto tempo si impara il Globish

«Il vero trucco, che poi non è un segreto, è far diventare l’inglese una routine. Molti studi indicano un tempo minimo che occorre per iniziare a imparare una lingua straniera, ossia 21 giorni. Io penso che ne serva qualcuno in più, 45, ed è per questo che i miei corsi prevedono questa durata. Dopo questo lasso di tempo, se accogliamo la lingua inglese nella nostra vita quotidiana, diventa pari un po’ come lavarsi tutti i giorni e non più come un’azione impegnativa da primo giorno di scuola» suggerisce la English Coach, fondatrice del Metodo AUGE che insegna il Globish e proprio di recente è stata nominata sua ‘erede’ da Jean Paul Nerrière, il padre fondatore del Global English, la variante di inglese parlata in tutto il mondo in modo semplificato.

Creare la routine

«Questo significa che non bisogna saltare di domenica, proprio come non si salta la colazione o non lascia il letto sfatto. Certo, può risultare impegnativo quando si hanno una famiglia, dei figli e ci si deve occupare anche della casa, ma poi diventa un’esperienza piacevole, specie se fatta in compagnia o con una community».

Il Globish diventa uno spazio per sé

È qui che entra in gioco la voglia di togliersi una soddisfazione, come quando si va in palestra: «Il motivo principale che spinge la maggior parte dei miei studenti – che sono adulti – a imparare il Globish è una rivincita: si arriva a 40 o 50 anni e si decide che questa lingua che sembra che tutti sappiano, io non la so. Per superare questo limite e per dimostrare, prima di tutto a me stessa, che possono impararla, ci provo. E’ il primo passo verso un riscatto personale e sociale, anche gli occhi della famiglia, degli amici o dei parenti» conclude Perna, che cita molti esempi dei suoi 1.500 studenti, tra uomini e soprattutto donne.

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