Reazione zen di fronte a una provocazione

Come si fa a essere impeccabili anche quando si viene provocate?

Rimanere impeccabili quando provocate è spesso difficile perché le ripercussioni potrebbero avere risvolti spiacevoli, ma la ricetta per uscirne bene c’è 

Ci sono varie correnti di pensiero relative alla modalità di comportamento da assumere di fronte a un’aspra critica o a un’offesa velata: c’è chi sostiene che convenga rifugiarsi nel silenzio e chi invece preferisce contrattaccare. Parrebbe quindi non valere una regola universale per ogni circostanza.

Ma è pur vero che esistono sistemi per gestire l’irritazione e fare in modo di rimanere impeccabili anche quando si viene provocate, mantenendosi lucide nonostante sia facile cadere in confusione o cedere a reazioni sconsiderate solo perché la propria autostima viene messa a dura prova.

Leggere e interpretare il contesto

Molto spesso i provocatori tendono ad accanirsi con vigliaccheria sulle persone più fragili e questo meccanismo diabolico può risultare ulteriormente efficace di fronte a una platea che contribuisca ad assegnare maggior consenso, approvazione e motivazione. In realtà l’atteggiamento subdolo tradisce profonda insicurezza caratteriale, generando così una situazione emotiva di forte precarietà che per raccogliere apprezzamenti è costretta a far leva sulle debolezze altrui.

Talvolta invece la sfiducia in sé stess* si spinge a un punto tale per cui alcun*, nel tentativo di evitare di essere punt* sui loro difetti, tendono a porsi in modo aggressivo, spostando il piano dell’attenzione su qualcun’altr*. Ma questo genere di condotta non è altro che un meccanismo di autodifesa.

Oppure al contrario adottano questa prassi quell* che covano profonda invidia perché affett* da complessi d’inferiorità e nel tentativo disperato di nasconderli giocano sui difetti altrui.

Qualunque siano le motivazioni che spingano i provocatori ad agire con lo scopo di colpire nel vivo una persona, occorre tassativamente evitare che causino stati d’ansia o attacchi di panico nella vittima, che, se mal gestiti, potrebbero anche sfociare in fenomeni di stalking. Per questo avere una lettura chiara del contesto in cui si manifestano atteggiamenti molesti può aiutare a comprendere come muoversi per uscirne al meglio.

Allontanare, ignorare e spegnere la provocazione

I provocatori tendono ad essere persone negative che solitamente non contribuiscono alla crescita personale dell’altr*, quindi conviene tenerle lontano. Vale la pena circondarsi di interlocutori che accrescano il nostro grado di autostima, ci valorizzino, stimolino a migliorarci e ci facciano sentire rispettate ed apprezzate.

È utile ignorare quindi le offese gratuite, dimostrandosi superiori a queste uscite infelici e spiazzando l’altr* con la nostra indifferenza. Evitare di reagire alle critiche e di far trapelare irritazione dall’espressione del volto o dalla gestualità risulta una risorsa vincente. Sorridere con rilassatezza o restare in silenzio riservando distacco all’interlocutore permette di non cadere vittima della provocazione, lasciata così scivolare nell’indifferenza. Mai comunque mostrarsi permalose o reagire con rabbia – cosa che regalerebbe solo soddisfazione all’interlocutore – , piuttosto, se l’altr* si fa insistente e la strategia dell’imperturbabilità non funziona, conviene contrattaccare in modo deciso e fermo, perché talvolta il silenzio è mal interpretato e assunto come assenso. Grazie a una risposta arguta e secca è probabile invece riuscire ad arginare future insidie.

A volte è necessario parlare con schiettezza e affrontare il provocatore a viso aperto con calma, chiedendogli di modificare il suo comportamento. È sempre utile provare a chiarire, e, inoltre, renderebbe la situazione più distesa. 

L’arma spiazzante della gentilezza

Se la conversazione dovesse prendere una piega critica, scadendo in offese gratuite, è preferibile allora cambiare argomento, stroncando di fatto sul nascere ogni tentativo di ledere l’altr* sviando semplicemente il discorso. Meglio evitare la trappola del pettegolezzo perché avvelenerebbe solo il clima.

A volte chi provoca spera nella perdita di pazienza dell’interlocutore e nel suo cedimento. Ma il garbo e la cortesia, se pur ci si senta contrariate e dispiaciute, contribuiscono a ristabilire la calma all’interno di un quadro relazionale compromesso. Questo atteggiamento potrebbe innervosire il partner, e lo spingerebbe anzi persino a palesare di contro una sua sostanziale irritazione per questo genere di reazione inaspettatamente gentile.

Esito impeccabile

Uscire vincenti da una situazione provocatoria può comportare una serie di accorgimenti da considerare per reagire in modo costruttivo alle critiche e mantenere un’aura d’impeccabilità. È sufficiente non concedere al partner margine per minare la nostra autostima e serenità.

Se ci mostriamo ferme e impassibili non permetteremo alle offese gratuite di avere influenza nella nostra sfera affettiva. Gli interessi e i valori che ci interessano devono mantenere una posizione centrale per preservare un equilibrio emotivo stabile. Ne usciamo inappuntabili solo se non dubitiamo mai delle nostre capacità contrariamente a chi cerca di sminuirle.E a chi prova a farlo, dimostrare apertamente che si sbaglia.

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