Donna beauty green

Il beauty è in grande fermento

Abbiamo voglia di prodotti dolci sulla pelle e ricchi di principi attivi efficaci. Di creme e detergenti naturali e rispettosi dell’ambiente. Lo ha scoperto il nostro sondaggio esclusivo. E lo conferma la ricerca cosmetica, pronta a offrirci gradevoli sorprese

Principi attivi fermentati, oli vegetali, packaging compostabili e linee bio premium anche nei supermercati: il green&clean è una tendenza in continua crescita. Emerge anche dalla grande ricerca Green&me, realizzata da Donna Moderna e svolta da BVA-Doxa in collaborazione con Infovalue, che ha coinvolto 2.100 famiglie italiane per conoscere le nuove abitudini in tema di sostenibilità e comportamenti a basso impatto.

Che cosa è emerso? I cosmetici green, che prima della pandemia erano al terzo posto nella classifica delle abitudini di acquisto, oggi sono in crescita. Li precede solo la richiesta di confezioni con dispenser o monouso, per via del delicato periodo storico che stiamo vivendo.

«L’emergenza sanitaria non ci ha solo resi più attenti all’igiene. Ha anche aumentato l’attenzione alla sfera del “naturale” in ogni ambito, compreso il beauty» dice Gian Andrea Positano, responsabile del centro studi di Cosmetica Italia, l’associazione delle industrie del settore che fa capo a Confindustria. «È l’aumento di un trend già in atto: le nostre analisi stimano che il valore del fatturato dei cosmetici a connotazione naturale, in Italia, sia stato di oltre un miliardo di euro nel 2019. E la metà dei lanci di nuovi prodotti, sia da noi sia nel resto del mondo, presenta claim in linea con questa tendenza».

Ma cosa vuol dire davvero green quando si parla di cosmetici?

Occhio al packaging…

I consumatori oggi sono sempre più informati e consapevoli: il 46% dei nostri intervistati si ritiene coinvolto e interessato dal tema “prodotti cosmetici e per la cura del corpo”. Solo il 5 non lo è per nulla. Inoltre, il 47 è sempre più attento agli ingredienti dei prodotti e predilige il bio.

Orientarsi, però, non è sempre facile. «Oggi è aumentata la quantità di proposte e informazioni, ma il settore è diventato una giungla» ammette Pucci Romano, presidente di Skineko, associazione internazionale di ecodermatologia. «Un esempio? Ci sono tanti prodotti con un packaging biodegradabile, che però contengono parabeni e microplastiche». Proprio quello da cui i consumatori vogliono stare alla larga: l’89% dei nostri intervistati sta ben attento a non acquistare prodotti con conservanti, basi chimiche e siliconi.

«L’industria cosmetica influisce del 2% sull’impatto ambientale, quindi, chi vuole fare una scelta davvero verde deve considerare tutta la filiera, dagli ingredienti al packaging. E poi deve chiedersi se quel prodotto è davvero affine alla sua pelle, perché solo così è davvero naturale. Spesso infatti “naturale” è considerato sinonimo di zero chimica. Eppure la natura è fatta di chimica e senza di essa non ci sarebbero cosmetici: una crema per il viso senza stabilizzanti, per esempio, si ossiderebbe in pochi secondi e non avrebbe nessuna efficacia» conclude Pucci Romano.

…e agli ingredienti

Partiamo allora dalla base: un cosmetico green è quello che, innanzitutto, contiene ingredienti naturali. Il vecchio luogo comune vuole però che non sia efficace come quello tradizionale e che, spesso, il consumatore sia costretto al compromesso. Non è così. «Oggi le aziende del settore cosmetico si distinguono per gli investimenti in ricerca e innovazione, per offrire al consumatore cosmetici sicuri, efficaci e in grado di rispondere alle evoluzioni del mercato» spiega Positano. «E questo vale anche per il comparto orientato al naturale: basti pensare che la media degli investimenti in ricerca e sviluppo si aggira attorno al 6% del fatturato, circa il doppio della media nazionale di altri settori del manufatturiero».

Principi sempre più attivi

L’ultima frontiera della ricerca per aumentare l’efficacia dei prodotti naturali nel mondo della cosmesi e della cura del corpo riguarda i principi attivi fermentati. Un classico in Oriente, un terreno già esplorato negli Usa, una novità da noi. «In linea di principio, gli ingredienti in natura, se fermentati, aumentano il loro contenuto di antiossidanti e quindi la loro efficacia» spiega Mary Santaniello, senior innovation manager di Florena Fermented Skincare, il nuovo marchio che utilizza prodotti naturali fermentati (vedi sotto). «Per esempio: l’olio d’oliva, dopo 120 ore a contatto con i lieviti, acquisisce una quantità di Omega 6 e 9 che è 50 volte maggiore. Diventa quindi un ingrediente molto più potente, persino più dell’olio di argan che, nella cosmesi, è un must proprio per le sue proprietà antiossidanti».

Oli sempre più efficaci

Con la fermentazione, dunque, gli ingredienti naturali vengono potenziati e il prodotto finale risulta più efficace. «Gli oli, in particolare quello di oliva, hanno un posto d’onore nella lista dei componenti dei cosmetici a base di principi attivi fermentati» prosegue Santaniello. «Ma vengono utilizzati anche fiori, come camelia e gelsomino, e altri oli, come quello di argan e di cartamo». In generale, fermentazione a parte, gli oli e i grassi vegetali stanno vivendo un grande boom nel settore cosmesi. «Di recente si è scoperta per esempio l’efficacia del bakuchiol, composto fenolico estratto dai semi di una pianta asiatica» spiega la dermatologa Romano. «I grassi, formulati in un certo modo, sono capaci di penetrare a fondo nella pelle e riescono a replicare quello che fa in maniera naturale: spazzare via cellule morte e batteri, e rigenerare».

Il valore dell’etichetta

Riconoscere un prodotto con ingredienti fermentati è semplice perché in etichetta sono accompagnati dalla parola “ferment”. Per essere certi dell’origine naturale, occhio invece alle certificazioni. «Si tratta di protocolli volontari ai quali le aziende orientate alla cosmesi naturale scelgono di aderire volontariamente» precisa Positano. «Un passo in più, rispetto a ciò che prevedono le norme europee, perché tutti i prodotti garantiscano sicurezza». Una delle principali certificazioni è Cosmos Natural di Icea: prevede che gli ingredienti siano di origine naturale o derivati da chimica verde, pone limiti ai processi di trasformazione e non ammette test sugli animali. Proprio quello che chiedono oggi i consumatori: secondo i dati del nostro sondaggio il 37% vuole solo prodotti cruelty free.

L’importanza del prezzo

«Leggere bene la lista degli ingredienti (INCI) e conoscerli, approfondirli, proprio come abbiamo imparato a fare per gli alimenti, permette di compiere scelte davvero consapevoli» precisa Romano. «Non sempre, infatti, se un ingrediente è naturale significa che è anche buono. Ci sono oli essenziali che possono essere irritanti, per esempio. Quello che conta, quindi, è che gli ingredienti e la loro formulazione siano ecodermocompatibili, cioè vadano d’accordo con l’epidermide». Ma c’è anche un ulteriore strumento di distinzione, il prezzo. I prodotti naturali costano di più. E questo può rappresentare un problema: il 18% dei nostri intervistati pensa che, con l’attuale situazione di incertezza economica, i prodotti cosmetici siano un lusso e il 36 cerca il risparmio, ora più che mai. Con buona pace del green? Non è detto: il 57% dei consumatori sceglie marchi in grado di garantire un buon rapporto qualità prezzo, il 37 li vuole bio e il 36 chiede impegno nella sostenibilità ambientale. Solo il 25 % si fa convincere da un prezzo basso. Segno che, quando facciamo un gesto beauty, il portafogli conta, ma fino a certo punto.

L’89% degli italiani
evita di acquistare prodotti con conservanti, basi chimiche e siliconi

L’81% degli italiani
si impegna a scegliere cosmetici green a basso impatto ambientale

Il 75% degli italiani
compra prodotti monouso o con dispenser, più igienici e sicuri

IL NOSTRO PROGETTO GREEN & ME

Donna Moderna lancia Green & me. Con un grande sondaggio esclusivo abbiamo fotografato il desiderio sempre più diffuso di vivere in modo sostenibile, attento alla salute e ai bisogni dell’ambiente. Questa settimana, in collaborazione con Florena Fermented Skincare, parliamo di bellezza green. E di nuovi orizzonti in fatto di cosmetica.

Florena Fermented Skincare: un nuovo brand, una nuova frontiera

Florena Fermented Skincare è un lancio tutto italiano che intercetta la nicchia in crescita dei consumatori attenti al naturale e alle novità. Nel caso di Florena Fermented Skincare si parla di cosmetici che sfruttano i poteri dei principi attivi fermentati, ancora inesplorati in Italia.

«Per la nostra linea scegliamo con cura oli e fiori e ne estraiamo i componenti principali che lasciamo fermentare per poi aggiungerli alle nostre formulazioni naturali» spiega Mary Santaniello, senior innovation manager di Florena Fermented Skincare. «La fermentazione ha un effetto booster che riesce a trasformare gli ingredienti naturali in potenti nutrienti per la pelle». Eccolo, il segreto di Florena Fermented Skincare: dagli oli alle maschere, dalle creme antietà ai detergenti, tutte le specialità viso sfruttano alla grande questa nuova tecnologia cosmetica.

Non solo: la linea ha la certificazione Icea Cosmos Natural e un packaging green. I flaconi pesano appena 7 grammi, 6 volte in meno la quantità di plastica utilizzata di solito. I prodotti sono in vendita su florena.it, nei migliori negozi per la cura della persona e nella GDO.


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– Crema Giorno Anti-Rughe e (nella pagina seguente della gallery) Olio Elisir Rigenerante di Florena Fermented Skincare (23,99 euro l’uno) si possono combinare per ottenere un effetto antiossidante naturale


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– Olio Elisir Rigenerante e (nella pagina precedente della gallery) Crema Giorno Anti-Rughe di Florena Fermented Skincare (23,99 euro l’uno) si possono combinare per ottenere un effetto antiossidante naturale

Il piacere di un mix su misura

Caprifoglio fermentato e acido ialuronico derivato dalla fermentazione del grano sono la base della crema giorno antirughe Florena Fermented Skincare. Che ha una formula naturale al 99,46% e promette un effetto visibile già in due settimane.

Ma la fermentazione non è l’unica novità di questa linea. L’altra ha a che fare con la personalizzazione. «Nelle nostre analisi iniziali, abbiamo ascoltato le richieste delle consumatrici: cercavano soprattutto prodotti che andassero sempre incontro alle esigenze della loro pelle, anche in diverse situazioni. E in effetti la pelle, per sua natura, è mutevole» spiega Mary Santaniello. «Così abbiamo studiato una formula in stile mixology: per esempio, nei giorni in cui il viso è più secco e spento, alla crema antirughe da giorno si può aggiungere qualche goccia di olio rigenerante». A base di elicriso e olio di argan fermentato, è arricchito con veri petali del fiore bianco che ne potenziano l’effetto. E lo rendono anche bellissimo.

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