Glori Liguria

Glori, il borgo ligure che attira i giovani

Ottimo clima, solidarietà diffusa, zero contagi. Glori, il paesino ligure appena premiato da Legambiente, è un piccolo paradiso di soli 30 residenti. Tra loro, tanti giovani che si sono trasferiti negli ultimi 5 anni. E 3 nuovi nati

Da puntino invisibile su Google Maps a borgo vincitore del premio “Voler bene all’Italia”, assegnato da Legambiente ai territori campioni di resilienza durante il lockdown: è il destino toccato a Glori, una frazione del Comune di Molini di Triora, nell’entroterra montagnoso di Imperia. Il luogo dove tutti, col senno di poi, avremmo voluto passare la quarantena, e non solo per l’assenza di contagi. «Non so quante telefonate ho ricevuto da persone che qui hanno la seconda casa» racconta il sindaco Manuela Sasso. «Sempre la stessa domanda: come faccio a venire su?».

I ragazzi hanno dato il via al ripopolamento

Poco importa se in questo villaggio arroccato a 600 metri di quota mancano l’ufficio postale, il panettiere e le scuole. Nell’emergenza sanitaria c’era la cosa che contava di più: la coesione sociale. «Ho attivato il servizio di consegna della spesa con la Croce Rossa, ma non è servito: i più giovani hanno aiutato gli anziani con le provviste, i medicinali e le commissioni urgenti» continua il primo cittadino. «Il resto lo ha fatto il territorio: qui dopo pochi passi ti ritrovi da solo nei boschi a prendere una boccata d’aria. Se penso alle famiglie nelle città chiuse in 70 metri quadri…».

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Il merito è anche di una spinta al ripopolamento che dal 2015 a oggi ha visto gli abitanti di Glori crescere di ben 10 unità: da 20 a 30. I nuovi arrivati? Poco più che ragazzi, con la voglia di una dimensione più raccolta e naturale. Come Matteo Filippone, 33 anni da Reggio Emilia, giardiniere, artigiano dei muretti a secco e presidente dell’Associazione “Glori, the place to be”, in prima linea su Facebook nel promuovere il luogo. «Vogliamo che altri facciano la nostra scelta, perché più creiamo una rete, più la vita si semplifica: si condividono gli attrezzi, si tengono più puliti strade e terreni, aumentano i servizi e le attività produttive» spiega. «Grazie a noi nuovi residenti sono nati 3 bambini, tra cui i miei 2 (di 3 anni e mezzo e 4 mesi, ndr), e questo l’anno scorso ci ha permesso di mantenere aperto l’asilo di Molini di Triora, il Comune principale. Non solo: abbiamo inaugurato 2 aziende agricole che vendono attraverso e-commerce e nei mercatini della costa ligure».

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Anche il turismo sta tornando

È forse l’aspetto più difficile di questo esperimento sociale: il pendolarismo di chi deve guidare fino al mare per guadagnarsi da vivere. «Lo fa anche mia moglie, ma in fondo da qui a Sanremo è solo mezz’ora di macchina» assicura Matteo, che in passato ha vissuto in altri villaggi. «Questo però è unico: siamo circondati da colture di fiori, torrenti e pozze d’acqua naturali. Il microclima delle Alpi marittime è fantastico: non nevica mai e gli ulivi crescono fino ai 1.000 metri. Se ne stanno accorgendo pure i turisti, che arrivano incuriositi dal nostro progetto, ma anche per i prodotti locali».

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