Lorde protagonista del doodle

Google dedica un doodle a Audre Lorde: chi era la poetessa che si batteva contro razzismo e omofobia

Protagonista del doodle di oggi è Audre Lorde, una poetessa afroamericana conosciuta per le sue lotte in favore delle donne, delle persone di colore e degli omosessuali

Google torna a dedicare il suo doodle a un personaggio famoso. Oggi, giovedì 18 febbraio 2021, è la volta di Audre Lorde, poetessa e scrittrice afroamericana famosa per le sue battaglie civili, in particolare contro razzismo, omofobia, sessismo e classismo. Per celebrarla, nel giorno di quello che sarebbe stato il suo 87esimo compleanno, il colosso di Mountain View si è affidato alle sapienti mani dell’artista Monica Ahanonu. L’illustratrice freelance di Los Angeles ha realizzato un logo molto colorato e pieno di vita in cui spicca il ritratto stilizzato della Lorde e alcuni simboli delle sue lotte.

Da bibliotecaria ad attivista  

Nata il 18 febbraio 1934 a Harlem, il quartiere “degli afroamericani” di New York, Audre Lorde non ebbe un’infanzia facile. Ultima delle tre figlie femmine di Linda Gertrude Belmar e Frederick Byron Lorde, una coppia di origine caraibica, nei suoi primi 20 anni visse tre importanti eventi storici, che lasciarono su di lei un’impronta indelebile: la Grande depressione, la seconda guerra mondiale e la nascita del maccartismo negli Stati Uniti.

Nonostante tutto, riuscì a studiare. Dopo aver frequentato le scuole parrocchiali di Harlem, nel 1951 si diplomò alla Hunter High School. In quello stesso anno si iscrisse allo Hunter College, laureandosi qualche anno dopo, nel 1959. Iniziò poi il master in Amministrazione Libraria alla Columbia University, lavorando contemporaneamente per pagarsi gli studi. Una volta finito il master, trovò lavoro come bibliotecaria all’interno del sistema pubblico delle biblioteche della città di New York. Ma nel 1968 si licenziò per dedicarsi alla sua carriera di poetessa e all’insegnamento. Insegnò anche nella Germania dell’Ovest, dove guidò il movimento femminista locale.

Audre Lorde, una sposa lesbica

La vita sentimentale di Audre Lorde fu abbastanza turbolenta. Durante l’adolescenza dichiarò di essere lesbica. Tuttavia, nel 1962 sposò un uomo, Edwin Rollins, dal quale ebbe due figli: Elizabeth e Jonathan. L’unione però non durò a lungo: dopo il divorzio, la poetessa ebbe relazioni con altre donne. Finché nel 1968 si innamorò di Frances Clayton, con cui fece coppia per 19 anni. Negli ulti anni della sua vita, Audre si trasferì insieme alla scrittrice e accademica femminista nera, Gloria I. Joseph, sull’isola di Saint Croix, nell’arcipelago delle Isole Vergini americane. Morì il 17 novembre 1992, all’età di 58 anni.

Le sue opere più note

Oggi Audre Lorde è ricordata soprattutto per i suoi saggi in prosa e le sue battaglie civili, ma lei si è sempre considerata prima di tutto una poetessa. Amante dei libri e della scrittura, iniziò a comporre poesie già da giovanissima, in particolare sui temi di giustizia sociale e razziale. La sua prima pubblicazione ufficiale risale al 1968: si tratta di The First Cities, la prima delle sue undici raccolte di poesie. Uno dei suoi testi più famosi è From a Land Where Other People Live, in cui affrontò tematiche importanti, legate all’identità e al mondo femminile. Pubblicato nel 1973, fu il suo terzo volume di poesie e le valse numerosi premi, permettendole anche di arrivare fra i finalisti del National Book Award, un prestigioso premio letterario statunitense.

Fra le sue opere più brillanti e note in prosa, c’è The Black Unicorn (1978), in cui esplorò, in modo molto schietto e diretto, le identità e oppressioni di una donna lesbica nera negli Stati Uniti negli anni ’70. Nel 1980 pubblicò The Cancer Journal, un volume in cui documentò la sua malattia: un cancro al seno, di cui non ebbe paura. Non lo scrisse certo per essere compatita (lei non si considerava una vittima, ma una combattente), bensì per dare supporto alle altre donne malate di tumore. Nel 1988 è la volta di A Burst of Light, in cui l’autrice parla della sua vita di lesbica nera, della sua lotta contro il cancro, del sadomasochismo all’interno della comunità gay e dell’apartheid, oltre che del suo rapporto con il razzismo nella società americana.

Audre Lorde, il suo impegno per i diritti civili

Lo stile di scrittura di Audre Lorde è decisamente originale. Infatti, la scrittrice non usa la punteggiatura e fa un utilizzo particolare delle lettere maiuscole: la sua è una grammatica “alternativa” che mira a sovvertire le strutture del discorso, così come quelle del pensiero. Parallelamente alla sua fama di poetessa, cresce anche quella di attivista a difesa delle donne e degli omosessuali, per l’uguaglianza dei diritti civili, contro il razzismo e l’omofobia. “Scrivo principalmente per donne che non possono parlare, perché siamo terrorizzate, perché ci è stato insegnato a rispettare la paura invece di rispettare noi stesse. Ci è stato insegnato a rispettare le nostre paure, ma dobbiamo imparare a rispettare noi stessi e i nostri bisogni” scrive Lorde. 

Una poeta nera, lesbica, madre e guerriera

“Una poeta nera, lesbica, madre e guerriera”: ecco come amava definirsi Audre Lorde. Tantissimi i seminari e le conferenze che ha tenuto in giro per il mondo, sia come poetessa e scrittrice sia come attivista e leader dei movimenti culturali Black e LGBTQ del XX secolo. “Non esiste una cosa come la lotta univoca, perché non viviamo vite univoche. Le battaglie che portiamo avanti sono personali, ma noi non siamo soli. Dobbiamo impegnarci per un futuro che includa tutti noi e lavorare per raggiungerlo, sfruttando i punti di forza unici delle nostre identità individuali”. Le parole della Lorde, che Google ha scelto per accompagnare il doodle di oggi, esprimono perfettamente il suo pensiero, fatto di uguaglianza e inclusività.

Con il doodle dedicato ad Audre Lorde, Google celebra anche l’U.S. Black History Month, il mese della storia dei neri. Si tratta di una ricorrenza osservata negli Stati Uniti d’America, in Canada e nel Regno Unito per combattere le discriminazioni subite dalle persone nere.

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