La boutique online per le malate di tumore

La boutique online Oncovia è il primo sito che vende prodotti chic e femminili per pazienti oncologiche. L’hanno creato due sorelle francesi «perché anche un foulard o una crema possono fare la differenza»

Perché è così difficile essere un po’ femminile?

Ci sono degli episodi, delle frasi che posso cambiare la vita delle persone per sempre. Alle sorelle Marine Perrin e Cindy Bringuier, trentenni di Parigi, è accaduto un pomeriggio in auto. Raccontano: «Stavamo guidando da ore per aiutare nostra mamma Annie a trovare una parrucca. Come se non bastassero le nausee per la chemio, il dolore, la paura delle metastasi… Queste cose già la stavano facendo soffrire, in più ci si mettevano anche piccoli dettagli che la stremavano, come la ricerca infinita della parrucca per nascondere la calvizie causata dalla terapia o del reggiseno adatto alla mastectomia. Davanti all’ennesimo capo triste, lei ha sussurrato: «Perché è così difficile essere un po’ femminile?». In quel momento abbiamo sentito che dovevamo fare qualcosa».

All’epoca, è il 2011, Marine e Cindy si godono la carriera, una in una nota griffe di moda, l’altra in una grande multinazionale. Ma quell’istante muta tutto. «Nostra madre ha iniziato la sua battaglia contro il cancro a 45 anni. La malattia le stava portando via anche la sua grazia, l’eleganza. Dopo mesi trascorsi al suo fianco abbiamo capito che in quel momento il foulard o la crema giusta potevano fare la differenza. Ci siamo licenziate e abbiamo ideato Oncovia, la prima e unica boutique online dedicata alle pazienti oncologiche».

La boutique arriva in Italia

Da quel pomeriggio in auto con mamma Annie sono trascorsi 6 anni e oggi le 2 sorelle francesi lanciano la loro creatura anche sul mercato italiano (www.oncovia.com/it). L’emozione e l’orgoglio sono visibili mentre mostrano soddisfatte l’home page del nuovo sito, dove campeggia il claim “Be you. Be beautiful” (Si te stessa. Sii bella). Scorrendo gallery e sezioni è difficile dire che qui si vendono prodotti per donne che hanno il cancro: lingerie curate nei dettagli, turbanti coloratissimi con frangetta anni Cinqanta, T-shirt ironiche, trattamenti e prodotti per la cura del corpo e del viso totalmente anallergici. «Per le clienti italiane e il mercato mediterraneo abbiamo pensato anche a una linea di costumi di bagno. I prodotti sono testati, perché quando ci occupavamo di nostra mamma segnavamo idee e impressioni, scoprivamo marche di tutto il mondo, setacciando novità e annotando pro e contro di ogni articolo. Ancora oggi facciamo così. Infatti non offriamo soltanto il classico shopping, ma recensioni, consigli, l’aiuto di coach e consulenti».


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Marine Perrin (a destra) e Cindy Bringuier, 35 e 32 anni, ideatrici di Oncovia.


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A Parigi, in rue Chaptal, Oncovia ha aperto anche un luogo di incontro per fare shopping, seguire corsi di yoga e di make-up, bere un tè con altre donne.


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Prodotti specifici per i bisogni delle malate

È proprio la specificità l’arma in più del sito. I prodotti offerti risolvono o alleviano gli effetti collaterali più comuni di cui soffrono le pazienti oncologiche: c’è il siero per la ricrescita delle ciglia, perché spesso le terapie pesanti oltre a portare via i capelli fanno cadere anche il resto della peluria. Ci sono gli smalti al silicio, che proteggono le unghie dagli effetti della chemioterapia, prevenendo micosi e infezioni. E non manca il reggiseno da indossare dopo un intervento al seno: si allaccia davanti, così da limitare i movimenti delle braccia, ha le tasche laterali per infilare le protesi ed è in cotone per non irritare la pelle. La linea e i ricami sono femminili e curati nei dettagli. I prezzi sono in linea con il mercato.

Un team di donne

Quando noto che c’è voluto coraggio a lasciare un impiego sicuro per lanciarsi in questa nuova avventura, Marine si schernisce. «Ci siamo buttate. In quel periodo il primo pensiero era nostra madre, la razionalità non era il nostro forte. Se tornassimo indietro rifaremmo tutto così, senza cambiare una virgola. Certo, lavoravamo in grandi multinazionali, ci occupavamo di moda, marketing e lusso, ma vivere in famiglia una malattia come il cancro ci ha fatto capire che volevamo aiutare gli altri. Gli affari vanno bene, però la cosa più importante è combattere al fianco delle donne, essere per loro un sostegno concreto».

Donne è una parola che emerge più volte nella nostra chiacchierata, perché qui la forza femminile si respira ovunque, non solo nel team di 10 ragazze che lavora al progetto. «Oggi, purtroppo, chiunque di noi ha un’amica, una parente o una vicina di casa alle prese con un cancro e conosce la sua grinta» aggiunge Cindy. Secondo le stime dell’Associazione italiana dei registri tumori, sono 177.000 le nuove diagnosi di cancro nelle donne nel 2017 e il più diffuso è il carcinoma al seno, con 50.500 casi.

Vincere la malattia e riconquistare la normalità

«La grande battaglia delle pazienti oncologiche è vincere la malattia e nel frattempo riconquistarsi la normalità. Dal cancro si può guarire, e sentirsi bene e vedersi belle, non sopravvissute, è il primo passo». A Parigi Marine e Cindy hanno creato anche un atelier sempre aperto, un luogo speciale con eventi, corsi di yoga e make-up. «È un’esperienza che speriamo di replicare anche in altri Paesi, Italia compresa: vorremmo collaborare con associazioni e ospedali».

Il tempo della nostra chiacchierata è agli sgoccioli: riunioni e ordini incalzano. Cindy vuole correre a casa dai suoi bimbi, ma c’è ancora il tempo per ricordare la più grande soddisfazione targata Oncovia. «Un giorno è entrata nel nostro atelier una ragazza, al braccio della sorella. Ci siamo identificate molto in questa coppia per il legame di parentela. La più giovane aveva subito una mastectomia da poche settimane, era pallida e provata. Le abbiamo proposto di prendersi un po’ di tempo per il trucco e l’acconciatura con i nostri prodotti, per fare una chiacchierata con le clienti, una risata mentre le altre si provavano turbanti e foulards. Dopo qualche ora è uscita con il sorriso e ci ha ringraziate, dicendoci che nonostante l’intervento e le cicatrici si sentiva di nuovo femminile. Sapere che quella trasformazione era anche merito nostro ci ha rese davvero orgogliose del nostro lavoro e della nostra scelta».

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