Come alimentare gli squali

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1/8 – Introduzione

Alla parola squalo nella nostra mente appare l’immagine del feroce predatore dei mari. Ma la famiglia degli squali comprende numerose specie, molte carnivore ed altre ancora filtratori planctofagi innocue per l’uomo. Sebbene li vediamo come macchine assassine, in realtà siamo noi una fonte di pericolo per loro, infatti sono molte le specie a rischio estinzione e di cui sono rimasti pochi esemplari a causa di una pesca indiscriminata e dell’inquinamento. Per salvaguardare questi colossi del mare, molti sono detenuti all’interno di acquari pubblici. In Italia li possiamo ammirare nell’acquario di Genova, a Cattolica, Napoli, Milano e Trieste. Vi sono poi particolari appassionati che allevano alcune specie in acquari casalinghi. Ma come si possono alimentare gli squali negli acquari? Scopriamolo insieme!

2/8 Occorrente

  • Una vasca enorme
  • Crostacei
  • Molluschi
  • Pesci
  • Bastone o pinza per alimentarli

3/8 – Specie

Gli squali che riescono a sopravvivere in cattività non sono molti, solitamente si adattano meglio quelli di più piccole dimensioni. Necessitano di vasche enormi, preferibilmente circolari, da 3000-4000 litri e lunghezza non inferiore ai 3 metri. Le specie più facilmente adattabili alla vita in cattività sono: lo squalo pinna nera del reef, lo squalo bambù, lo squalo toro, squali nutrice, gattucci. È quasi impossibile vedere l’enorme squalo bianco in cattività, in quanto difficilmente si adattano alla vita in acquario, sia per gli spazi richiesti che per le difficoltà di gestione sia ambientale che patologiche.

4/8 – Squalo bambù

Lo squalo bambù è una specie facile da allevare in cattività, in quanto molto robusto, in vasche da almeno 400 litri, perché crescono molto. Come tutti gli squali è dotato di un appetito smisurato. È carnivoro e si nutre di piccoli crostacei, polpa di cozze, krill e pesciolini surgelati, che devono essere posti in vicinanza della bocca con apposite pinze. È sconsigliabile inserirlo in acquario con pesci di piccole dimensioni, perché diventerebbero delle potenziali prede. Devono essere inoltre somministrati degli integratori di iodio, oligoelementi e bioelementi per evitare il gozzo. Questa specie in libertà vive nella barriera corallina, ed è considerata a rischio a causa della caccia e dell’inquinamento.

5/8 – Squalo toro

Lo squalo toro è considerato il più grande squalo d’Italia, raggiunge una lunghezza di 320 cm. È facile da incontrare sulle coste del Mediterraneo, in quanto vive vicino alla costa, in acque basse. Sono carnivori, ed in cattività non gli viene somministrata una dieta a base di umani, bensì a base di calamari, naselli e sgombri. Hanno una lenta digestione, per cui vengono nutriti 3 volte a settimana tramite un apposito bastone che gli somministra la razione direttamente vicino alla bocca. È una specie quesi in via d’estinzione, a causa della pesca indiscriminata e della distruzione del loro habitat.

6/8 – Lo squalo pinna nera

L’allevamento di quesa specie in cattività è particolarmente difficile, per via del forte stress a cui è sottoposto ed alle particolari necessità di controllo dell’acqua e filtraggio. Questa specie si nutre di crostacei, molluschi e pesci teleostei, che vengono somministrati sia vivi che surgelati. È sconsigliabile farlo convivere con pesci di cui si nutrirebbe oppure con le meduse che gli causerebbero stress. È una specie schiva e timida e molto raramente attacca l’uomo. Anche questa specie è prossima alla minaccia, sempre a causa della caccia indiscriminata e perché poco prolifica.

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8/8 Consigli

  • Prima di accingersi all’acquisto di uno squalo meglio informarsi bene sulle loro reali esigenze di habitat.

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