Montagne, fitti boschi, megaliti e persino piramidi. Ti vengono in mente questi elementi quando pensi alla Sicilia? Forse no, eppure l’isola custodisce tesori sconosciuti e spesso sorprendenti, lontani dalle atmosfere e dai paesaggi tipici del Mediterraneo. Parliamo della zona intorno all’Etna, un luogo da scoprire in alternativa alla classica escursione ai crateri o alla passeggiata nella sempre incantevole Taormina. Le tappe del tour che ti proponiamo si concentrano all’ombra del versante nord del vulcano, sui pendii e le colline che sconfinano verso i Nebrodi, la dorsale sicula dell’Appennino dove ogni tornante regala alla vista uno spettacolo unico: da una parte il bianco della neve che ricopre la sommità fumante dell’Etna e dall’altra il blu intenso del mare, un po’ Ionio e un po’ Tirreno.

Le grandi rocce a forma di aquila e guerriero

La prima sorpresa del nostro itinerario si chiama Rocche dell’Argimusco, un luogo sconosciuto persino alla maggior parte dei siciliani. È un altopiano dove nei millenni il vento ha modellato le rocce creando forme curiose e suggestive: un’enorme aquila che riposa su un poggio, una donna in preghiera, un guerriero pronto alla battaglia. Forme così realistiche che nella tradizione popolare tanti pensano sia stato l’uomo a scolpirle. Gli studiosi di astroarcheologia, invece, pur confermando l’origine naturale, ipotizzano che in passato questo luogo fosse utilizzato per scopi rituali e religiosi.

Alcuni pensano che le ombre che i megaliti disegnano sul terreno servissero come calendario per seguire lo scorrere del tempo. Se, infatti, arrivi qui al tramonto o all’alba, vedrai un gioco di luci e ombre straordinario. Così come è particolare la strada per raggiungerlo: arrivando da Catania si costeggia l’Etna e si attraversano i suoi boschi di castagni. Una volta in cima, il panorama spazia dal vulcano fumante alle isole Eolie che da qui sembrano grandi sassi appoggiati sul blu del mare (l’ingresso al sito è libero; se vuoi sapere qualcosa di più sul mistero delle pietre, digita argimusco.net).

Isole Eolie Sicilia
Le isole Eolie

Tombe, altari o cumuli di origine contadina?

Tornando verso Catania, attraverso i paesini etnei, è facile imbattersi lungo la strada in un altro mistero di pietra che qui chiamano “le piramidi dell’Etna”. Sono costruzioni ad alti gradoni formati da pietre nere, sparse nei campi a nord del vulcano, che richiamano nella forma quadrata quelle delle popolazioni precolombiane del Centro America. Per anni si è pensato che origine e utilizzo fossero ovvi: giganteschi ammassi di pietre accatastate tra Ottocento e Novecento dai contadini mentre dissodavano il terreno. Ma uno studio francese di pochi anni fa, concentrandosi sulle tracce di antiche scale e aperture, ha avanzato l’ipotesi che si tratti di tombe o altari costruiti dai Sicani oltre duemila anni fa. Non ci sono prove, ma resta il fascino di una tesi interessante (vedi una piramide molto grande proprio all’ingresso dell’abitato di Passopisciaro).

A passeggio nel canyon

Vulcano vuol dire montagna e montagna vuol dire boschi. Qui in zona ce ne sono di straordinari. Come la riserva di Malabotta, poco distante dalle rocce dell’Argimusco. Questo luogo è un vero paradiso di biodiversità con molte attrazioni: il “sentiero dei patriarchi”, per esempio, ti mostra i relitti centenari di alberi di roverella, enormi tronchi che sembrano sculture. Il sentiero della Trota porta invece fino al torrente (malabotta.com) e, se ti affidi a una guida naturalistica, puoi scoprire tanti altri percorsi nella natura (associazionepfm.it, facebook.com/paolinasca).

Grotte Alcantara Sicilia
Le grotte dell’Alcantara in Sicilia

Alcuni portano a valle fino alle gole del fiume Alcantara che in inverno, con le piene d’acqua, sono spettacolari e ricchissime vegetazione. In questi mesi, senza la ressa estiva, puoi goderti in tranquillità uno spettacolo naturale unico perché le rocce laviche scavate dall’acqua hanno formato nei millenni stretti canyon e messo a nudo la pietra basaltica che forma tanti prismi esagonali. Un effetto davvero originale, creato dalla lava quando si è spenta rapidamente a contatto con l’acqua (per le escursioni: golealcantara.it).

I tholos dove si rifugiavano i pastori

Dall’Argimusco, prima di scendere a valle verso l’Alcantara, puoi fare una deviazione e visitare i borghi di questa zona. Montalbano Elicona, per esempio, ha vinto il titolo di più bello d’Italia qualche anno fa. È il tipico paesino arroccato sul promontorio, con le strade acciottolate, le casette in arenaria tutte attaccate, un affascinante castello del 1.300 e i curiosi tholos, piccole costruzioni a forma di igloo usate un tempo come rifugio per i pastori. Per il pranzo, conviene raggiungere il centro di Ucrìa che regala una memorabile esperienza gastronomica alla trattoria-macelleria Kerìa. Il menu è a base di maialino nero dei Nebrodi e nocciole etnee, la vista spazia su monti e vallate (facebook.com/trattoriakeria). Sulla strada incontri anche Floresta, il comune più alto in Sicilia, proprio sullo spartiacque tra mar Tirreno e mar Ionio. Ti sorprenderà con le sue case di pietra raccolte sotto i campanili delle piccole chiese settecentesche, i bei palazzi nobiliari con stemmi e portali ricamati e i tradizionali balconi in ferro battuto che guardano il maestoso Etna.