SEI COERENTE?
Fai in modo che in casa vigano regole chiare e precise, per un bambino sarà più facile capire e seguire qualcosa sempre uguale, anziché brancolare nel buio e tentare di distinguere ciò che ieri si poteva fare e oggi non vale più. Anche per questo motivo è strategico usare un linguaggio impersonale e oggettivo quando esponiamo ai bambini una regola, anziché comandare con un imperativo. Ecco un chiaro esempio di Daniele Novara, che nel libro Urlare non serve a nulla spiega la differenza fra «Stai seduto!», un comando, e «A tavola si mangia seduti», una regola educativa. Modificare il linguaggio quotidiano ha conseguenze positive perché aiuta a comunicare in una modalità più legata ai fatti che alla rabbia del momento. Per esempio, al classico «Di chi è la colpa?», che si basa su un concetto di bene, male e la ricerca di un colpevole, meglio sostituire «Che cos’è successo?», che punta a una spiegazione più obiettiva. Perché è sbagliato dire «Sei cattivo!» a un bambino: per una comunicazione efficace è fondamentale distinguere la persona dal comportamento. Dunque, possiamo fare i cattivi, ma non siamo cattivi.