Elfo di Natale

Conosci la storia dell’elfo di Natale?

Si tratta di un libro, ma anche di una vecchissima tradizione: leggi la storia dell'elfo di Natale e (ri)scopri un pizzico della magia d'infanzia

Conosci “Elf on the shelf“? Pubblicato nel 2005 negli Stati Uniti, “The Elf on the Shelf: A Christmas Tradition“ è un libro per bambini scritto da Carol Aebersold insieme alla figlia Chanda Bell e illustrato da Coë Steinwart. Anno dopo anno, l’elfo sulla mensola è diventato una nuova tradizione di Natale, ecco perché.

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“Elf on the shelf”, il libro

Il libro “Elf on the shelf” è corredato di un piccolo elfo in modo da realizzare insieme a tutta la famiglia la tradizione dell’elfo sulla mensola come indicato fra le righe del libro scritto di Carol Aebersold e Chanda Bell. Di che cosa si tratta? L’elfo viene mandato da Babbo Natale e adottato dalla famiglia: osserverà i bambini di casa ascoltando i loro desideri e valutando se sono stati abbastanza buoni da meritare i futuri doni natalizi.

Posizionato bene in vista fra le pareti di casa, negli Stati Uniti di solito arriva il giorno dopo il Ringraziamento, di solito il quarto giovedì del mese di novembre, ed è destinato a restare per tutto il periodo delle feste. In Italia, invece molti posizionano l’elfo in occasione dell’Immacolata, la festa che più segna l’inizio dell’attesa natalizia. Durante il giorno il piccolo elfo resta immobile, come ogni giocattolo di casa, mentre di notte, quando arriva il buio, torna al Polo Nord da Babbo Natale a spifferare il suo rapporto giornaliero sul comportamento dei più piccoli. A proposito, ai bambini è vietato toccare l’elfo, pena la perdita di magia di quest’ultimo.

Davvero è giusto insegnare che tutte le nostre azioni siano osservate e valutate da qualcuno? La vera bontà è gratuita, la trasformazione autentica accade quando fai qualcosa perché realmente te lo detta il cuore

Esercizi di consapevolezza

Paura? Un po’, decisamente. Il gioco di posizionare un elfo che ci osserva da una mensola di casa nasconde un principio di autocoscienza. Di che cosa si tratta? Si tratta della consapevolezza che abbiamo di noi stessi. Il principio di osservare se stessi dall’esterno segna l’inizio di questo processo ed è, per esempio, quello che si fa durante una seduta di meditazione, oppure… attraverso la finzione di un oggetto come un giocattolo. L’immaginazione aiuta la coscienza a diventare consapevole di sé.

Tuttavia, nel caso di un bambino (o persino di noi adulti!) la questione si complica. Davvero è giusto insegnare che tutte le nostre azioni siano osservate e valutate da qualcuno? Davvero fa gioco alla nostra crescita pensare che “dobbiamo essere buoni e bravi” e farlo per ottenere cose, doni, meriti o regali materiali? In fondo, una storia classica come il burattino Pinocchio ideato da Carlo Collodi alla fine dell’Ottocento ci insegna un’importante lezione valida ancora oggi: la vera bontà è gratuita, la trasformazione autentica accade quando meno te l’aspetti, quando fai qualcosa perché realmente te lo detta il cuore e non perché hai aderito al conformismo dettato da una regola.

Elfo di Natale

Elfo di Natale: la parte divertente

La tradizione racconta che l’elfo, quando prende vita durante la notte, combina un sacco di guai e piccoli incidenti domestici che i bambini il giorno dopo amano raccontarsi e che… probabilmente diverte anche i genitori, che una volta tanto possono cogliere l’occasione per seminare un pizzico di caos in giro per casa. Dov’è la magia? La magia è nell’imprevedibile, nelle cose che esulano dal nostro controllo, nei piccoli e grandi eventi della vita quotidiana capaci di sorprenderci e stupirci. Lì, proprio in quel luogo che sfugge alle nostre definizioni spazio-temporali, trova posto la nostra fantasia e si radica la capacità di immaginare.

Consumismo e ansia di controllo? Forse. Accanto alla popolarità ottenuta non mancano le storie di chi racconta il contrario. A differenza di un normale giocattolo, con l’elfo non si può interagire e oltre a spifferare tutto scompare improvvisamente senza lasciare traccia

La storia del piccolo popolo

Non temere, la storia è molto più antica e mirabolante di così. Fate, gnomi, folletti ed elfi esistono da giorni antichissimi, che si perdono nella notte dei tempi e sono presenti nella mitologia di molti Paesi nel mondo. In Scandinavia la storia popolare racconta che gli elfi fossero protettori della casa. Alla fine dell’Ottocento lo scrittore americano Clement Clark Moore compone una poesia in cui narra di un vecchio e allegro elfo che aiuta Babbo Natale a confezionare i doni di Natale. La poesia è “Twas The Night Before Christmas” e sarà d’ispirazione a molti altri.Ma la storia degli elfi è molto più di questo.

La parola “sidhe” in gaelico, la lingua parlata dai Celti nelle isole britanniche, indicava, letteralmente, il “popolo delle Colline”, il popolo dei Túatha Dé Danann, discendenti della dea primordiale Danu, i quali abitavano sotto la collina fatata di Knockma, in seguito dispersi e diventati i guardiani dei laghi irlandesi e scozzesi, secondo alcune voci della tradizione.

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Gli elfi esistono davvero?

Degli elfi scrive William Shakespeare in “Sogno di una notte di mezza estate” senza contare un lungo elenco di libri della letteratura contemporanea, quale la lunga saga di John Ronald Reuel Tolkien, scrittore e filologo britannico nato negli ultimi anni dell’Ottocento, autore del celebre volume The Lord of the Rings, Il Signore degli Anelli, considerate una delle opere più interessanti del XX secolo. Sono numerosi gli avvistamenti e le storie leggendarie dei viandanti sorpresi da un incontro con uno del piccolo popolo. “Il regno segreto”, scritto verso la fine del Seicento da Robert Kirk, ministro di culto e appassionato di folklore, descrive questa magica comunità presente nelle Highlands scozzesi. Ma fate, elfi e gnomi popolano i boschi di molte culture, da una parte all’altra del mondo.

Nascosti nei boschi, là dove la natura è ancora incontaminata e le ombre confondono, appaiono quando meno te l’aspetti. In Islanda si narra che gli Huldufólk si nascondono fra le fessure delle rocce e le loro piccole case sono ovunque nel territorio, tanto che in occasione del Capodanno è usanza lasciare intorno a casa piccoli doni e illuminare tutto intorno a casa con lanterne e candele, per aiutare gli elfi a trovare la strada. Gervasio di Tilbury, all’inizio del Duecento, li descriveva così: vecchi e sorridenti, minuscoli, alti mezzo pollice e vestiti di stracci cuciti insieme. I folletti, burloni, amanti di scherzi e feste, a volte possono aiutare o… giocare brutti tiri.

Il “fuddettu” era una piccola creatura dedita a fare scherzetti alla gente. Abbiamo un po’ perso il gusto di fare scherzi, vero? Ma… se il segreto per rendere più magica la vita fosse proprio questo?

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Rendi più magica la tua vita

Se credi che siano solo vecchie storie sappi che il popolo invisibile degli elfi è riuscito a bloccare le ruspe ed è accaduto non molto tempo fa, nel 2014. La costruzione della superstrada che doveva collegare Reikjavik alla penisola di Alftanes si è arrestata perché nei campi di lava di Galgahraun abita da tempo immemorabile il piccolo popolo. Quello del Hallmundarhraun è un campo di lava che in Islanda è stato creato dai vulcani che si trovano sotto i ghiacciai Langjökull e Eiríksjökull: grotte e tunnel, fra cui Viðgelmir, considerata la grotta più grande al mondo, hanno contribuito a trasformare l’area in zona protetta. Così, in questo caso ecologia e tradizione si sono strette la mano in un patto virtuoso.

Per avvistare il piccolo popolo è necessaria, ci raccontano, la “seconda vista”: è l’abilità dei veggenti, ma anche dei bambini, quella che la maggior parte di noi ha perduto dopo l’infanzia ma che, ricordano le tradizioni legate al Natale, può essere recuperata quando torniamo a credere nella magia. Per iniziare a rendere un pizzico più magica la nostra vita a volte basta poco; un oggetto di casa scambiato, un gesto che non faresti ma che ti fa uscire dalla solita routine. Una sorpresa, proprio quello che amano i bambini e loro sì che ne sanno di magia.

A Reggio Calabria il “fuddettu” era una piccola creatura dedita a fare scherzetti alla gente. Abbiamo un po’ perso il gusto di fare scherzi; un tempo, raccontano, gli anziani, se ne facevano molti di più, sarà che, forse, era un modo di ingannare il tempo con poco, divertendosi insieme. Scompiglia il tuo quotidiano con piccoli atti di bellezza, usa gli occhi dell’immaginazione per colorare l’esistenza di ogni giorno, trova la gentilezza dell’anima: nel piccolo il grande e nel grande il piccolo, chissà che non sia questa l’autentica magia che possiamo imparare dal piccolo popolo.

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