FASHION-JAPAN
A model displays a creation by Japanese designer Hirdenori Kumakiri during the "Beautiful People" 2015-16 autumn/winter collection in Tokyo on March 17, 2015, during Fashion Week Tokyo. AFP PHOTO / Yoshikazu TSUNO (Photo credit should read YOSHIKAZU TSUNO/AFP/Getty Images)

L’intelligenza è la nuova bellezza. Ed è pure chic

Essere intelligenti vuol dire fare tutto in modo intelligente. Non solo lavorare, parlare, agire. Si fa anche l'amore, in modo intelligente. E questo cercano gli uomini. Finalmente!

Con un’attenta ricerca si possono trovare anche delle buone notizie, in rete.
Ed è quello che secondo me bisogna fare, per affrontare a testa alta e cuore e mente aperti il mondo difficile che ci troviamo di fronte.
Tra le buone notizie, c’è quella che negli ultimi anni l’intelligenza si è fatta strada, in modo sottile ma inesorabile, come una delle caratteristiche che rendono una donna attraente.
Ci voleva tanto, direte voi. Eppure sì, ci voleva tanto. Ci vuole ancora tanto. Sappiamo che spesso l’intelligenza è percepita come una minaccia. Sappiamo che l’educazione delle donne in certi paesi è ancora tabù, come lo era da noi centinaia di anni fa.
Mi ha colpito soprattutto che il sito di incontri online OkCupid, che in America ha dimensioni gigantesche e quindi è davvero rappresentativo, nel costante aggiornamento dei termini con cui le persone che si iscrivono possono definire se stesse e le loro preferenze, ha aggiunto il termine sapiosexual, intendendo qualcuno che è sessualmente attratto dall’intelligenza.
Anche qui, sembra ovvio. Perché l’intelligenza è quella cosa che pervade il modo in cui si fanno le cose, tutte le cose. Si lavora, si studia, si parla, si agisce in modo intelligente. Si pulisce la casa, in modo intelligente. Si fa anche l’amore, in modo intelligente. Ed è sicuramente più bello, più fantasioso, più ricco, più soddisfacente.

E per tornare al tema di questo blog, che è anche quello del mio Chic After Fifty, si è anche più chic, se ci veste con intelligenza. A questo proposito, parto da un altro articolo, che ho letto tempo fa sul quotidiano britannico The Guardian. Era un articolo sulla moda, sul vestire senza calze. Secondo la giornalista lo stare senza calze, oltre ad essere chic, era un segno di appartenenza alla minoranza ricca e privilegiata, perché per stare senza calze bisogna avere un sacco di tempo da dedicare alla cura delle gambe, cerette e creme e lampade ecc.
Io francamente penso che girare in inverno senza calze non sia intelligente. Al dì della manutenzione e del significato simbolico.
Ci sono calze bellissime, colorate, lavorate, ricamate, che addirittura possono dare una svolta al look più semplice: una gonna nera e un piccolo pullover, con un bel paio di calze o di un colore contrastante o di una bella lavorazione diventano forti e originali. Le classiche calze nere, spesse e opache, accompagnate dalle stringate maschili con una bella suola, tolgono volgarità alle gonne corte e rendono facili i pantaloni cropped. Per non parlare dei calzini, con i quali davvero ci si può sbizzarrire!
Quindi, care amiche cinquantenni e non, lavoriamo sulla nostra intelligenza. Coltiviamola, nutriamola, coccoliamolo, amiamola. Ce ne potrà venire solo del bene. E ne verrà molto bene anche al mondo intorno a noi, che ne ha un gran bisogno.

Come sempre, i vostri commenti sono graditissimi!

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