Daniele Lupo, l’argento dopo il tumore

La commovente storia di Daniele Lupo: ha conquistato la medaglia d'argento nel beach volley a Rio dopo aver sconfitto una cancro alle ossa.

L’Italia nel beach volley non era mai andata così in alto. Ai Giochi di Rio la coppia formata da Daniele Lupo e Paolo Nicolai, è arrivata in finale vincendo la medaglia d’argento. 

Papà italiano e mamma kazaka

Ma questa finale è particolare anche per la storia personale di uno dei due beacher, Daniele. Daniele Lupo, 25 anni, viene da Roma. Dalla madre kazaka ha erediato i lineamenti degli occhi, dal papà e dal nonno la passione per la pallavolo sulla sabbia. E con loro che inizia a divertirsi e a giocare sul litorale di Fregene, imparando i principali rudimenti di questo sport. Nel 2010 debutta come professionista, nel 2012 è alle Olimpiadi di Londra già in coppia con Nicolai. Arrivano quinti. Due anni dopo, nel 2014, sono campioni d’Europa.

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Con Paolo Nicolai (a sinistra)

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Con la medaglia d’argento vinta a Rio

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In azione contro la Russia, sempre a questa edizione delle Olimpiadi

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Un tumore alle ossa

Poi, un anno fa, la carriera di Daniele ha rischiato bruscamente di fermarsi. Un giorno mentre si allena per il Mondiale sente un forte dolore al ginocchio. Il medico che lo visita scopre che ha un tumore alle ossa. Una notizia che gelerebbe chiunque. “All’inizio” ha raccontato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport “dico la verità, da come me l’avevano messa, da come mi avevano spiegato le cose, non mi sono nemmeno spaventato più di tanto. Mi avevano detto che era una cosa da togliere e basta. Sapevo che la chemioterapia probabilmente sarebbe stata necessaria e pensavo alla stagione che avrei perso o che mi sarei vergognato a farmi vedere senza capelli dalla mia ragazza Alice. Paure stupide, a ripensarci ora.”

Il ritorno 

Pochi giorni dopo la diagnosi viene operato. L’intervento va bene ma deve aspettare due settimane per accertare se l’alieno, come Oriana Fallaci chiamava il cancro, se ne sia definitivamente andato. “Sono giorni” confida “in cui fai pensieri che mai avevi nemmeno sfiorato”. E’ il primario dell’ospedale, con una telefonata, a comunicargli l’esito degli esami. L’incubo è finito e non è necessaria neppure la chemioterapia. Daniele sta bene e 3 settimane dopo, terminata la convalescenza, può tornare a giocare sulle spiagge di tutto il mondo. Compresa quella di Copacabana, dove ha fatto l’impresa conquistando la prima medaglia olimpica italiana in questo sport.

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