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Bonus baby sitter: come si chiede e come funziona

Le aziende ora invece del premio di produzione possono dare soldi o voucher per pagare baby sitter, asili nido, badanti e libri di testo. Ecco tutte le informazioni

La Legge di stabilità 2016 prevede che da quest’anno le aziende possano sostituire il premio di produzione destinato ai dipendenti meritevoli con benefit di “welfare aziendale”, cioè soldi o buoni per pagare baby sitter, asili nido, badanti, libri di testo o rette universitarie dei propri figli. Ognuno è però libero di scegliere tra il premio classico e i nuovi benefici. Ecco come funzionano quest’ultimi.

Che bonus fornisce l’azienda

«Al posto del classico premio in denaro possono essere corrisposti rimborsi (bonus) per il pagamento di servizi per l’assistenza (come la baby sitter) e l’istruzione dei familiari» spiega Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia. «L’azienda può anche fornire direttamente buoni da utilizzare presso strutture convenzionate o voucher nominativi. Nel caso di anticipo della somma, il lavoratore dovrà consegnare le fatture e gli scontrini che attestano le spese sostenute».

Perché conviene «Il premio di produzione in welfare è esente da tasse e contributi fino a un massimo di 2.000 euro per i lavoratori con un reddito lordo annuo di non più di 50.000 euro» dice la Gilardoni. Anche l’azienda ci guadagna perché il costo è interamente deducibile.

Come si ottiene il bonus

L’azienda deve stipulare un accordo con il sindacato. «Non richiede molto tempo e i lavoratori possono essere parte attiva. Bisogna coinvolgere il rappresentante sindacale o, se la società è piccola, un sindacato territoriale. Le due parti devono definire le condizioni per la maturazione del premio di produzione (un obiettivo di fatturato, per esempio)» spiega la Gilardoni. «L’accordo va depositato alla Direzione territoriale del lavoro».

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