donna farmacia

Cashback sanitario: cos’è e come funziona

Il cashback sanitario permetterà di ricevere il rimborso delle spese mediche direttamente sul conto corrente invece che in detrazione fiscale. Come funziona e quando entra in vigore

La novità del cashback sanitario è di quelle che piacciono a tutti i contribuenti, se non altro perché semplifica la vita e non di poco. In più permetterà di ottenere rimborsi – nello specifico per spese sanitarie – in tempi decisamente più veloci.

Cashback sanitario: quando entra in vigore

Il cashback sanitario è stato proposto dal Movimento 5 Stelle e approvato dal Governo: procede nel suo iter e dovrebbe diventare realtà con il prossimo anno fiscale, quindi con il 2023 sulle spese dello stesso 2023.

Si tratta della possibilità di ottenere rimborsi per le spese di carattere sanitario direttamente sul proprio conto corrente e non più sotto forma di detrazione fiscale, da richiedere appositamente in fase di compilazione della dichiarazione dei redditi.

Ecco come funzionerà il cashback sanitario.

Cos’è e come funziona il cashback sanitario

Il nome cashback sanitario lo indica chiaramente: assomiglia e rievoca il cashback che era stato introdotto a suo tempo dal Governo Conte e che poi è stato cancellato dall’esecutivo Draghi. Si tratta di un vero e proprio rimborso.

La differenza, però, sta nel fatto che riguarda le sole spese mediche che si sono sostenute e che possono essere rimborsate comodamente e direttamente sul proprio conto corrente.

Il cashback sanitario è stato pensato per snellire le procedure relative ai costi di farmaci, esami e analisi, visite o cure mediche, comprese l’assistenza e altre spese sociosanitarie. Non si dovrà più, quindi, chiedere le detrazioni al 19% in fase di dichiarazione dei redditi.

Autostrade: parte il Cashback con targa

VEDI ANCHE

Autostrade: parte il Cashback con targa

Cosa cambia con il cashback sanitario: rimborso immediato

Il meccanismo di funzionamento del cashback sanitario dovrebbe essere analogo, come detto, al cashback per gli acquisti che era in vigore nel 2020/2021, e che permetteva di ottenere un rimborso del 10% su quanto comprato con pagamenti elettronici. In pratica, quando si sostengono spese mediche detraibili, si dovrebbe anche comunicare la volontà di aderire a questa formula di rimborso che, tramite un codice identificativo riportato sia sul mezzo di pagamento sia nella fattura elettronica o scontrino o bollettino, permetterà di effettuare il rimborso automatico. Ovviamente sarà necessario fornire gli estremi del proprio conto corrente. In alternativa, se il cittadino non volesse aderire, potrebbe continuare a chiedere la detrazione al 19% quando compila il 730.

Il rimborso del cashback avverrà su piattaforme dedicate

Infine, si parla di piattaforme alle quali appoggiarsi, come per la lotteria degli scontrini o il cashback “base”: «In realtà non è detto che sia necessario: esiste già il sistema sanitario. Se lo scontrino riporta il codice fiscale del prodotto acquistato o del servizio, è già possibile abbinare in modo automatico quella spesa a un contribuente, che quindi può ottenere il rimborso in tempi rapidissimi» spiega Mauro Nicola, consigliere della Fondazione nazionale dei Commercialisti.

Il cashback sanitario vale solo per le spese mediche tracciabili

La novità, che ha già ottenuto il via libera da parte del Governo, ma deve seguire l’iter di approvazione parlamentare (è prevista da due emendamenti alla legge delega di riforma fiscale), è subordinata a un requisito: varrà solo per le spese mediche tracciabili, quindi liquidate con pagamento elettronico come bancomat o bonifico.

Quando entra in vigore il cashback sanitario

Perché diventi effettivo, il cashback sanitario deve ancora ottenere il semaforo verde da parte del Senato. «Ci arriveremo, ma occorre del tempo. Come spesso accade in Italia, tra la concezione di un’idea e la sua messa in pratica passano in media 18 mesi. In questo caso potrebbero volercene di meno» aggiunge il dottor Mauro Nicola. Nel frattempo occorre definire alcuni dettagli: ad esempio, deve essere terminata un’indagine conoscitiva sulla digitalizzazione ed interoperabilità delle banche dati fiscali, prodotta dalla Commissione bicamerale di vigilanza sull’Anagrafe Tributaria.

Riproduzione riservata