scatola vuota

Occhio alle 5 truffe di Natale!

Pacchi fantasma, app trappola e altri bidoni. Ecco le truffe del periodo natalizio


A ridosso di Natale si moltiplicano le segnalazioni di truffe tradizionali e online, a tema, congegnate anche tenendo conto delle particolarità di questo periodo dell’anno. Scatole vuote consegnate da finti corrieri, con pagamenti brevi manu. Soldi estorti per recapitare “pacchi fantasma”. E-mail dal clone di Sda, la società di spedizioni del gruppo Poste italiane. Bonus e omaggi inesistenti. App potenzialmente insidiose. Optional a pagamento mai richiesti alle società di telefonia e puntualmente addebitati.

Dicembre è per eccellenza il mese dei regali, delle sorprese e delle novità. Per “gli artisti della truffa”, sul web come a domicilio, l’occasione diventa imperdibile.

1. Il clone di Sda e le email fasulle

Sono fasulli i messaggi di posta elettronica apparentemente inviati da Sda, la società di spedizioni delle Poste italiane. A mettere in guardia gli utenti, con un avviso pubblicato sul sito ufficiale, è la stessa azienda. Il sistema non è inedito. Alle persone nel mirino giunge una email con il nome e il logo Sda e con alcuni link. La comunicazione, scritta in un italiano approssimativo e pieno di errori, riporta il codice di spedizione di un pacchetto, la data di arrivo e l’invito a stampare una etichetta, necessaria per ritirare il plico nell’ufficio postale.

Il messaggio esca

Ecco il contenuto della email: “Se il pacco non viene ricevuto entro 3 giorni lavorativi – ecco che si getta l’amo, minacciando grosse spese se si perde tempo – Sda Express ha il diritto di chiedere un risarcimento da voi. Per esso sta tenendo nella quantità di 79,97 EUR per ogni giorno di conservazione”. Peccato che non ci sia niente di vero e che si corra il rischio, seguendo le istruzioni e cliccando sui link, di essere derubati di informazioni personali e dati sensibili.

Come difendersi

“Si tratta di un’azione fraudolenta assolutamente non autorizzata. Tali email – ripete l’autentica società – non sono comunicazioni di Sda. Se doveste riceverle, raccomandiamo di non cliccare su nessuno dei link o degli allegati contenuti. Potrebbero danneggiare il vostro computer”.

Per stare tranquilli, e protetti, basta eliminare i messaggi esca. “Sda non richiede mai tramite email informazioni personali, numeri di conti correnti, Id o password di vario genere. Soprattutto – si insiste – Sda non richiede tramite email il pagamento di spedizioni non effettuate realmente”.

Nel caso si venga agganciati, il consiglio è di comunicarlo a [email protected]. E se si hanno dubbi, meglio contattare il numero telefonico per l’assistenza ai clienti, purtroppo non gratuito (199.113366).

2. La telefonata con il finto pacco inviato dalla polizia

La questura di Firenze, chiedendo di tenere alta la guardia, dà notizia di due tipologie di imbrogli attuati con mezzi “tradizionali”.

Una signora di 60 anni residente in città è stata contattata telefonicamente da uno sconosciuto. L’interlocutore le ha annunciato l’arrivo di un pacco inviato dalla polizia, ritirabile dietro pagamento di poco più di cento euro. Il raggiro non è andato in porto perché la donna ha chiamato il 113, come si consiglia di fare in situazioni simili, e ha chiesto chiarimenti.

3. Il fattorino che consegna la scatola vuota

Un uomo, sempre nel capoluogo toscano, è stato raggirato da un falso addetto alle consegne a domicilio. Il fattorino, pretesi e incassati mille euro, gli ha consegnato una scatola, in teoria con dentro un personal computer. In realtà il pc all’interno non c’era. Ma il malcapitato di turno se ne è accordo troppo tardi. “Per evitare di cadere in trappola – ripetono i poliziotti autentici – basta una semplice verifica, con un telefonata breve e gratuita ai centralini delle emergenze”. E se poi succede, se si abbocca all’amo, non bisogna lasciarsi prendere dalla vergogna. Anzi. L’invito è a denunciare ogni episodio, per consentire di avviare indagini mirate e per far sapere a tutti, in funzione preventiva, come avviene ogni singolo tentativo di truffa.

4. Il voucher di Decathlon su WhatsApp

Ormai è un evergreen, riproposto in vista del Natale. Gli imitatori di marchi conosciuti offrono voucher, inesistenti, a patto che si aderisca a un sondaggio sul web. Adesso, di nuovo, è la volta di Decathlon. Ma la catena di abbigliamento sportivo non sta distribuendo alcun buono sconto, non tramite WhatsApp. I messaggi che promettono bonus da 200 euro, in cambio della compilazione di un questionario, sono da buttare. E’ sconsigliato rispondere alle domande e seguire le istruzioni. Altrimenti, e in modo inconsapevole, ci si può ritrovare abbonati a costosi servizi extra di telefonia, onerose suonerie per il cellulare, giochini che erodono il credito.

5. Le App gratuite con i virus

Durante le feste, ricordano ancora gli specialisti della polizia postale, “molti utenti di smartphone e tablet scaricano app gratuite per avere accesso a promozioni o negozi online, per creare e inviare cartoline di Natale o attivare giochi”. Questi prodotti software, però, “possono anche nascondere virus o malware”. Un pizzico di prudenza e di diffidenza non guasta. E per tutelarsi spesso serve davvero poco:

-scaricare le app dai siti ufficiali;

-leggere con attenzione le descrizioni dei programmi;

-consultare eventuali recensioni di altri utenti;

-evitare che i minori possano scaricare le app da soli.

6. I servizi di telefonia a pagamento

L’attivazione illegale di servizi di telefonia a pagamento, a insaputa degli interessati, è un fenomeno che preoccupa particolarmente gli investigatori della polpostale. “Stiamo verificando varie posizioni a seguito di segnalazioni – scrivono nella pagina Facebook Una vita da social – ma sembra che alcuni negozianti di propria iniziativa abbiano attivato, in maniera fraudolenta e autonoma, servizi a pagamento sul piano tariffario di clienti dei quali conoscevano le generalità. Al momento si ignorano l’entità della truffa e i dettagli precisi di ogni singola operazione fraudolenta”. Alle vittime viene suggerito “di non limitarsi al recesso dall’offerta non richiesta, ma di informare sempre le autorità competenti e con una denuncia formale”. Il sospetto è che “il giro sia più grande di quanto possa sembrare e che siano coinvolti numerosi esercizi commerciali”.

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