Vaccini, rischio caos in nidi e asili a settembre

Il punto sulla questione dei vaccini: dal mondo della scuola arriva il no alle dichiarazioni fai da te, con la richiesta di cancellare gli emendamenti alla legge Lorenzin. Le mamme di bimbi più vulnerabili lanciano una petizione online

Vaccini, rischio caos alla riapertura di nidi e materne, a settembre. Il Senato ha approvato la conversione del decreto legge Milleproroghe, quello che contiene gli emendamenti gemelli (uno targato M5S, l’altro Lega) che posticipano di un anno il divieto di ammettere nelle strutture i bimbi senza vaccinazioni. Ma la Camera esaminerà il testo solo dopo la pausa estiva e dunque l’approvazione finale slitterà in avanti, quando alcune scuole d’infanzia saranno già pienamente operative (in Trentino si comincia il 3 settembre, a Bolzano e Milano il 5 settembre) e altre staranno per riprendere l’attività (a uffici aperti da inizio mese). La discussione generale è stata messa in calendario, a Montecitorio, nel pomeriggio dell’11 settembre. Il voto finale è previsto per il 12 e il 13 settembre.

Cosa succederà a settembre?

Ma che cosa dovranno fare i genitori no vax, nel frattempo? E come si regoleranno i responsabili di giardini e scuole d’infanzia? Che impatto avrà il cambio in corsa della normativa, giorni dopo la prima campanella? Se e quale documentazione andrà esibita? Fino a quando? Un pasticciaccio, insomma. Anche perché si prospettano e si incrociano scenari diversi. Poiché gli emendamenti non sono stati ancora approvati in via definitiva – e fino al mese prossimo non succederà, come detto – lo slittamento del “divieto di accesso” ai no vax al momento è solo virtuale ed entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, a metà settembre o verso la fine, in caso di slittamento del voto dei deputati (il decreto legge Milleproroghe va convertito entro il 25 settembre, pena la decadenza).

Cambio in corsa delle direttive

Nel giorni di transizione tra il vecchio e il nuovo (tra il non inserimento e l’inserimento dei bimbi non vaccinati) dovrebbe valere la circolare diramata a luglio dal ministro della Salute Giulia Grillo, bypassata dai colleghi grillini di Palazzo Madama: per l’ammissione dei bimbi a nidi e asili non si dovrà esibire alcuna documentazione sanitaria ufficiale, basterà presentare l’autocertificazione dell’avvenuta vaccinazione. Poi, da quando diventeranno effettivi gli emendamenti, non servirà più nemmeno la pezza d’appoggio fai da te. In nidi e materne entreranno tutti, di fatto sospendendo per un anno gli obblighi vaccinali.

Non è detta l’ultima parola, però. Gli emendamenti gemelli potrebbero essere bocciati dalla Camera, opzione che al momento appare assai remota, e non ci sarebbe alcun posticipo dell’obbligo vaccinale. Alcune Regioni potrebbero disciplinare la materia con proprie direttive, più restrittive, in contrasto con le istruzioni romane a maglie larghe e con il Milleproroghe in lavorazione. La circolare Grillo potrebbe essere ignorata e disapplicata da chi ritiene – in primis l’associazione di dirigenti scolastici Anp, la sigla più rappresentativa – che le semplici diposizioni ministeriali non abbiano forza sufficiente per modificare la legge Lorenzin, le norme generali sulle certificazioni e quindi le condizioni per l’ammissione a nidi e materne.

Confusione, incertezza, timori

Comunque andrà, saranno problemi e confusione. Per le famiglie. Per le aziende sanitarie. Per le regioni e pure per i comuni. Per le strutture e per il personale. Mentre la polemica politica continua a montare, e tra i grillini si contano le prime defezioni, prende posizione l’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici, Anp. I vertici hanno chiesto un incontro urgente al ministro della Salute, hanno avuto un primo confronto con una delegazione guidata dal capo di gabinetto del dicastero e vanno giù duri, annunciando uno strappo. Non accetteranno le semplici autocertificazioni dell’avvenuta vaccinazione, ma chiederanno l’attestazione ufficiale delle Asl, pena la non ammissione dei bimbi no vax. “Il diritto alla salute- ripete il presidente nazionale, Antonello Giannelli – viene prima del diritto allo studio”.

I presidi della Lombardia: “Follia legislativa”

Massimo Spinelli, presidente della sezione Lombardia della stessa Anp, incalza: “Non è accettabile che si scarichino sulle scuole problematiche così complesse e contraddittorie. Non sappiamo nemmeno che cosa ci aspetti esattamente. L’anno scorso ci siamo prodigati per raccogliere le certificazioni, scontrandoci con le famiglie contrarie alle vaccinazioni, caricandoci di nuovi compiti. Adesso entriamo in una fase di follia normativa. Siamo frustrati, arrabbiati. Tutto ci viene calato addosso dall’alto, senza interpellarci, con tempi e modi che interferiscono con l’avvio delle attività. E le grane spicciole le dobbiamo gestire tutte quante noi”.

A Milano una task force per orientare le famiglie

Il comune di Milano, in attesa di vedere che cosa succederà a settembre sul piano legislativo, sta creando una task force da schierare a fianco di mamme e papà: “Servirà per aiutare le famiglie ad orientarsi nel groviglio di direttive che andranno a sovrapporsi, salvo marce indietro in Parlamento, e nelle indicazioni contraddittorie che arrivano da Roma”. Per consentire l’accesso a nidi e asili, fino a disposizioni di legge diverse, nel capoluogo lombardo “sarà richiesta almeno l’autocertificazione”. Ma “grande è la preoccupazione per tutti bimbi e in particolare per gli immunodepressi e per quelli che per comprovati motivi di salute non possono essere vaccinati all’età canonica”.

Bimbi fragili: la petizione delle mamme 

Intanto, in pochi giorni, ha superato quota 88mila firme la petizione lanciata su change.org da Iovaccino. L’appello riprende e diffonde l’accorata lettera di un gruppo di mamme di bimbi trapiantati immunosoppressi ed esposti a malattie virali, con i rischi di contagio che si moltiplicano in presenza di piccoli non vaccinati. “Si vuole veramente giocare con la pelle dei nostri bambini? Noi non ci stiamo – scrivono le madri – e non lo permetteremo mai. I nostri bambini, tutti i bambini, hanno diritto a una protezione che un’autocertificazione non offre, perché non esiste nessuna garanzia di controllo e perché le conseguenze di un abuso di questo strumento non sarebbero limitate a chi lo commette e ricadrebbero sugli altri, proprio sui più fragili”. Tra tanti che hanno dato l’adesione, la Società italiana di farmacologia.

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