alessia pifferi
Alessia Pifferi, la donna di 37 anni che a Milano ha lasciato sola in casa sei giorni la piccola Diana, 18 mesi, morta di fame e di sete

La mamma che ha lasciato morire la sua bimba è pazza?

Ha sconvolto l'Italia la vicenda di Alessia Pifferi, la mamma che ha lasciato da sola in casa a Milano la sua bimba di 18 mesi per sei giorni. Sapeva che avrebbe potuto morire. Per questo è pazza?

Alessia Pifferi è matta? Finirà per essere dichiarata parzialmente incapace di intendere e di volere? Il suo caso ha sconvolto l’Italia. La donna di Milano, 37 anni, ha lasciato sei giorni in casa da sola la bambina di 18 mesi, nel lettino con un biberon, per seguire il compagno. Sei giorni, a quell’età, in una città cocente, da sola. E la piccola Nadia è morta di fame e di sete. Sui giornali si legge di un pannolino che la bimba avrebbe lanciato sul davanzale, pieno di vermi. Nessuno ha sentito, visto, immaginato.

diana uccisa da alessia pifferi

Esistono anche mamme crudeli

Questa vicenda ci sconvolge così tanto perché culturalmente non riusciamo ad accettare l’idea di una mamma assassina. Eppure è così. Ci sono anche mamme crudeli, come nelle fiabe.

La mamma è indagata per omicidio volontario

Alessia Pifferi ora è indagata per omicidio volontario nella forma omissiva, aggravato da futili motivi. Secondo l’accusa la bambina è stata lasciata a morire «di stenti, a causa del digiuno prolungato e della conseguente mancata assunzione di cibo e liquidi, dato che per la sua tenera età non era ovviamente in grado di sfamarsi da sola». Dopo due ore di interrogatorio – nel quale pare fosse lucida – è arrivata la convalida del fermo da parte del Giudice per le Indagini Preliminari, che ha disposto la custodia cautelare in carcere. 

Ogni due settimane un bimbo muore per colpa dei genitori

In Italia muore un bambino ogni due settimane, ucciso da uno dei genitori. Dal 2000 sono 480 i figli che non ci sono più, nella maggior parte dei casi uccisi dal padre, nel 35,8 per cento dalla madre. Tutti ci ricordiamo il delitto di Cogne nel 2002, sempre negato da Annamaria Franzoni. O quello nel 2014 di Santa Croce Camerina, quando Veronica Panarello strangolò il figlio di 8 anni, come ci ricorda l’avvocatessa Stefania Crespi, esperta penalista.

Perché il caso della piccola Diana è così crudele?

«Ogni “figlicidio” lo è. In questo caso, tuttavia, la morte è avvenuta per lo stato di abbandono: come si legge sulla stampa, secondo il GIP che ha applicato la custodia cautelare in carcere lo scopo della madre non era la morte della bimba, ma ne ha accettato il rischio: si tratta del cosiddetto dolo eventuale. La donna nel corso dell’interrogatorio di garanzia avrebbe detto proprio che sapeva che la bimba avrebbe potuto morire». 

La donna quindi sapeva le sofferenze a cui sarebbe andata incontro la bimba?

«Pare di sì, sempre da quello che si legge sulla stampa. Per il GIP la donna avrebbe una “forma di dipendenza psicologica dall’attuale compagno, che l’ha indotta ad anteporre la possibilità di mantenere una relazione con lui anche a costo dell’inflizione di enormi sofferenze … anche se non in forma commissiva”. Pare che non fosse la prima volta che la lasciava da sola a casa. Si legge infatti che aveva lasciato Diana da sola mesi fa prima per qualche ora, poi per più tempo. Sempre secondo il GIP, la donna è incline alla “mistificazione e strumentalizzazione degli affetti” senza “rispetto per la vita umana”» .

Questo vuol dire che Alessia Pifferi è pazza e sarà giudicata incapace di intendere e volere? 

«Pare che il Pubblico Ministero ritenga che non ci sia alcuna esigenza di richiedere una consulenza psichiatrica sullo stato mentale della donna. Questa potrebbe essere la strategia della difesa. Se giudicata incapace di intendere e di volere, non sarebbe imputabile”.  

Il processo durerà diverso tempo, la difesa punterà sull’infermità di mente?

«Non avendo dichiarato adesso la necessità di una consulenza psichiatrica sullo stato mentale della donna, sarà la difesa a “giocare questa mossa”: produrrà la propria documentazione e poi il Giudice potrebbe nominare un proprio perito per svolgere una relazione per stabilire l’esistenza o meno dell’infermità, al momento del delitto». 

Il fatto che Alessia Pifferi appaia ora lucidissima, vuol dire che non sarà giudicata incapace di intendere e volere?

«Ora non è possibile fare previsioni. Annamaria Franzoni è sempre stata lucidissima,  si dichiara ancora oggi innocente e non ha voluto ricorrere alla infermità mentale (i periti riconobbero uno “stato crepuscolare orientato”)».

Quindi la madre è matta o no?

«Non dobbiamo considerare a priori folli tutti quelli che compiono gesti del genere. Partiamo dal fatto che siano sani di mente, poi vedremo in base alla perizia che giudicherà la sua capacità di intendere e di volere. In buona sostanza, occorre attendere il processo penale».

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