Bonus baby sitter: come chiederlo

Il bonus baby sitter raddoppia e si potrà usare anche per i centri estivi: chi può chiederlo, come, dove viene caricato l'importo, cos'è il Libretto di famiglia

Introdotti con il decreto Cura Italia per venire incontro alle esigenze dei genitori che lavorano e hanno i figli a casa da scuola, i bonus baby sitter sono confermati anche nella Fase 2, con importi raddoppiati a seconda delle categorie interessate. A poterne fare richiesta sono sia i lavoratori dipendenti che gli autonomi, purché non usufruiscano già di altri benefici e anche se sono in smart working.

Bonus baby sitter 2020: dove fare la domanda

l bonus baby sitter 2020 sono nati come strumento per «sostenere i cittadini e aiutarli a fronteggiare il periodo di restrizioni previsto a causa dell’emergenza coronavirus, proprio come il bonus 600 euro Inps e il congedo parentale. Anche in questo caso a liquidarlo è l’INPS e la domanda va inviata sul sito dell’Istituto di Previdenza. La bozza del decreto Aprile, in approvazione a maggio, prevede non solo il mantenimento, ma anche il raddoppio delle cifre»  spiega Alessandro Longo, direttore responsabile di Agenda Digitale.

Le cifre

Il bonus baby sitter serve a pagare o compensare le spese relative all’aiuto nella gestione dei figli, a cui hanno fatto ricorso i genitori a partire dal 5 marzo 2020 e per tutto il tempo nel quale le scuole sono rimaste chiuse. «Proprio di fronte al prolungamento della chiusura e considerando l’avvicinarsi del periodo estivo, il governo ha pensato di rinnovare la misura, aumentando però gli importi. La bozza del decreto Aprile in approvazione nei prossimi giorni prevede il raddoppio delle cifre: da 600 a 1.200 euro per i lavoratori dipendenti di aziende private, autonomi o iscritti alla gestione separata; da 1.000 a 2.000 euro per gli operatori sanitari o del settore Difesa, particolarmente coinvolti durante l’emergenza sanitaria» spiega Longo.

Chi può chiederlo (anche in smart working)

Ne hanno diritto i lavoratori del settore privato, i titolari di imprese e in genere i lavoratori autonomi e iscritti alla Gestione Separata dell’INPGI, per un importo massimo di 600 euro al mese (1.200 da maggio). Il contributo arriva a 1.000 (2.000 con il nuovo decreto) nel caso di madri e padri che lavorano nel settore della Sanità (sia pubblica che privata accreditata), personale del comparto Sicurezza, Difesa e soccorso Pubblico, impiegato durante la crisi sanitaria. «Anche i lavoratori in smart working, dunque una modalità a cui si è fatto ricorso nelle scorse settimane, possono farne richiesta purché abbiano figli, perché sappiamo che la loro presenza e gestione da casa non è sempre compatibile con le esigenze professionali» spiega Longo.

Chi non può chiederlo

«Non bisogna aver fatto domanda anche per il congedo parentale, né essere in cassa integrazione né in disoccupazione, insomma non si deve ricevere altra forma di sussidio» prosegue Longo.

Si può usare anche per i centri estivi

«Pensando non solo alla Fase 2, ma anche al periodo estivo, il Governo segue la strada del prolungamento e dell’estensione della misura. Nel testo circolato finora si parla della possibilità di usare il bonus anche per l’iscrizione ai servizi integrativi per l’infanzia, ai servizi socio-educativi del territorio, ai centri estivi e ricreativi e per la prima infanzia» spiega il direttore responsabile di Agenda Digitale.

Come chiedere il bonus

Le richieste vanno presentate sul sito dell’INPS (qui la pagina dedicata), compilando l’apposita domanda e inviandola telematicamente. Al servizio online si accede con le credenziali PIN (erogato dopo la registrazione al primo accesso) o tramite SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi di Infocamere, una Usb o smart card che contiene un certificato di autenticazione digitale dell’identità, che può richiedere per esempio chi ha un’impresa artigiana).

Come richiedere il PIN

Se non si possiedono queste credenziali è però anche possibile accedere in modalità semplificata, con il solo inserimento del PIN (ricevuto via SMS/email dopo l’apposita domanda) oppure facendo richiesta presso i patronati. Esiste anche una modalità telefonica di richiesta, chiamando il Contact center dell’INPS (803 164 gratuito da rete fissa oppure 06/164164 da rete mobile con costo variabile a seconda dei gestori telefonici).

Come si ottiene il bonus

I pagamenti avvengono tramite il Libretto di Famiglia, un libretto nominativo acquistabile da chi ha necessità di prestazioni lavorative saltuarie, composto da titoli di pagamento del valore di 10 euro per prestazioni non superiori a un’ora. Qui l’INPS caricherà l’importo.

Quando viene caricato il bonus

Per poter usufruire del bonus sia il prestatore (baby sitter) che l’utilizzatore (famiglia) devono essere registrati sulla piattaforma per il lavoro occasionale dell’INPS (direttamente dal sito, tramite intermediari come i patronati o attraverso il Contact Center), che procederà poi alle verifiche dei requisiti. Se accolta, la domanda presentata entro il 3 del mese successivo alla prestazione svolta «andrà in pagamento entro il 15 dello stesso mese» come precisato dall’INPS.

Boom di baby sitter

Il bonus, dunque, viene incontro alle esigenze dei genitori lavoratori che, stando ai dati delle piattaforme specializzate nella ricerca di baby sitter, hanno registrato un vero e proprio boom già con il lockdown. Secondo Sitly, il 51% dei genitori si è trovato a lavorare in smart working, dovendosi dividere tra gli impegni professionali e quelli di accudimento dei figli. Solo nell’ultima settimana di aprile, in vista della prima riapertura, si è registrato un aumento del 650% di richieste di baby sitter rispetto allo stesso periodo di marzo. Secondo la piattaforma Yoopies quasi 7 genitori su 10 ritengono che la baby sitter sia l’unica soluzione durante la Fase 2 e quasi la metà (48%) ha già richiesto o intende inviare la domanda per il bonus baby sitting, anche se solo il 9% la ritiene una misura realmente capace di fronteggiare l’emergenza.

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