

Ci scrivete in redazione chiedendo di parlare di diastasi addominale, un disturbo poco noto anche se molto diffuso, legato alla gravidanza. Pubblichiamo le vostre storie e vi invitiamo a mandarcene altre, per aiutare le donne che ne soffrono
La diastasi addominale è un disturbo legato alla gravidanza, poco conosciuto anche se molto diffuso. Noi di Donna Moderna ce ne siamo occupati dopo aver ricevuto la lettera di Elena, una giovane mamma che, dopo averne sofferto ed essere guarita, ha deciso di divulgare il più possibile le informazioni su questa patologia. E si sta battendo perché sia riconosciuta come tale.
In redazione abbiamo deciso di darle una mano. Elena ha creato un sito a disposizione di chi cerca informazioni, con tanto di riferimenti medici e clinici. Nel frattempo ha dato vita all'associazione Diastasi Donna - Unite per il Servizio Sanitario Nazionale, che ha anche una pagina Facebook (Diastasi Donna - Unite per il Servizio Sanitario Nazionale) in cui le donne si raccolgono per scambiarsi consigli, trovare ascolto e soluzioni attraverso ospedali e chirurghi che operano in convenzione con il SSN. L'associazione si batte per il riconoscimento della diastasi come patologia ed è stata ricevuta anche in Parlamento, con l'obiettivo - in futuro - di inserire la patologia nei Lea.
Intanto il mondo della medicina sta cercando di rispondere all'aumento delle richieste di informazioni e interventi da parte delle donne, con uno sguardo a 360 gradi, sia nella fase della diagnosi sia in quella post operatoria. Perché la diastasi non riguarda solo il chirurgo generale, ma anche il chirurgo plastico, il fisioterapista, l'ostetrica, i tecnici di radiologia, i farmacisti.
Ma quante donne si accorgono di avere la diastasi addominale? Ne soffrono circa due terzi delle donne in gravidanza. Spesso si risolve nei primi 4-5 mesi dal parto. Ma cos'è la diastasi? È la separazione fiiologica delle due fasce del retto dell'addome in seguito alla gravidanza. Con la diastasi del retto si può convivere. Se non si hanno disturbi come lombalgie o dolori addominali resta solo un problema estetico: la pancia è più o meno gonfia e sporgente e, quando si contraggono gli addominali stando supine, presenta una specie di cresta longitudinale (detta "pinna"). Se però dopo 12 mesi la pancia non rientra e compaiono disturbi come mal di schiena, instabilità del bacino, incontinenza, nausea, dolori addominali, può trattarsi di un problema, da affrontare con lo specialista.
Anche da sole si può fare una diagnosi: per testare la distanza tra le due fasce del muscolo retto basta inserire la punta delle dita di una mano nella fessura che si viene a creare, trasversalmente rispetto al retto dell’addome. Se almeno due dita sprofondano, può trattarsi di diastasi. La vera diagnosi, comunque, va eseguita dal medico, con un’ecografia della parete addominale o una risonanza magnetica.
Quando la diastasi non è grave (in genere sotto i 2 centimetri), si può provare a risolverla con la ginnastica pelvica oppure alcuni esercizi specifici di Pilates. In molti casi, però, la soluzione è l'intervento di chirurgia plastica all'addome, che si può eseguire gratuitamente con il Servizio Sanitario Nazionale, come raccontano le neomamme che ci hanno scritto e di cui pubblichiamo volentieri le storie. Le loro parole sono di chi ha superato non solo un problema estetico, ma anche psicologico: sentirsi dire, a un anno dal parto, se si aspetta di nuovo un bimbo, può essere destabilizzante. Ma il vero motivo per cui è importante affrontare il problema è la salute: tanti disturbi che compromettono la qualità della vita si possono risolvere con la ginnastica giusta o, spesso, l'intervento.
Soffrite anche voi di questo disturbo? O pensate di averlo e siete alla ricerca di una diagnosi? Mandateci le vostre storie con una fotografia (un ritratto) all’indirizzo e-mail: dilatua@mondadori.it. Le pubblicheremo per far conoscere il più possibile la diastasi addominale.
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