Diastasi addominale: le vostre storie

Ci scrivete in redazione chiedendo di parlare di diastasi addominale, un disturbo poco noto anche se molto diffuso, legato alla gravidanza. Pubblichiamo le vostre storie e vi invitiamo a mandarcene altre, per aiutare le donne che ne soffrono 

La diastasi addominale è un disturbo legato alla gravidanza, poco conosciuto anche se molto diffuso. Noi di Donna Moderna ce ne siamo occupati dopo aver ricevuto la lettera di Elena, una giovane mamma che, dopo averne sofferto ed essere guarita, ha deciso di divulgare il più possibile le informazioni su questa patologia. E si sta battendo perché sia riconosciuta come tale.

In redazione abbiamo deciso di darle una mano. Elena ha creato un sito a disposizione di chi cerca informazioni, con tanto di riferimenti medici e clinici. Nel frattempo ha dato vita all’associazione Diastasi Donna – Unite per il Servizio Sanitario Nazionale, che ha anche una pagina Facebook (Diastasi Donna – Unite per il Servizio Sanitario Nazionale) in cui le donne si raccolgono per scambiarsi consigli, trovare ascolto e soluzioni attraverso ospedali e chirurghi che operano in convenzione con il SSN. L’associazione si batte per il riconoscimento della diastasi come patologia ed è stata ricevuta anche in Parlamento, con l’obiettivo – in futuro – di inserire la patologia nei Lea

Intanto il mondo della medicina sta cercando di rispondere all’aumento delle richieste di informazioni e interventi da parte delle donne, con uno sguardo a 360 gradi, sia nella fase della diagnosi sia in quella post operatoria. Perché la diastasi non riguarda solo il chirurgo generale, ma anche il chirurgo plastico, il fisioterapista, l’ostetrica, i tecnici di radiologia, i farmacisti. 

Ma quante donne si accorgono di avere la diastasi addominale? Ne soffrono circa due terzi delle donne in gravidanza. Spesso si risolve nei primi 4-5 mesi dal parto. Ma cos’è la diastasi? È la separazione fiiologica delle due fasce del retto dell’addome in seguito alla gravidanza. Con la diastasi del retto si può convivere. Se non si hanno disturbi come lombalgie o dolori addominali resta solo un problema estetico: la pancia è più o meno gonfia e sporgente e, quando si contraggono gli addominali stando supine, presenta una specie di cresta longitudinale (detta “pinna”). Se però dopo 12 mesi la pancia non rientra e compaiono disturbi come mal di schiena, instabilità del bacino, incontinenza, nausea, dolori addominali, può trattarsi di un problema, da affrontare con lo specialista. 

Anche da sole si può fare una diagnosi: per testare la distanza tra le due fasce del muscolo retto basta inserire la punta delle dita di una mano nella fessura che si viene a creare, trasversalmente rispetto al retto dell’addome. Se almeno due dita sprofondano, può trattarsi di diastasi. La vera diagnosi, comunque, va eseguita dal medico, con un’ecografia della parete addominale o una risonanza magnetica. 

Quando la diastasi non è grave (in genere sotto i 2 centimetri), si può provare a risolverla con la ginnastica pelvica oppure alcuni esercizi specifici di Pilates. In molti casi, però, la soluzione è l’intervento di chirurgia plastica all’addome, che si può eseguire gratuitamente con il Servizio Sanitario Nazionale, come raccontano le neomamme che ci hanno scritto e di cui pubblichiamo volentieri le storie. Le loro parole sono di chi ha superato non solo un problema estetico, ma anche psicologico: sentirsi dire, a un anno dal parto, se si aspetta di nuovo un bimbo, può essere destabilizzante. Ma il vero motivo per cui è importante affrontare il problema è la salute: tanti disturbi che compromettono la qualità della vita si possono risolvere con la ginnastica giusta o, spesso, l’intervento.


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Elena Albanese, 36 anni: «Di diastasi bisogna parlare di più»

«Nel 2010 ho avuto il mio primo bambino e nel 2014 è arrivata la bambina. Entrambi parti naturali. Subito dopo il secondo parto mi resi conto che la mia pancia non stava tornando come prima, avevo sempre una specie di palloncino, fino al punto di indurre molte persone a chiedermi se fossi di nuovo incinta. Inoltre facendo esercizi sull’addome notai una strana protuberanza e non capivo di cosa si trattasse, dato che il mio addome era molto tonico, avendo fatto danza per molti anni.

Iniziai così le mie ricerche ed un medico mi disse, solo guardando la mia pancia, che si trattava di diastasi. In pratica i retti addominali che si erano aperti durante la gravidanza non si erano richiusi dopo il parto e mi spiegò che l’unica soluzione era l’intervento chirurgico. Vivendo a Roma, feci il giro di tutti i primari di chirurgia di diversi ospedali ma non tutti erano disponibili ad intervenire, inoltre mi paventarono solo la possibilità di un taglio chirurgico verticale. E questo sarebbe stato un ulteriore disastro per la mia pancia già tanto modificata. Psicologicamente ero a pezzi. 

Alla fine scoprii che per questa patologia lo specialista di riferimento è il chirurgo plastico e che l’intervento da eseguire è l’addominoplastica, che permette di ricucire i retti addominali migliorando non solo la funzionalità ma anche il lato estetico. 

Il 21 novembre del 2016, giorno dell’operazione, mi operai. Tutti i problemi dopo poco sparirono. Oltre ad aver migliorato tantissimo l’estetica della mia pancia, non ho più il terribile mal di schiena che mi accompagnava ogni giorno, è tornata la stabilità del bacino, e sono scomparsi molti altri problemi che la diastasi provoca. Ora il mio obbiettivo è far conoscere questo problema a quante più donne/mamme possibile. Ho aperto il gruppo Diastasi Donna, la pagina facebook e un sito www.diastasidonna.it. Pianificheremo dei corsi, faremo convegni e cercheremo di collaborare con tutte le associazioni femminili per divulgare informazioni che riguardano questa patologia».


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Chiara Danzi: «Per la diastasi ho perfino perso il lavoro»

«Ho 33 anni e abito nel Valdarno Fiorentino. Ho due bambini avuti entrambi con parto cesareo nel 2013 e nel 2015. Dopo la seconda gravidanza non sono stata piú la stessa: nel mio corpo qualcosa non andava. Dopo vari accertamenti,mi è stata diagnosticata una diastasi dei muscoli retti addominali di 5 cm.  

Questa condizione ha cambiato totalmente la mia vita. Mi ha portato ad avere discopatie lombosacrali in quanto è venuto a mancare completamente il sostegno alla colonna dei muscoli dorsali. Mi ha provocato la fuoriuscita di un’ernia sovraombelicale con problemi digestivi: bruciore gastrico, rallentamento della peristalsi intestinale, flatulenza. Mi ha costretta a limitare gli sforzi, e così è venuta a mancsare la mia collaborazione domestica in famiglia, oltre al fatto di non poter prendere in braccio i miei figli. Ho anche perso il lavoro, sono operatore socio sanitario e non potevo più svolgere le mie solite occupazioni.

Ho continuamente mal di schiena, male alle anche, al ventre. La mia postura è cambiata e anche la deambulazione. Non riesco a tenere dritta la colonna e fare movimenti che comportino un minimo di resistenza. Sono costretta a portare una  fascia addominale. Soffro di incontinenza da sforzo (mai avuta,nemmeno in gravidanza). Ho problemi di equilibrio, rischio spesso di cadere. Senza parlare di tutti i disagi a livello psicologico: mi sento limitata in tutte le sfere della mia vita, anche con il partner. Grazie a Diastasi Donna ho trovato un sostegno e un aiuto importante, ed ho iniziato il mio percorso verso la soluzione. Nel frattempo, essendo socia fondatrice dell’associazione Tra Mamme Toscana, ho deciso di fare il possibile per diffondere informazione e consapevolezza suquesto disturbo. La diastasi è una vera e propria malattia e cometale deve essere ricpnosciuta dal SSN».


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Mara Fenini: «La solidarietà del gruppo Facebook mi dà un grande coraggio»

«Ho 42 anni e 2 bambini: Anna di 4 e Luca di 9 anni, entrambi avuti con parto cesareo. Sono sempre stata una sportiva, ho giocato per molti anni a calcio, ho sempre frequentato la palestra, fatto pilates, sci, corsa. Infatti, quando dopo il secondo parto mi sono ritrovata con una pancia gonfia che non mi apparteneva, mi è subito sembrato strano: dopo circa 1 anno, con una dieta bilanciata ed attenta e l’aiuto della corsa, ho perso tutti i kg presi in gravidanza, ma l’addome, seppur migliorando, è comunque rimasto prominente.

Noi donne conosciamo il nostro corpo, con i suoi difetti. E io sapevo benissimo di essere la classica donna “pera” che eventualmente accumula grasso nella parte bassa, mentre la pancia è sempre stata tonica, piatta e definita. Inizio a cercare nel web, cercando di dare un nome a questa anomalia… e lo trovo! Diastasi, allontanamento dei retti che, a seguito della gravidanza, non tornano nella loro corretta posizione iniziale. Inoltre si vede ad occhio nudo un pallino, un rigonfiamento, qualche cm sopra l’ombelico che non può essere che un’ernia. Il gonfiore è fastidioso, soprattutto la sera, la pancia tira, è dolente: anche la postura ne risente. Inizio a farmi vedere da un chirurgo generale che inizialmente mi mette in lista per la sola ernia, non convinta faccio una tac che non evidenzia nulla, né diastasi né ernia, allora quasi mi rassegno a vivere con questo disagio. Finché fortunatamente una mia amica mi segnala un articolo che parla di diastasi e riporta al gruppo facebook di donne con la mia stessa patologia (Diastasi Donna Unite per il servizio sanitario nazionale). Mi ci butto a capofitto, leggo tutto ed in un attimo la strada da percorrere è chiara e limpida: ecografia della parete addominale e nuova visita chirurgica. Un sollievo sentirsi nel posto giusto, nel gruppo giusto, dove si trovano tutte le informazioni ed il sostegno necessari per capire che non si è sole.

Faccio un paio di visite e alla fine opto per la tecnica meno invasiva che si adopera qui a Chivasso: in endoscopia, si riparano i retti con solo 3 piccoli taglietti al posto dell’importante cicatrice dell’addominoplastica tradizionale, una ripresa più rapida ed una degenza di una sola notte. Questa tecnica è adatta a chi non ha pelle in eccesso ed è normopeso, perché diversamente dall’addominoplastica, non prevede l’asportazione di un lembo di pelle. Ora sono in lista ed in attesa dell’intervento: sono serena, tranquilla e decisa anche grazie alle informazioni condivise nel gruppo che mi permettono di arrivare in ospedale sapendo tutto quello che mi aspetta prima e dopo. Ma soprattutto sapendo che ho il sostegno di migliaia di donne come me, sempre pronte a incoraggiarsi a vicenda con una solidarietà che non ho mai trovato prima».


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Angela Mu, 30 anni: «Grazie alle donne che mi hanno dato la forza per decidere»

«Sono mamma di due bimbe di 5 e un anno e mezzo. Ho scoperto di avere la diastasi dopo il secondo parto avvenuto con il cesareo. Dopo alcuni mesi avevo ancora la pancia come se fossi al sesto mese di gravidanza, così ho iniziato la ricerca su internet su quali potessero essere le cause e inserendo anche alcuni sintomi che non collegavo alla pancia (problemi di digestione, mal di schiena e gonfiore addominale) ho scoperto la parola diastasi. 
Ho iniziato a documentarmi. Ho trovato tante donne con il mio stesso problema e ho iniziato a confrontarmi con tante di loro sul gruppo www.diastasidonna.it. Così ho preso coraggio e ho visto un chirurgo che fin dalla prima visita mi ha confermato la patologia e quindi mi ha informata sul tipo di intervento che avrei dovuto affrontare. Insieme alla diastasi avevo un’ernia ombelicale.

Dopo un mese e mezzo dalla visita sono stata operata e, nonostante l’operazione non sia comunque una passeggiata, la mia è stata una rinascita!
Ad un mese dal mio intervento posso dire di essere tornata quasi alla normalità, faccio ancora attenzione agli sforzi e tengo ancora la fascia post operatoria ma i miei disturbi sono già svaniti.
Ringrazio tutte quelle donne che con la loro esperienza mi hanno dato la forza per affrontare tutto.
E mi piace rassicurare tutte le altre che ancora devono affrontare questo cammino perché io rifarei tutto!».


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Isabella: «Di diastasi si parla troppo poco»

«Ho 44 anni e ho avuto 2 gravidanze con parto naturale molto ravvicinate. Per entrambe sono ingrassata parecchi kg che ho perso con sorprendente velocità. Il primo parto è stato complicato e si è concluso con la manovra di Kristeller. Non so se dare la colpa a questa, ai troppi kg presi o alle gravidanze troppo vicine ma tutto ciò mi ha provocato una diastasi dei muscoli retti addominali.

Sono 10 anni che convivo con un mal di schiena a volte invalidante, con una colite che mi impedisce di mangiare liberamente, con l’instabilità del bacino, con una pancia che mi fa sembrare incinta di 4 mesi perché i miei addominali non contengono più gli organi interni. Ho fatto fatto svariate visite mediche per capire da cosa dipendessero questi sintomi, tutte con esito negativo. Ho scoperto di avere la diastasi addominale da poco più di un anno grazie a mie ricerche personali, perché c’è molta ignoranza su questo argomento. Questa patologia viene ignorata e per questo motivo mi sto battendo per farla conoscere alle donne che come me, stanno male e non sanno dare un nome ai loro disagi. Sono in lista all’Idi di Roma con priorità C e non vedo l’ora di dire addio alla diastasi».


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Elisa Serra, 31 anni: «La diastasi non è solo un male fisico ma anche psicologico»

«La mia storia inizia quasi 8 anni fa quando rimasi incinta del mio primogenito. Gravidanza esemplare se non fosse per i 19 kg presi più altri 8 presi 2 mesi prima la gravidanza per un totale di 28 kg in 11 mesi (troppo direi). Non vedevo l’ora di partorire per togliere la mia enorme pancia e ritornare quella di una volta.

Invece dopo il parto la pancia resta enorme, sembravo sempre incinta e la gente non smetteva mai di chiedermelo. Rischiai la depressione finché mia madre (il mio angelo) iniziò ad aiutarmi indagando sul perché. Facemmo insieme ricerche su internet e arrivammo così alla scoperta della diastasi. La diastasi per me non è stata solo un disagio fisico ma soprattutto un malessere che va oltre: avevo sempre mal di schiena, nausea, senso di pesantezza, dolori allo stomaco e sentivo sempre il mio intestino muoversi come se avessi dentro un bambino ormai pronto ad uscire.

Dopo però rimasi nuovamente incinta e rimandai il tutto a dopo il parto. Nel frattempo scoprii il gruppo diastasidonna che mi aiuto’ ancora di più a capire e ad andare avanti. Decisi così di andare a fare la mia prima visita dal chirurgo insieme alla mia mamma, che ora non c’è più. Il professore rimase sorpreso nel vedere la pancia che, nonostante l’obesità, era sproporzionata e quindi decise di operarmi.

Mi sono operata il 21 novembre 2016 e sono rinata. Oggi non ho più fastidi. Nessuno mi guarda più la pancia pensando di essere prossima al parto e soprattutto mi sento di nuovo una donna della mia età. Di questo posso solo ringraziare il gruppo diastasi che mi ha supportato tanto e il mio angelo che ha deciso di aiutarmi e appoggiarmi in questo percorso anche se per metà del cammino fisicamente e per l’altra metà spiritualmente».


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Antonella: «Io ho scoperto la diastasi dopo le perdite di urina»

«Ho 38 anni e sono mamma di due ragazzi di 12 e 9 anni. Ho scoperto di avere la diastasi per puro caso. Dopo aver perso 15 kg mi ero iscritta in palestra, un po’ per tonificare e un po’ anche per i continui mal di schiena che mi tormentavano. La prima sera in palestra mentre mi allenavo ho avuto delle forti perdite di urina: fu talmente imbarazzante che legai la felpa al bacino, lasciai il corso e scappai a casa. Lì per lì pensai fosse perché avevo bevuto troppo durante il giorno. La sera successiva mentre facevo dei saltelli accadde la stessa cosa. E quindi capii che c’era qualche problema. Mi sono messa a cercare su internet e ho scoperto a quel punto che quei sintomi erano tutti associati ad una patologia per me sconosciuta: la diastasi. Feci un’ecografia ed ebbi la conferma, 4,9 cm di diastasi più ernia ombelicale. L’incontinenza peggiora sempre di più e anche se rido o faccio uno starnuto ho perdite di urina, tant’è che uso sempre il salvasplip che poi mi provoca forti irritazioni. Anche il mal di schiena oramai mi fa visita almeno 3 volte al mese. Intanto in palestra non sono più potuta andare: non riesco a stare tranquilla in mezzo ad altre persone con la paura che si possa notare quel fastidioso problema».


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Federica Marchionni, 37 anni: «Lo sport che facevo peggiorava la mia diastasi»

«Ho due splendidi bimbi, una di 7 ed uno di 2 anni e mezzo. Ho praticato sport a livello agonistico fino alla nascita della mia prima bimba, il mio fisico è sempre stato asciutto e muscoloso. Alla nascita lei pesava 4,020 kg, io avevo messo poco peso, tutto si era concentrato sulla mia enorme pancia. Ci ho messo un po’ per arrendermi all’idea che la mia tonicissima pancia non l’avrei più rivista, tutti mi dicevano di darmi tempo ma non riconoscevo più quell’addome.

Ho iniziato a rifare sport. Corsa, addominali, tennis, ma la pancia restava strana. Seconda gravidanza, al terzo mese sembravo di sei, la sera prima di partorire sembrava avessi tre gemelli, invece c’era solo il mio terribile con i suoi 4.300 kg. Non aspetto molto e riprendo lo sport (in concomitanza anche stavolta di un lungo allattamento). Mi butto sul pilates. Dopo due mesi, l’istruttrice, mia cara amica, mi dice: “Fede ti conosco da sempre, quella pancia non è la tua, non vedo risultati, fammi sentire perché credo tu abbia la diastasi“. Cado dalle nuvole, mai sentita nominare: “È grave?” chiedo preoccupata. Lei ride, mi dice di farmi sentire da un fisioterapista. Vado dal mio fisioterapista di fiducia, mi palpa l’addome e mi dice: “Fai un’ecografia, tra i retti hai una voragine, fare addominali qui peggiora le cose”.

Vado via triste, mi terrò la pancia strana… Rassegnata, su fb mi imbatto in un gruppo di sostegno per la diastasi (ormai la vedo ovunque) e leggo la storia di una ragazza che deve operarsi a Roma, Elena. La seguo incuriosita, dalle sue parole trasuda la determinazione di mettere fine a tanti problemi, rifletto: anch’io dopo il parto ho tutti quei sintomi, il mal di schiena, enormi problemi digestivi, instabilità del bacino. Allora è colpa della diastasi! Prendo esempio da lei, faccio eco ed ecco il referto: diastasi di 5.5 centimetri. Mi rivolgo all’IDI di Roma, il chirurgo plastico mi ascolta, senza vedere l’eco mi vede la pancia e mi spiega cos’è la diastasi e come lui la chiuderà con un intervento (appuntamento preso con il cup, intervento con SSN).

Una volta messa in lista vengo chiamata per la preospedalizzazione e successivamente per l’intervento. La mattina del 15 maggio con le mie paure ho portato la mia determinazione a riprendermi la mia vita, a mettere un punto ai mille disagi giornalieri, ed anche a quello psicologico, nel vedermi una pancia così strana. Poco prima di andare in sala, Elena, la ragazza che mi ha dato il coraggio , è lì fuori con Daniela (un’altra donna operata), sono venute per incoraggiarmi ed io non lo dimenticherò mai. Entro in sala operatoria, anche qui tutti estremamente gentili, mi canto in testa ” Fiore di maggio” la canzone con la quale dormono i miei piccoli, mi rilasso, sorrido, ormai ci sono.

Mentre sogno i Caraibi vengo svegliata, intontita, stretta nella mia fascia, tutto è andata benissimo, la diastasi è chiusa. Passa il dottore, dice che era il doppio di quello che risultava dall’ecografia. La ripresa è stata rapida, ora dopo un mese non avverto alcun fastidio, ho solo il divieto di alzare i pesi. Tutti i miei mal di schiena, all’anca e la cattiva digestione sono un ricordo, chiuso insieme alla mia diastasi».


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Guendalina: «Difficile accettare un corpo che è cambiato non per l’obesità ma perché diventi mamma»

«Mi chiamo Guendalina, sono un’infermiera e sono mamma di 2 bimbi stupendi. Il primo è un maschietto di 8 anni, si chiama Tommaso e la seconda è una bimba di 3 anni, Daphne. Sono nati entrambi con taglio cesareo. In entrambe le gravidanze ho preso tanti kg, che ho perso in poco meno di un anno, ritornando poi al peso iniziale. Dopo il primo figlio, a distanza di 2 anni, andai dal gastroenterologo x via di fastidiosi disturbi, soffrivo e tutt’ora soffro di nausea post sforzo, gonfiore addominale e dolore gastrico. Mi fece fare degli esami ma le risposte erano negative. A quel tempo non lo sapevo, mi fece “l’autovalutazione”: mi sdraiai sul lettino, mi fece piegare le gambe e da rilassata mi affondò le sue dita della mano nel mio addome e mi fece fare un crunch, e da lì mi diede la diagnosi: “Diastasi dei retti dell’addome“. Oggi, che sono passati altri 6 anni e ho avuto l’ultima gravidanza 3 anni fa, i sintomi sono aumentati e peggiorati. Oltre a soffrire di nausea, gonfiore addominale (cresta) e gastrico, ho forti dolori alla schiena, soffro perennemente di lombalgia, per questo, mi sono rivolta ad un ortopedico. Dopo una RM è risultato che, oltre a soffrire di iperlordosi, ho anche delle protrusioni discali.

Il medico mi ha confermato che la diastasi peggiora la mia situazione perché, non avendo più una muscolatura a livello addominale efficiente, si ripercuote sulla zona lombare, non solo con il dolore ma con una scorretta postura che porta all’accentuarsi dei sintomi. Infatti non riesco a stare troppo tempo in piedi, ho instabilità al bacino, non riesco a mantenere la corretta postura e sono costretta ad eseguire sforzi o piegamenti solo con fascia lombare steccata, per via del rischio di ritrovarmi con dolori che spesso si irradiano fino alle gambe. Soffro anche di dolore alle anche, più preponderante è l’anca sinistra, che mi pregiudica i più semplici movimenti come il sedersi e l’alzarsi da una sedia, un divano o il letto. Questi dolori a volte si irradiano fino al femore sul lato davanti. Oltre alla diastasi, ho anche una piccola ernia ombelicale, un ricordo della mia seconda gravidanza.  

La mia vita quotidiana è spesso difficile per via dei sintomi che rendono complesso tutto, come per esempio prendere in braccio i bimbi, stare tante ore in piedi per il lavoro, fare sforzi, anche un pasto abbondante o bere bibite gassate mi procura dolore e nausea. Non riuscire a trattenere sempre la pipì può diventare imbarazzante se si è fuori casa, poi non ultimo per importanza il gonfiore addominale che porta a non accettarsi e quindi a una scarsa autostima che a livello psicologico logora in quanto donna, mamma e compagna. Diventa difficile accettare un corpo modificato non per la malattia o per l’obesità ma per essere diventata “mamma”!».


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Rosaria: «Tra poco riuscirò finalmente a giocare di nuovo con le mie figlie»

«Ho 32 anni, sono napoletana e ho due bimbe: Martina di 6 anni e Francesca di 1. Ho scoperto di avere la diastasi dopo la mia seconda gravidanza. Durante la seconda gravidanza, soprattutto alla fine, la nausea e il vomito non mi davano tregua. Ho partorito con un secondo cesareo d’urgenza; il post cesareo, si sa, è abbastanza duro. Io avevo sempre atroci dolori di stomaco con nausea e reflusso e dolori di schiena che mi portavano ad essere instabile. Nel frattempo, piano piano ho perso tutti i kg presi durante la gravidanza,ma avevo sempre la sensazione di essere incita al 5/6 mese. Quella pancia era sempre lì e diventava sempre più gonfia, i dolori di stomaco nn mi abbandonavano mai.

Navigando su internet mi sono imbattuta nella parola “diastasi”, patologia per me sconosciuta però, leggendo i sintomi, mi accorgevo di averli tutti. Ho chiesto al mio medico di prescrivere un’ecografia dei tessuti molli e il risultato? Diastasi dei rtetti dell’ addome di 5 cm. Grazie al gruppo su Facebook che mi ha aperto un nuovo mondo, ho iniziato il mio iter per essere operata, ma purtroppo a Napoli la diastasi non è considerata una patologia. Mi sono spostata all’idi di Roma e ora sono in lista per l’intervento. Purtroppo i sintomi peggiorano sempre di più e a volte soffro anche di una leggera incontinenza. È brutto per una giovane mamma non riuscire a prendere in braccio le proprie figlie, sentirsi impedita nell’alzare un peso, sentirsi dire che non ha una malattia vera e propria. Ora mi sento di essere a un passo dalla serenità, quando finalmente potrò fare di nuovo tutto ciò che una mamma desidera fare con le proprie figlie».


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Chiara Fornesi, 37 anni: «La mia distasi era così grave che stavo perfino gobba»

«Dopo un parto cesareo due anni fa, la mia pancia è sempre rimasta prominente, e guardandola dall’alto in contrazione era “a punta”. Ho notato da sola che potevo sentire con la mano un ” buco” tra gli addominali e me ne lamentavo ma nessuno mi prendeva sul serio! A 13 mesi dal parto ho fatto un controllo ginecologico, dove mi hanno detto che la pancia era normale e sarebbe tornata a posto. Ma sapevo che non era così.

Ho iniziato ad avere improvvisi attacchi di diarrea e forti mal di schiena a livello dorsale e lombare e il gonfiore addominale aumentava soprattutto dopo i pasti. La mia postura era tutta sbilanciata, bacino in avanti e scapole indietro, spalle gobbe. Ho provato l’osteopata senza alcun risultato. Mi raddrizzava e dopo due giorni ero uguale a prima. Per forza, avendo una voragine negli addominali, come si può stare dritte? Ne ho parlato all’interno di un gruppo FB sul parto cesareo e sono stata indirizzata sul gruppo. Da qui è partita la mia consapevolezza del problema, il confronto con tante altre donne e la strada verso l’operazione. Il chirurgo ha detto che la situazione era grave, più di quanto non si vedesse dagli esami, e che ho fatto benissimo ad operarmi il prima possibile. Ad oggi, 15 giorni post intervento, il mio mal di schiena è già migliorato e riesco, finalmente dopo quasi due anni, a dormire a pancia in giù».


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Samanta Ricci, 40 anni: «Non fatevi operare privatamente, ci pensa il SSN»

«Sono mamma di tre splendidi gemellini nati grazie alla fecondazione artificiale e venuti al modo tramite taglio cesareo. Non posso non ricordare la mia pancia enorme nelle ultime settimane di gestazione, una pancia a dir poco sproporzionata perché io sono alta appena 1,57 cm. Non sono mai stata magra ma ho sempre accettato e portato con disinvoltura e armonia i miei kg in più fino a quando nel 2013 una mia amica medico mi conferma, dopo avermi tastato la pancia, che avevo la diastasi e che l’unico modo per risolverla era un intervento.

Ho deciso di aspettare fino a quando a novembre 2016 mi imbatto casualmente in un gruppo Facebook che trattava questa patologia, ho letto storie di ragazze operate, ho letto di problemi che in realtà appartenevano anche a me, come mal di schiena, perdita di urina e quel gonfiore che specialmente a fine serata mi faceva sembrare di nuovo incinta. Così ho deciso di andare a fare una visita all’IDI di Roma.

Da quel novembre 2016 è passato tutto molto in fretta. Sono entrata in sala operatoria col sorriso, accompagnata dalle mie nuove amiche virtuali che non mi hanno mai abbandonata e con la consapevolezza che sarebbe andato tutto bene. E così è stato: sono  passati 45 giorni e sto benissimo, non ho mai pensato di aver fatto una scelta sbagliata, non ho mai pensato di mollare, ho vissuto il dopo in modo naturale. Ho ascoltato il mio corpo e ho fatto ciò che mi sentivo di fare, i dolori che avevo prima sono spariti e spero che a tante altre ragazze sia data la possibilità di risolvere i loro problemi senza spendere cifre esorbitanti. come mi è stata data a me. Infatti sono stata operata in convenzione con il SSN. La cicatrice rimasta è un nuovo sorriso che accompagnerà per sempre la mia vita e sarà sempre lì pronta a ricordarmi che a volte i sogni davvero possono diventare realtà».

Soffrite anche voi di questo disturbo? O pensate di averlo e siete alla ricerca di una diagnosi? Mandateci le vostre storie con una fotografia (un ritratto) all’indirizzo e-mail: [email protected]. Le pubblicheremo per far conoscere il più possibile la diastasi addominale.

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