Il debutto della Giornata Internazionale “Zero Waste”

Per la prima volta nella storia, il 30 marzo si celebra la Giornata Internazionale "Zero Waste". Qual è lo scopo e perché cambiare le nostre abitudini può salvare il pianeta

Il 30 marzo si celebra la Giornata Internazionale “Zero Waste”, indetta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso 14 dicembre 2022. Lo scopo è promuovere iniziative a “rifiuti zero” e modelli di consumo e produzione sostenibili. Sostenere il passaggio della società verso l’economia circolare e aumentare la consapevolezza su come le iniziative a zero rifiuti contribuiscono al progresso dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Gli obiettivi dell’Agenza 2030 per lo sviluppo sostenibile

L’Agenda 2030 ha diversi obiettivi e traguardi relativi alla riduzione dei rifiuti, lo spreco alimentare e lo sfruttamento delle risorse naturali. Secondo la Zero Waste International Alliance, bisognerebbe puntare alla conservazione di tutte le risorse attraverso la produzione, il consumo, il riutilizzo e il recupero responsabili di prodotti, imballaggi e materiali senza combustione e senza scarichi nel suolo, nell’acqua o nell’aria. Questi ultimi, infatti, minacciano l’ambiente o la salute umana. Oggi, ha ricordato l’Onu, il settore dei rifiuti contribuisce in modo significativo alla triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e natura e dell’inquinamento.

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Produciamo troppi rifiuti: a rischio la vita sulla Terra

Ogni anno su tutto il pianeta generiamo circa 2,24 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani, di cui solo il 55 per cento viene gestito in impianti controllati. L’Onu ha stimato che entro il 2050 la quantità potrebbe salire a 3,88 miliardi di tonnellate all’anno. Sempre secondo le Nazioni Unite, sono circa 931 milioni le tonnellate di cibo che vengono perse o sprecate. Inoltre, fino a 14 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano negli ecosistemi acquatici. I rifiuti contribuiscono in modo significativo alle emissioni di gas serra nelle città e alla perdita di biodiversità. Si prevede che entro il 2040 finiranno negli oceani fino a 37 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Da qui l’obiettivo zero waste, che è ambizioso ma anche realizzabile.

L’obiettivo zero waste è ambizioso, ma necessario

Zero waste è un obiettivo etico, economico, efficiente e creativo che incoraggia l’umanità a imitare cicli ecologicamente sostenibili in cui nulla viene sprecato. Con una strategia a rifiuti zero, merci, imballaggi e materiali vengono prodotti, consumati, riutilizzati e recuperati in un sistema a circuito chiuso che non compromette la qualità ambientale o la salute umana. Se riduciamo i rifiuti, anche la contaminazione dell’aria, del suolo e dell’acqua sarà ridotta al minimo.

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In 30 anni abbiamo usato un terzo delle risorse naturali

Riciclare, compostare e rifiutare di produrre oggetti in eccesso può aiutare a conservare le risorse della Terra e ridurre le emissioni di gas serra. Significa modificare completamente le nostre vite e le nostre usanze. Attualmente, il nostro costante bisogno di progresso tecnologico richiede l’estrazione di metalli rari da miniere pericolose. I nostri vestiti sono realizzati in condizioni deplorevoli per soddisfare la domanda sempre crescente di moda veloce ed economica. Questo tipo di consumo ha un impatto sproporzionato sui poveri del mondo a causa dell’inquinamento, degli abusi sul lavoro e del cambiamento climatico. Negli ultimi 30 anni abbiamo utilizzato quasi un terzo delle risorse naturali della Terra, rischiando di esaurirle tutte.

La plastica mette a rischio la vita marina e la nostra salute

Sfortunatamente, oltre a contribuire al cambiamento climatico, alla perdita di biodiversità e alla distruzione degli habitat, l’attuale sistema di consumo e smaltimento genera anche enormi volumi di rifiuti. Questi ultimi si disintegrano nel corso di centinaia di anni ed emettono nell’ambiente gas serra nocivi e tossine. Ogni anno vengono persi o gettati circa 931 milioni di tonnellate di cibo. Ben 14 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono negli oceani, nei fiumi, nei laghi, nei bacini idrici. La cosa spaventosa è che la quantità di plastica generata a livello mondiale entro il 2050 supererà l’intera biomassa di tutti gli organismi acquatici e terrestri. La vita marina e la salute umana sono in pericolo.

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Zero waste: è necessario uno sforzo collettivo

Da qui l’importanza del perseguire la riduzione al minimo dei rifiuti o il passaggio a un mondo zero waste. Si tratta di un obiettivo che richiede uno sforzo collettivo da parte di tutti i cittadini, di tutte le aziende e di tutti i settori produttivi. Bisogna cominciare a dare la priorità più che al design dei prodotti alla longevità, all’uso minimo di materiali e al minimo impatto ambientale. Utilizzando tecniche di produzione e consegna meno dispendiose in termini di risorse, i produttori possono ridurre l’inquinamento e gli sprechi. Ottenere zero rifiuti in tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto è possibile.

Zero waste: le cinque regole per salvare il pianeta

Anche i consumatori possono svolgere un ruolo significativo nel raggiungimento dell’obiettivo zero waste, adottando nuove pratiche e sfruttando ampiamente la durata dei prodotti prima di smaltirli in modo responsabile dal punto di vista ambientale. I fautori di zero waste non vogliono generare affatto rifiuti e invece riciclare, riutilizzare e compostare ciò che rimane. L’adozione delle cinque regole fondamentali – rifiutare, ridurre, riutilizzare, riciclare e compostare – coinvolge tutti, dalle persone ai governi. È uno slogan moderno che può salvare il pianeta.

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