L’emozione più intensa che ricordo del mio primo viaggio lontano da casa fu quella di sentirmi distante. Distante dagli amici di sempre, dalla famiglia, dalla quotidineità.

Avevo un telefono Alcatel, a cui avevo fatto una ricarica di ben 50 euro che avrebbe dovuto bastare per un mese a Madrid. Mi serviva solo per ricevere o per chiamate di emergenza. Messaggi inviati in quel mese 9 in tutto.

Telefonate fatte una volta a settimana a casa dai telefoni pubblici per far sapere che ero viva e stavo bene. Non mi mancò nessuno in quel mese. Non mi serviva sentire nessuno. Quello fu l’imprinting del mio modo di viaggiare.

Stacco la spina, parto, ci si sente quando torno.

Oggi le cose sono lievemente cambiate. Nel secondo giorno londinese ho fatto una videochiamata skype ad Alex mio marito, ma dopo un minuto e mezzo di conversazione, in cui vedevo il mio appartamento di sempre dall’altra parte, e dopo la gioia di aver visto il suo sorriso, volevo chiudere. E siccome lui mi conosce bene, ci siamo salutati a due minuti e mezzo dall’inizio della chiamata.

Il terzo giorno fuori casa avevo già mandato 9 messaggi, principalmente per condividere la gioia di essere a Londra a fare un corso con un trainer di nome Chip Chipman che volevo conoscere da più di un anno.

Gli amici più stretti che mi conoscono bene non mi cercano quando sono via e la trovo una delle cose più poetiche del viaggiare ai tempi dello smartphone.

Perché concedersi il piacere di sentire la mancanza di chi sta a casa, e di lasciare che loro sentano la tua mancanza è magia pura.

Ho adorato camminare per le strade di Londra immaginando che un giorno entrerò in un pub con mia sorella Sara, o che andrò a vedere i Warner Studios di Harry Potter con la mia amica Simona. Mi sono goduta la sensazione intima di tenere per me questi momenti in cui ho pensato a loro senza scriverlo subito o coinvolgerli in quello che stavo vivendo direttamente.

 

SENTIRE LA MANCANZA NON E’ SEMPRE UN MALE

Per lasciare che gli altri sentano la tua mancanza, devi uscire dall’abitudine di essere sempre on-line. Ti è stata passata l’idea che è così che funziona il mondo oggi ma il mondo funziona nel modo in cui le persone lo pensano e lo vivono.

Sentire la mancanza di qualcuno non è un male. Associamo alla mancanza sempre un’idea di privazione o povertà, tuttavia non tutte le “mancanze” vengono per nuocere. Anzi, alcune ci possono ispirare e far ritrovare una sensazione di novità con le persone di sempre.

Sentire la mancanza è quello che ti fa gioire nel rivedere chi ami. Sentire la mancanza ti porta ad aspettare un messaggio da un amico con trepidazione e gioia e non come qualcosa di scontato.

Lasciare che gli altri sentano la tua mancanza, infine, è poetico. E sentirti distante da tutto e tutti è un momento magico, uno di quelli in cui sei tu la sola protagonista.

 

UN APPUNTAMENTO CON TE

In questo week end che sta per iniziare, ho un’idea per te: siedi da sola al bancone di un bar, ordina qualcosa che ti piace e brinda a te. Ricorda tutti i momenti di complicità che ti sei concessa nella tua vita e che faranno parte di un piccolo mondo a cui tu sola avrai accesso per il resto della tua vita.

E la prossima volta che sarai sola per del tempo lascia che gli altri sentano la tua mancanza e permettiti di sentire la loro. E se un giorno saranno loro a partire senza farsi sentire mentre sono via, dagli la tua benedizione sapendo esattamente quanto importante sia quello che stanno vivendo, complici di loro stessi.

A presto ragazze e ragazzi di ogni età…

Dalla vostra coach che è tornata 2 giorni fa da Londra dopo un corso emozionante, ispirante e commovente!
CHiara