Prostata, un uomo su due non sa cos’è

Metà degli uomini non sa cos'è la prostata e non fa controlli, ma la prevenzione è fondamentale perché questo tumore non dà sintomi. Ecco gli esami da fare.

La prostata, sconosciuta a un uomo su due. Gli uomini ne sanno poco o nulla, com’è emerso da un sondaggio condotto da Doxapharma su 350 maschi over 50. Alle domande poste per strada, gli uomini hanno risposto che “si ha la prostata” quando si è malati e che è presente anche nelle donne. E sono scarse le conoscenze sul tumore che colpisce la prostata, tanto che il 48% degli intervistati ha ricevuto una votazione bassissima, tra uno e cinque. Sulla carta, otto su dieci sanno di essere a rischio, ma ben tre su dieci la ritengono una forma oncologica meno pericolosa di altre e un over 50 su tre non è mai andato dall’urologo.

Non stupisce allora se, proprio per alzare l’attenzione tra li uomini, novembre è stato dichiarato “mese azzurro”. Le iniziative? Due, su vasta scala: movember e Novembre azzurro con la possibilità di confrontarsi con esperti e di migliorare le proprie conoscenze su questa forma tumorale.

Cos’è la prostata

È una ghiandola che hanno solo gli uomini, posta sotto alla vescica e avvolta intorno all’uretra, il canale che porta all’esterno l’urina.

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I controlli da fare per prevenire il tumore

Dosaggio del PSA nel sangue, esame digito-rettale ed eventualmente ecografia: eccolo il tris di controlli che permettono una diagnosi precoce, fondamentale per salvare la vita. «Oggi esiste un ventaglio piuttosto consistente di terapie disponibili», sottolinea Vincenzo Mirone, direttore della scuola di specializzazione in urologia dell’Università Federico II di Napoli. «La scelta è effettuata in base a una serie di variabili che considerano l’estensione della malattia e l’aggressività, per citarne solo alcune». Per questo è importante rivolgersi a Istituti dove sia disponibile un’équipe multidisciplinare o una Prostate Cancer Unit, composta da tutte le figure specialistiche coinvolte nella cura del tumore alla prostata.

Il tumore alla prostata non dà sintomi

I controlli sono indispensabili dal momento che il tumore della prostata all’inizio non dà segnali di sé. I sintomi possono manifestarsi in fase avanzata quando il tumore infiltra i tessuti vicini: diminuzione del getto urinario, frequenza della minzione, sangue nelle urine, difficoltà a urinare, dolore perineale. Al momento inoltre si sa ancora poco sulle cause di questa forma tumorale. È certo che è un tumore che si associa all’età: le probabilità di malattia aumentano gradualmente dopo i 50 anni e sopra gli 80 anni, ben sette uomini su dieci hanno un tumore della prostata.

I controlli li devono eseguire tutti anche perché non è ancora chiaro chi è più a rischio. Si sa ad esempio che ha un ruolo la familiarità, ma limitato e pari circa al 15%, soprattutto se in casa c’è un parente (zio, fratello, padre) che si è ammalato prima dei 65 anni. Forse, ma gli studi sono ancora in corso, c’entrano poi gli stili di vita e in particolare il fumo di sigaretta, un’alimentazione ricca di grassi saturi e per contro povera di frutta e di verdura, la sedentarietà. Sembrerebbero coinvolti, inoltre, un livello elevato di alcuni ormoni e in particolare del testosterone, che favorirebbe la proliferazione delle cellule neoplastiche. Infine, il rischio può aumentare per la presenza di alcune alterazioni di geni, come BRCA1 e BRCA2 (responsabili anche dell’insorgenza di alcune forme di tumore della mammella e dell’ovaio).

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