Stress, un esame del sangue per individuarlo (e curarlo)

Che lo stress condizioni organi e funzioni si sa. Ma ora arriva un'ulteriore conferma scientifica di come mente e corpo siano legati: un esame del sangue permette di misurare la funzionalità delle cellule staminali soprattutto dell'intestino, preziosi indicatori della nostra salute

Siamo abituati a pensare alle cellule staminali solo riguardo alla rigenerazione dei tessuti. Risulta difficile pensare che la loro presenza e quantità possa agire anche sul benessere mentale. Eppure, proprio perché lo stress ha ricadute anche sull’organismo, queste cellule sono coinvolte pure nella gestione dello stress.

Le staminali indicano (anche) se c’è stress

Proprio partendo dal legame tra lo stress (ritenuto erroneamente solo un problema “psicologico”) e gli effetti sul corpo umano, da diverso tempo si indagano possibili strategie per valutarne l’impatto e quindi mettere a punto trattamenti adatti per superare i momenti di difficoltà, come può essere l’autunno, complice il ritorno al lavoro, il cambio di stagione, ecc. Uno di questi passa da un esame del sangue, semplice, pratico, ma che permette di valutare in modo scientifico sia lo stato di stress, sia l’efficacia delle terapie che possono essere previste per contrastarlo: l’esame misura il livello di staminali, che sono un indicatore di sofferenza da stress e che si trovano, per esempio, sia nell’intestino sia nel midollo osseo.

Misurare lo stress con un esame del sangue

Ansia, difficoltà a prendere a sonno, depressione, sindrome premestruale o obesità sono tutti campanelli d’allarme che segnalano una condizione di sofferenza da stress. Come sappiamo, a risentirne è spesso anche l’intestino e proprio qui ci sono alcune “riserve” di cellule staminali, quelle che, in maggior quantità, si trovano nel midollo osseo, deputato alla loro produzione. Lo stress, però, ne riduce la quantità e la funzionalità. Ecco, allora, che tramite un esame del sangue è possibile capire subito se stanno funzionando a dovere o se, a causa dello stress, sono diminuite o meno efficaci: «Questo esame permette di controllare numero e funzionalità delle cellule staminali: è semplice e veloce, ma non tutti i medici ne sono a conoscenza» spiega il professor Eugenio Caradonna, del Centro per le Nanotecnologie e l’Optoelettronica per la Salute dell’Uomo (CeRICT, Regione Campania) e presidente della Società Italiana di Medicina e Chirurgia Rigenerativa Polispecialistica (SIMCRI).. Ma cosa c’entrano le staminali con una condizione di sofferenza soprattutto mentale?

«Il ruolo delle staminali è importante perché hanno il compito di riparare i danni che ogni giorno si verificano nel nostro organismo, compresi proprio quelli da stress» chiarisce l’esperto. Un esempio sono le difese immunitarie che, quando siamo stressati, diminuiscono e aprono la strada a possibili disturbi o malattie.

Dalla sofferenza psicologica a quella fisica

Lo stress, dovuto per esempio, a tensioni sul lavoro o con il partner, a una dieta errata o a uno stile di vita sedentario, può aumentare lo stato di infiammazione di alcuni organi, che predispone all’invecchiamento. Questo a sua volta riduce la capacità di rigenerare i tessuti, che è compito delle cellule staminali. Se queste diminuiscono, dunque, si crea un circolo vizioso.

Al contrario, una volta accertato lo stato di stress, è possibile intervenire e poi verificare l’efficacia della terapia (psicologica o fisica) tramite un monitoraggio regolare dei livelli di staminali: è un po’ come se fossero una cartina di tornasole, tanto che l’esame per individuarle (che non è una novità, ma è semplicemente poco conosciuto) potrebbe essere paragonato ai controlli periodici ai quali si sottopongono, per esempio, persone con colesterolo alto che devono seguire una dieta specifica.

«Naturalmente gli esami del sangue per controllare le staminali vanno valutati da un medico esperto, insieme ad altri parametri, come l’età, il peso, ecc. – spiega Caradonna – Una volta deciso il trattamento per combattere le stress, che sia una dieta corretta o maggiore esercizio o una terapia psicologica, ecc. ci permettono anche di verificarne l’efficacia: è sufficiente ripetere le analisi dopo 3 o 6 mesi per capire se la cura funziona, perché in questo caso le staminali saranno tornate su livelli normali. Vuol dire che potranno ricominciare la loro azione di rigenerazione dei tessuti, che aiuterà a contrastare anche altri effetti negativi dello stress sull’organismo».

Perché è un esame utile per le donne

Come ricorda Caradonna, lo stress colpisce in forma marcata 1 italiano su 3 e può avere anche conseguenze fisiche importanti, perché «è un fattore di rischio che a lungo andare può anche portare a invecchiamento precoce oppure a gravi malattie cardio-circolatorie o neurodegenerative». Esistono, però, delle differenze di genere, non tanto nella frequenza dei casi, quanto nei sintomi: «Tra quelli generali più frequenti ci sono stanchezza, difficoltà nell’addormentamento o nella qualità del sonno, cefalea, disturbi digestivi e intestinali, tensione muscolare, ansia e depressione. Nelle donne sono maggiormente frequenti questi ultimi ma anche obesità, sindrome premestruale e difficoltà ad avere gravidanze» come ricorda Caradonna, che ha elaborato una specifica modalità di analisi delle staminali in presenza di stress e in considerazione dell’incidenza di gravi patologie, insieme ai colleghi Pietro Formisano, docente presso l’Università Federico II di Napoli, e Arnolfo Petruzziello, direttore del Dipartimento dei Servizi Sanitari dell’AORN di Caserta.

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