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Tumore al seno: nuove cure contro le recidive

La diagnosi di tumore al seno fa ancora paura ma oggi le cure sono molto efficaci perché personalizzate, in base al tipo di tumore. E soprattutto mirate, grazie ai farmaci a bersagli omolecolare

Uno scoppio di fuochi di artificio destabilizzanti e minacciosi. Sono così i pensieri che accompagnano la diagnosi di tumore al seno e le terapie. Uno su tutti: e se ritorna? «Lo dico subito a tutte le lettrici: oggi abbiamo dalla nostra farmaci mirati, proprio per allontanare il rischio di ricaduta» esordisce Paolo Veronesi, direttore del Programma Senologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e presidente della Fondazione Veronesi.

Paolo Veronesi
Paolo Veronesi, direttore del Programma Senologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e presidente della Fondazione Veronesi

I nuovi farmaci per il tumore al seno

«I nuovi farmaci sono il frutto della ricerca di questi ultimi decenni. Oggi sappiamo che esistono diversi tipi di tumore al seno, con caratteristiche biologiche peculiari che ne determinano l’aggressività. Per questo, per alcune donne è sufficiente l’intervento chirurgico e, se occorre, un ciclo di radioterapia ed una eventuale cura endocrina, mentre per altre dobbiamo agire con terapie più forti, come la chemioterapia, che hanno l’obiettivo di fermare, o perlomeno rallentare, la replicazione delle cellule malate».

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I farmaci di precisione contro il tumore al seno

Vale per tutti l’esempio del tumore al seno HER2 positivo, che ha una maggiore aggressività rispetto ad altre forme. «Ma che, per fortuna, ora si può curare grazie a farmaci chiamati non a caso “a bersaglio molecolare”» prosegue l’esperto. «La loro funzione, infatti, è di puntare alla proteina HER2 e di spegnerla, proprio per abbattere il rischio di ricadute. Per funzionare al meglio, però, tutti i farmaci antitumorali hanno bisogno anche di altro».

La dieta e lo sport alleati contro il tumore al seno

Che cosa intende professore per altro? Oggi, per esempio, si parla molto di dieta e di attività sportiva contro il ritorno della malattia.
«Hanno un ruolo eccezionale. Basti pensare che l’attività fisica regolare, compatibilmente col proprio stato fisico, aiuta a ridurre l’impatto degli effetti collaterali delle terapie e rende il sistema immunitario più forte contro la malattia. Lo stesso vale per l’alimentazione.

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Una dieta a basso contenuto di grassi e di proteine animali e ricca di verdura, di frutta, di legumi e di cereali integrali, permette di mantenere il peso forma e rende l’organismo più reattivo, con l’obiettivo di contrastare il rischio di recidiva».

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Stress e tumore: che legame c’è

«Di sicuro, lo stress non è la causa del tumore e questo lo hanno dimostrato tutti gli studi. Ma senza dubbio, lo stress può avere un impatto importante in chi ha una malattia oncologica e condizionare le terapie, i controlli, e alterare la qualità di vita. In chi vive in una condizione di stress prolungato e intenso, si può creare uno stato di alterazione nei processi fisiologici del sistema immunitario, che può arrivare anche a fallire nella sua azione di difesa. Questo anche perché chi è stressato dorme male, segue un’alimentazione scorretta, fa poco sport, talvolta fuma o abusa di alcol, insomma, segue comportamenti poco salutari che possono peggiorare la prognosi»».

Come recuperare serenità dopo la diagnosi di tumore al seno

«Voi donne avete la grande capacità di fare rete e questo non dovete scordarlo mai, soprattutto durante la malattia. Per questo esistono le associazioni di pazienti. Qui, ci sono donne che stanno affrontando lo stesso percorso, oppure che lo hanno vissuto in passato e con le quali è possibile condividere ansie, emozioni, “parlare lo stesso linguaggio”. Si creano legami molto forti, e questo fa sì che torni la voglia di lottare, di prendersi cura di se stesse, di uscire dall’isolamento anche dal punto di vista psicologico».

I controlli oggi sono più soft

Rimangono sempre le notti insonni prima dei controlli, con l’idea che potrebbe essere tornata la malattia: queste si possono cancellare? «È una preoccupazione più che comprensibile e non si può annullare, fa parte dell’animo umano. Ma in questi ultimi anni il follow-up, così si chiama il mix di controlli che si susseguono più o meno a partire dal secondo anno dopo la diagnosi, è decisamente più soft, a vantaggio della donna, senza nulla togliere dal punto di vista della sicurezza. Si basa su visite periodiche, anche ogni sei mesi se non ci sono problemi particolari, per verificare che tutto vada bene e che la qualità di vita sia sempre buona. Inoltre, la donna si sottopone annualmente a mammografia ed ecografia mammaria, in modo da intervenire precocemente in caso di recidiva, e alle analisi del sangue per cogliere tempestivamente un eventuale rialzo dei marcatori tumorali. Sono controlli che proseguono nel tempo anche perché ci sono casi in cui le terapie vengono protratte persino per dieci anni. Con l’obiettivo proprio di tenere lontano il ritorno della malattia».

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I progetti di ricerca della Fondazione Umberto Veronesi

Sette progetti di ricerca, 38 borse di ricerca a medici e ricercatori, per un totale di 1.800.000 euro. Sono i numeri dell’investimento della Fondazione Umberto Veronesi nell’area dei tumori femminili solo per il 2022, investimento che quest’anno ha come focus i tumori al seno triplo negativo e metastatico. L’impegno della Fondazione è iniziato nel 2013 e da allora finanzia ricerche d’eccellenza e progetti d’avanguardia come quello delle Pink Ambassador per diffondere l’importanza della
diagnosi precoce. E dei corretti stili di vita, dieta sana e sport in testa.

Appuntamento con la prevenzione

Il 16 ottobre a Milano si terrà la PittaRosso Pink Parade, la camminata di 5 km per raccogliere fondi a sostegno della ricerca scientifica sui tumori femminili di Fondazione Veronesi. E dal 14 al 17, rispettivamente in piazzale Cadorna, in piazza del Cannone e in Largo la Foppa, sul camper del Centro diagnostico italiano potrai fare visite senologiche gratuite. Per prenotarsi, dal 3 ottobre puoi chiamare lo 024831730

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