8 libri da regalare a Natale

Un buon libro è sempre un bel regalo, per gli altri o, meglio ancora, per se stessi: qui i consigli della redazione, per tutti i gusti

Dal giallo “dimenticato” di Giorgio Scerbanenco all’appassionante autobiografia di Michelle Obama. Dal diario intimo di una neomamma agli ironici racconti sugli amori di oggi. Ecco i titoli, usciti quest’anno, preferiti dalla redazione di Donna Moderna. Da regalare (e regalarsi) per le feste.


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”Donne come noi” di AA.VV. (Sperling & Kupfer)

«È un bel momento per essere donna» scrive il direttore di Donna Moderna nell’introduzione a questo saggio che raccoglie 100 storie di donne eccezionali. Sono donne che abbiamo incontrato e intervistato, che ci hanno colpito per la loro intraprendenza, il coraggio, la voglia di combattere. Famose e non. C’è la pugile Irma Testa, che grazie alla boxe è riuscita a trovare la sua strada e a non cadere nella trappola della violenza di Torre Annunziata; c’è Jane Da Mosto, innamorata della sua Venezia e dell’ambiente e che lotta per mantenerla meravigliosa. Sono tante, belle, di esempio per noi tutte. Perché a volte le loro sono storie nate per caso, dalla voglia di rimettersi in gioco e di provarci, di alzare la testa e imporsi, come spesso succede alle donne. Storie anche di resilienza e di “resurrezione”.


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“Una cosa sull’amore” di Jeffrey Eugenides (Mondadori)

Quando sei a un passo dal punto di rottura, dove lo metti il cuore? È la domanda che lega i protagonisti di Una cosa sull’amore di Jeffrey Eugenides, raccolta in 10 racconti di indimenticabili personaggi sull’orlo di una crisi. Ci sono le 2 amiche determinate ad affrontare la vecchiaia come vita e non come declino, il musicista di clavicordo che si divide tra lo strumento raffinato e la famiglia scombinata, la 40enne beffata dalla sua strategia per concepire un bambino. Lo sguardo sulle loro vite è carico di ironia, disincanto, umanità. E ricorda certe foto di interni alla prima occhiata ordinarie ma che, a un’osservazione più attenta, rivelano un’intensità commovente. (Marina D’Incerti)


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“Luna di miele” di Giorgio Scerbanenco (Einaudi)

Milano, anni ’40. Un uomo uccide la moglie per fuggire con la donna da sempre desiderata e un prete bigotto cerca di salvarli, attratto dalla fisicità del peccato. È buffo parlare di “nuovo romanzo” per un autore scomparso nel 1968. Ma Giorgio Scerbanenco, capostipite del giallo all’italiana, è noto per la sua produzione enorme e frammentata. Questo libro, uscito subito dopo la seconda guerra mondiale e mai più ristampato, lo scrisse dall’esilio svizzero a cavallo del Natale del 1944 («il più triste della mia vita»), ed è denso, teso di ferocia e di erotismo, amorale e cattivo nello stesso modo in cui lo saranno, 20 anni dopo, le sue opere più famose. La banalità del male vince nell’Italia fascista così come in quella del boom economico. (Gianluca Ferraris)


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“Becoming. La mia storia” di Michelle Obama (Garzanti)

A 10 anni ha picchiato una ragazzina che la snobbava, a 17 è entrata a Princeton con una borsa di studio, a 25 ha conosciuto uno stagista dallo strano nome, a 28 è diventata Mrs. Obama, a 44 la chiamavano Flotus (First Lady of the United States), a 45 ha parlato di mal di piedi con la regina Elisabetta… Becoming, da tradurre con un semplice “diventare” o con un filosofico “divenire”, è la storia di Michelle Obama, che da un bilocale di Chicago è arrivata alla Casa Bianca. Non era nelle sue intenzioni, ma non è stato un caso. (Alessandra Cipelli)


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“Cattiva” di Rossellla Milone (Einaudi)

Una giovane mamma, una neonata, una simbiosi che si avvinghia sempre di più nel corpo e nella mente, una relazione di reciproca dipendenza che potrebbe sfociare da un secondo all’altro in tragedia. E invece no: questa è semplicemente la storia di una nascita, e nella casetta affacciata sul golfo di Napoli dove la piccola Emilia urla come solo i neonati sanno fare ci ritroviamo un po’ tutte. Così come nel pianto che sgorga puntuale alle 7 di sera sul viso della protagonista, sfiancata dall’accudimento totale per sua figlia e in bilico pericoloso tra stanchezza e depressione. Vincerà la responsabilità di restare, ma avendo assaporato almeno per un attimo l’istinto di scappare. (Sara Peggion)


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“Terre selvagge” di Sebastiano Vassalli (Rizzoli)

Le Terre selvagge, disabitate e inospitali, corrispondono al tratto di Pianura Padana dell’attuale Piemonte, ai piedi del Monte Rosa. La vicenda si svolge 2.000 anni fa, nel 101 avanti Cristo. È una storia mai raccontata, la battaglia dei Campi Raudii, lo scontro cruento tra due civiltà destinate a dominare una sull’altra. Da una parte i Romani guidati da Caio Mario, dall’altra i terribili Cimbri, che con le loro scorribande in Europa arrivano a minacciare Roma. Grande storia e piccole storie si intrecciano lungo 300 pagine che fluiscono leggere, e che raccontano storie che parlano di noi, di quello che siamo forse sempre stati, di ciò che unisce e allontana gli uomini, dei luoghi dove viviamo. (Barbara Rachetti)


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“Mucche” di Dawn O’Porter (Astoria)

Un libro che parla, alle donne di oggi, delle donne di oggi. Le storie (e quindi le figure femminili narrate) sono 3: c’è Tara, una documentarista madre single la cui vita viene sconvolta da un video virale; c’è Stella, gemella malamente sopravvissuta alla perdita della sorella, il cui unico desiderio è avere un figlio e che per raggiungere questo scopo addirittura sfiora la follia; c’è Camilla, che dal suo seguitissimo blog incarna il volto delle donne senza figli ma poi… Dawn O’Porter snocciola grandi temi della quotidianità con una divertente e intelligente ironia, mai fuori registro. (Samantha Pascotto)


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“Sera in paradiso” di Lucia Berlin (Bollati Boringhieri)

Lucia Berlin era bellissima, inquieta, intelligente ed eccezionale. Nata in Alaska nel 1936, ha passato l’infanzia nelle città minerarie del West e l’adolescenza in Cile. Ha vissuto a New York e in Messico. Ha avuto 3 mariti, il primo che l’ha lasciata quando era incinta, l’ultimo abbandonato perché tossicomane. Ha fatto tanti lavori diversi per mantenere 4 figli, è caduta nelle spire dell’alcolismo, ma ha scritto sempre. Della sua vita e di quello che sarebbe potuta essere. Nei suoi racconti spicca lo sguardo acuto e mai banale sulla gente e i luoghi. (Isabella Fava)

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