Il libro di Selvaggia Lucarelli sulle diete

Dopo una vita su e giù dalla bilancia, Selvaggia Lucarelli ha deciso di permettersi ogni eccesso, almeno per un po’. E lo racconta nel suo ultimo libro. Una nutrizionista lo ha letto per noi e lancia un avvertimento: c’è un’altra strada per essere felici ed evitare l’effetto yo-yo

A Leon (il figlio), a Lorenzo (il fidanzato) e alla pizza. Si apre così Falso in bilancia (Rizzoli) il nuovo libro di Selvaggia Lucarelli e capisci subito che avrai tra le mani un libro ricco di passione. Nelle pagine si rincorrono figli, amanti, ex mariti, storie sbagliate, ma non solo. Anche con il cibo e la tavola è una vita di passione, quella che fa salire e scendere dalle bilance, avere un armadio quattrostagioni (come una pizza) per ognuna delle taglie in cui si è entrate, passare la vita a dieta pur desiderando una cosa sola: mangiare. Questa volta Selvaggia Lucarelli, con l’ironia corrosiva che la contraddistingue, punta i riflettori su di sé, sulla fame che l’accompagna da sempre e la lotta ai chili di troppo che vanno via con immense rinunce e tornano in un lampo, appena ti distrai.

Selvaggia Lucarelli ha provato tutte le diete

A vederla così, bellissima e popolarissima, non immagineresti che la donna più influente del web sia “una di noi”. Una che da quando un’amica, durante una partita di pallavolo alle elementari, le ha fatto notare come quei pantaloncini bianchi non le stessero poi così bene, avrebbe «avvertito l’ombra del giudizio in ogni sguardo, pure in quello di chi non stava fissando la mia pancia, ma la scritta fucsia sulla mia maglietta». Una che, proprio come noi, alla costante ricerca di una forma in cui sentirci a nostro agio, avrebbe provato tutte le diete. Dukan, intermittente, chetogenica, non ne manca una. Per poi concludere che nel suo caso funzionano solo le dissociate ma, attenzione, lei si dissocia dallo schema del dietologo e mangia beatamente quello che vuole. Soprattutto da quando nella sua vita è entrato lo chef Lorenzo Biagini, suo attuale fidanzato che, tra canederli al formaggio e curry indiani, la «rimpinza come una nonna calabrese a Natale».

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Il movimento dell’anti-dieta

Professionista delle diete come tante di noi, per un attimo ho pensato che fosse arrivata alla stessa conclusione di Caroline Dooner, l’autrice di The F*ck it Diet (Sonzogno) che le diete le manda al diavolo e si inserisce nel trend del Trust your body movement (fidati del tuo corpo), invitando le donne a essere più indulgenti nei confronti di qualche grammo extra di morbidezza. Il messaggio è: segui l’intuito, mangia quello che il corpo ti suggerisce e smetti di seguire religiosamente una dieta. È la cosiddetta anti-dieta e per sposarla bisogna armarsi di coraggio: chi assicura che il corpo ritrovi da solo il suo equilibrio? E qualche regola, dico io, ci vuole visto che se siamo stanche, stressate o ci sono nodi da sciogliere, sul lavoro o in amore, scattano quei meccanismi compensativi che spingono a mangiare di più.

Orgoglio curvy? No, grazie

Chi dice stop ai regimi alimentari sembra anche voler dire: accettiamo qualche chilo in più, in cambio saremo libere dalle diete e quindi felici. Ed è qui che capisco come Selvaggia non c’entri nulla con l’anti-dieta: l’orgoglio curvy, ribadisce, è un’invenzione ipocrita e io «non mi sento meglio quando ho una 46 anziché una 42. Per niente. Non ne vado orgogliosa, non ne sono fiera, non mi preferisco così. Con 10 chili in più la pancia sporge quanto le tette e non si capisce più se sotto la maglietta hai una quinta o le buste della spesa».

Cosa vuol dire essere body positive

Per lei, essere body positive vuol dire capire che la bilancia non è legge: presto potrebbero anche tornare le insalate scondite e le gallette di polistirolo ma, per ora, la priorità sta da un’altra parte. L’altalena della donna fisarmonica però è rischiosa, avete presente l’effetto yo yo? All’inizio si perdono massa magra e liquidi, poi il corpo, messo alle strette, si mette in posizione carestia, il metabolismo si blocca e i chili si riprendono. Ha ragione Selvaggia: questa cosa di amare il cibo è una maledizione mica da poco e non si perde mai la speranza di indossare “il tubino verde taglia 40, gli shorts di jeans, l’abito bianco di maglina” momentaneamente conservati in un angolo dell’armadio in cui, come scrive del suo, possono trovare posto gli abiti di una taglia che va da Kate Moss a Marisa Laurito.

Occhio all’effetto yo-yo

Come sempre, l’intelligenza e l’autoironia ci salveranno. Ma servirà anche ricordare che il metabolismo non è un luna park e, paradossalmente, ogni volta che sali sulla giostra del peso che scende-risale-riscende, proprio quel tubino si allontana un po’. Serve giocare d’astuzia. Godersi una frittura di pesce, ma trascinare il compagno in una passeggiata sul bagnasciuga. Mangiare un gelato con la panna, poi sfidarsi a chi arriva prima in cima al belvedere. E se si è esagerato con i cocktail, concedersi un paio di giorni in cui l’unico liquido sarà quello del mare in cui nuotare. Non aspettare insomma che la bilancia ti riporti all’ordine, perché lei non conosce il falso ma tu puoi essere selvaggiamente astuta.

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