“Non è la Rai”, una delle trasmissioni cult degli anni Novanta, finiva il 30 giugno del 1995. 

Il debutto nel 1991

Era il 9 settembre del 1991 quando «Dallo Studio 1 del Centro Palatino in Roma», così recitava la formula, andava in onda la prima puntata di un programma, su cui solo i suoi creatori Gianni Boncompagni e Irene Ghergo (e pochi altri) avrebbero scommesso, ma che era in realtà destinato a diventare un simbolo della televisione italiana. Amato, odiato, sbeffeggiato e molto criticato, “Non è la Rai” ha comunque il merito di aver fatto emergere alcuni dei migliori talenti della nostra Tv.

Sì, perché per quei pochi che non lo ricordassero, le attrici Ambra Angiolini, Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore, Romina Mondello, Nicole Grimaudo, sono tutte “allieve” della scuola di Boncompagni. Quella scuola che, pomeriggio dopo pomeriggio, ha segnato per la bellezza di cinque anni, la storia della “scatola nera”. In pratica, “Non è la Rai”, andata in onda dal 1991 al 1995, proprio grazie alla sua capacità di reclutare ragazze sconosciute e trasformarle in stelle, può essere considerata il primo vero e proprio talent-show.

I tanti primati di “Non è la Rai”

Trasmesso prima su Canale 5 e poi su Italia 1, “Non è la Rai” vanta una serie di primati e il più importante è certamente quello di essere stato il primo programma in diretta delle reti Fininvest. La prima edizione era condotta da Enrica Bonaccorti con la partecipazione di Antonella Elia ed Yvonne Sciò mentre Gianni Boncompagni (reduce da quattro anni alla direzione di Domenica In) oltre ad essere stato l’ideatore e regista della trasmissione, si è anche occupato di tutte le scenografie e delle musiche.

La seconda edizione vede al timone Paolo Bonolis mentre nella terza e quarta edizione, si danno il cambio alla conduzione tante ragazze. E una spicca più delle altre: Ambra Angiolini. In pochissimo tempo, la giovane Ambra diventa il volto più celebre e iconico del programma grazie alla sua energia e grazie al fatti che riesce a padroneggiare ospiti importanti e internazionali, giochi telefonici e momenti emozionanti tra lacrime, risate  e tante urla

Cosa fanno ora le protagoniste?

Quanto ci hanno fatto compagnia quelle cento ragazze scatenate, i loro balletti, i giochi, gli sketch, le canzoni e la mitica piscina in cui tutte si buttavano alla fine del programma. E tutti cantavamo: «Ma com’è bello qui, ma com’è grande qui, ci piace troppo ma Non è la Rai! Il cielo è sempre blu, non piove quasi mai, il mare è calmo ma Non è la Rai».