Tracy Chevalier

Tracy Chevalier: «Racconto le piccole, grandi rivoluzioni femminili»

Il nuovo romanzo della scrittrice americana, La ricamatrice di Winchester, ha per protagonista una 38enne single che, nell’Inghilterra tra la prima e la seconda guerra mondiale, lascia la famiglia per cercare la propria strada. E la trova grazie a una cattedrale e ai suoi cuscini decorati

Il mondo di Tracy Chevalier è fatto di eroine che vivono per lo più nel passato, lottano per trovare la propria strada e cercano di strapparsi di dosso i legami e i pregiudizi dettati dalle convenzioni. Lo era la giovane Griet di La ragazza con l’orecchino di perla, con cui l’autrice americana nel 2000 si affermò a livello mondiale: andò a servizio dai Vermeer nel 17esimo secolo e lì scoprì il potere della bellezza e dell’arte. Lo è Violet Speedwell, protagonista di La ricamatrice di Winchester (Neri Pozza), il decimo romanzo della scrittrice che arriva 20 anni dopo quel bestseller.

Essere femministe negli anni ’30 del ’900

«Violet è una femminista inconsapevole». Violet è una 38enne single nell’Inghilterra degli anni ’30 del ’900. Appartiene a quella categoria detta “surplus women”, ovvero i 2 milioni di donne rimaste sole a causa della prima guerra mondiale che aveva richiamato gli uomini al fronte, tra cui Laurence, il suo fidanzato. Femminista inconsapevole in una società che la considera destinata a stare in casa a curare la madre anziana in seguito alla morte di Laurence, Violet si ribella: trova un lavoro come dattilografa e va ad abitare da sola a Winchester. Solo 10 chilometri da casa, comunque un abisso fra l’esistenza a cui era destinata e la nuova vita fatta di sacrifici e ristrezze, ma anche di indipendenza e scoperte.

Come quella del ricamo, che per Violet si rivela un potente mezzo di emancipazione. Protagonisti dell’appassionante storia, ambientata fra le guerre mondiali, sono anche la cattedrale di Winchester (dove è seppellita Jane Austen, amatissima da Tracy Chevalier) e i cuscini ricamati che la ornano ancora oggi. «Nonostante siano stati confezionati tra il 1931 e il 1936 sono bellissimi e luminosi. Sono stati loro a spingermi a scrivere questo romanzo, e a scegliere di ambientarlo in quel periodo storico» mi dice la 57enne scrittrice di Washington, naturalizzata inglese, di passaggio a Milano. Violet entra a far parte del gruppo (realmente esisitito) delle ricamatrici dei cuscini della cattedrale per curiosità, per conoscere altre donne e per lasciare qualcosa di sé. Una specie di eredità.

«Anche io mi sono iscritta a un gruppo di cucito: Mi aiuta a distrarmi e a calmarmi. E con le altre ci confidiamo e sosteniamo a vicenda»

Poi, a mano a mano che la trama evolve, scopriamo in lei una persona insieme fragile e forte. «Scrivo di donne normali che però riescono a cambiare le cose grazie a piccoli gesti di ribellione» spiega l’autrice. Il libro parla di emancipazione e aiuta a comprendere la situazione femminile in quegli anni. «Quando trovare un lavoro era una conquista. Durante la prima guerra mondiale tante avevano occupato le posizioni degli uomini partiti per il fronte. In quel periodo avevano capito che potevano fare altro oltre ad accudire i figli, avevano provato cosa significa essere indipendenti economicamente. Ma poi, una volta finito il conflitto, sono state rinchiuse di nuovo a casa». Nel romanzo si tocca anche il tema dell’omosessualità femminile «che ancora oggi è un tabù, immaginate cosa potesse essere allora».

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«Prima di scrivere ho fatto ricerche per 9 mesi». Per La ricamatrice di Winchester Chevalier ha studiato a lungo, come fa per ogni suo romanzo. «Ho fatto ricerche per 9 mesi. Ma più scrivevo più venivano fuori domande, altri punti da approfondire. Alla fine ci ho messo 3 anni». Tra le cose da apprendere c’era il ricamo. «Ho iniziato ai tempi di L’ultima fuggitiva (del 2013, ndr): la protagonista creava trapunte e, per essere convincente nella descrizione, ho imparato io stessa. Mi sono iscritta a un gruppo di “quitting” che frequento ancora». L’arte in generale è una delle più grandi passioni di Tracy Chevalier, coltivata negli anni, a partire dai Vermeer. «Ora ogni volta che visito una città vado a vedere musei e cattedrali. Perché i capolavori del passato ti aiutano a capire cosa pensava la gente in quel periodo e come era».

Il prossimo libro?

«Sarà ambientato a Murano, parlerà di perle di vetro usate per il commercio e si svolgerà in un arco temporale che va dal 15° al 21° secolo». Naturalmente, ci sarà un’altra particolare protagonista femminile, Orsola Rosso, ispirata a una donna che è esistita veramente, Marietta Barovier, che ha inventato la perla di Rosetta.

Ora in libreria

La ricamatrice di Winchester (Neri Pozza) è il decimo libro di Tracy Chevalier: ambientato a Winchester, negli anni ’30 del ’900, parla delle donne che ricamavano i cuscini per gli inginocchiatoi della cattedrale. La protagonista è Violet, che lascia la famiglia per andare a vivere da sola.

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