Pare che il rischio di non riconoscersi nella propria nuova immagine non sia affatto raro. “Sin da bambini custodiamo dentro di noi la nostra immagine estetica, della quale possiamo essere certamente compiaciuti, ma che in seguito alla crescita possiamo trovare poco gradevole – spiega lo psicoanalista Pani. – Ciò accade perché la nostra immagine fisica cambia in modo da discostarsi alla nostra immagine estetica ideale, con il risultato di non piacerci. Pensiamo, per esempio, a un tipo di naso – piccolo e all’insù magari – che vediamo negli altri e lo invidiamo senza astio, in quanto emuliamo tali persone che possiedono tali caratteristiche: vorremmo avere le stesse fattezze.
Pertanto, per evitare sorprese sarebbe opportuno che l’immagine ideale ottenuta dopo l’intervento di chirurgia plastica si avvicinasse senza illusioni il più possibile a quella reale prima dell’intervento”. Ciò lo si ottiene grazie al lungo dialogo e confronto con il medico chirurgo.
Altrimenti più che cercare un’altra immagine è il caso di riflettere sul fatto che si cerchi un’altra identità, e in questo caso il campo va oltre la medicina estetica.