Dolore e tensione al seno: quali sono le cause e i possibili rimedi

Le cause di dolore al seno sono diverse e possono essere dovute a cambiamenti ormonali, come quelli legati alle mestruazioni, alla gravidanza o al periodo di allattamento. Approfondiamo insieme questo disturbo e vediamo cosa si potrebbe fare per alleviare il dolore

Dolore e tensione al seno: le cause e i rimedi

Per tensione al seno si intende quel fastidioso dolore che può colpire noi donne, particolarmente in determinati periodi: questo tipo di dolore, se sconosciuto o se se ne fa esperienza per la prima volta in assoluto, potrebbe causare paure e timori. Tuttavia, sappi che a tutto c’è una spiegazione e soprattutto… non sei sola! Oltre il 60% delle donne di età compresa principalmente tra i 30 e i 55 anni afferma di aver sofferto questo fastidio.

Non c’è da meravigliarsi, perciò, se le parole ‘dolore’ e ‘seno’ siano facilmente correlate e molto ricercate in Rete: se si soffre di tensione mammaria sapere come alleviarla è fondamentale.

Ma, prima di tutto, vediamo insieme quali sono le cause più comuni di dolore e tensione al seno.

Dolore al seno e ciclo mestruale

Ci sono giorni in cui il nostro seno può apparire più dolorante, gonfio, duro o più sensibile del solito.

A causare questi fastidiosi cambiamenti – assolutamente fisiologici – sono i nostri amati ormoni: l’aumento dei livelli di progesterone, un ormone prodotto principalmente dalle ovaie e dal surrene, condiziona il funzionamento e le condizioni fisiche della mammella. Sostanzialmente il progesterone causa l’aumento del flusso sanguigno proprio in questa zona, provocando così gonfiore e conseguente dolenzia della ghiandola mammaria. In questo periodo, fare degli impacchi caldo-umidi alle mammelle può portare beneficio ed alleviare il dolore.

Fisiologicamente ciò si verifica subito dopo l’ovulazione, momento dal quale inizia la maggior produzione di progesterone fino al suo picco; il fenomeno termina con l’arrivo delle mestruazioni una volta che i livelli ormonali si abbassano, riportando il seno alle sue normali condizioni.

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Gravidanza e allattamento

Uno dei primi sintomi che una donna può avvertire nel primissimo periodo della gravidanza è rappresentato proprio dal dolore al seno: il seno tendenzialmente aumenta di volume e si può percepire, soprattutto se si tratta della prima gravidanza, una maggiore sensibilità.

In genere, il dolore viene avvertito principalmente durante il primo trimestre: non solo le mammelle aumentano di dimensioni, ma diventa visibile il reticolo venoso mammillare, ad indicare l’aumento del flusso sanguigno. Tutto ciò è del tutto normale e non c’è assolutamente da allarmarsi: oltre che all’aumento di progesterone dopo il concepimento osserviamo un naturale innalzamento dei livelli di prolattina.

Ecco perché lo stesso discorso vale anche durante l’allattamento e i primi mesi di vita del lattante: nei primi 3-5 giorni dopo il parto, se il seno viene stimolato dalla suzione del neonato con frequenti attacchi al seno o, per esempio, con un tiralatte, il seno si modifica fino a che arriva la famigerata montata lattea. Il seno, durante e dopo la modificazione dovuta alla produzione lattea, aumenta di volume, si tende lievemente, mette in mostra il reticolo venoso e può diventare molto sensibile: tutto ciò è assolutamente fiisologico, tuttavia è importante fare attenzione alla frequenza e l’entità del dolore; se si tratta di un dolore intenso, costante e che non accenna a migliorare, potrebbe trattarsi di una mastite.

Tensione al seno e mastite

Cos’è la mastite? Si tratta di un’infiammazione della mammella (che solitamente colpisce solo una mammelle) che può essere causata da un ingorgo mammario non trattato o da un’infezione di tipo batterico.

Ma non bastano solo il dolore o il seno gonfio a metterci sull’attenti: la mastite si accompagna a sintomi sistemici, come febbre e spossatezza, oltre che all’arrossamento della pelle.

Rimedi per il dolore e la tensione al seno

Esistono alcuni cambiamenti nello stile di vita che possono contribuire notevolmente ad alleviare questa sensazione fastidiosa: vediamoli insieme!

Usa reggiseni comodi

Una cosa che tutte dovremmo fare per la salute delle nostre mammelle è usare reggiseni meno costrittivi: lascia push up e ferretti per occasioni importanti (e sporadiche) e prova a indossare un reggiseno che sostenga ma non costringa, come uno di quelli sportivi, durante la notte per un supporto più delicato. La stessa cosa è consigliata in allattamento: i reggiseni da allattamento, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, con la loro forma innaturale possono aumentare il rischio di ingorgo mammario, perciò un reggiseno sportivo è molto ben accetto!

Limita l’assunzione di caffeina

Un altro consiglio è quello di limitare la caffeina: anche se ancora non vi sono evidenze scientifiche in merito, alcune ricerche collegano la caffeina alla tensione del seno, come quella dell’Università della Pennsylvania, la quale ha rilevato come alcune donne che hanno ridotto l’assunzione di caffeina abbiano trovato sollievo per quanto concerne il dolore al seno. Tentar non nuoce!

Assumi vitamine e magnesio

Alcuni naturopati sostengono che assumere vitamina E, B6 e magnesio, contribuisca ad alleviare il fastidio. Infine, procedi al bisogno con impacchi col ghiaccio per 10 minuti quando hai dolore o, al contrario e come dicevamo poco sopra, con impacchi caldo-umidi a seconda di ciò che ti dà maggior sollievo.

Leggi a cosa serve la Vitamina E e dove trovarla

Mito da sfatare: dolore e tumore al seno

Sono molte le donne che, spaventate dal gonfiore e dal dolore pensano di aver sviluppato un tumore alla mammella e corrono dal medico. Ma le due cose, è bene sottolinearlo, non sono in alcun modo correlate. Di per sé il gonfiore non deve rappresentare quindi motivo di preoccupazione, essendo, come abbiamo detto, una componente fisiologica dell’universo femminile.

Diverso è invece il caso in cui dovessi notare delle secrezioni dal seno, sentire noduli o vedere la pelle raggrinzirsi (come la buccia di un’arancia) in breve tempo, solo in un punto della mammella. Sono queste tre le principali circostanze in cui è opportuno rivolgersi ad uno specialista.

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