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Drunkoressia, quando si beve ma non si mangia: conoscerla per evitarla

  • 14 11 2020
Digiunare quando si beve per compensare l'apporto calorico dato dalle bevande alcoliche non è una moda, ma una vera e propria patologia chiamata drunkoressia

Le bevande alcoliche, oltre a essere dannose per la salute, sono generalmente piuttosto caloriche. Questo aspetto non piace molto ai consumatori abituali, soprattutto giovanissimi che, per arginarlo, spesso limitano o evitano completamente di mangiare, in vista del momento in cui prevedono di bere più del solito. Un’abitudine pericolosa, messa in atto per non incrementare l’apporto calorico dato dall’alcol che, se reiterata con costanza, diventa patologica e prende il nome di drunkoressia.

Cos’è la drunkoressia

Usato per la prima volta dai giornalisti del New York Times, questo termine ricorda volutamente il nome di un disturbo alimentare pericolosissimo, l’anoressia. Perché? Perché di fatto ne ricalca le dinamiche psicologiche scatenanti e gli effetti negativi su corpo e mente.

Sebbene con drunkoressia non si indichi ancora una patologia o un disturbo formalmente riconosciuto, questa parola viene comunque usata per descrivere comportamenti dannosi e rischiosi. In queste situazioni, i modelli alimentari vengono modificati o addirittura stravolti, nel tentativo di compensare uno degli effetti considerati esteticamente più rilevanti del consumo eccessivo di alcol: l’aumento di peso.

L’abitudine di non mangiare se si beve si verifica in ogni parte del mondo e interessa soprattutto le ragazze. La ragione? In genere, sono molto più inclini dei maschi all’ossessione del corpo perfetto e maggiormente influenzabili dai modelli estetici imposti da media e società.

L’allarme lanciato da uno studio australiano

Adolescenti e studentesse universitarie sarebbero le più esposte al pericolo.

A confermarlo anche un’indagine svolta dai ricercatori dell’Università dell’Australia del Sud, che hanno monitorato i comportamenti di 479 studentesse universitarie di età compresa tra i 18 e i 24 anni. A ciascuna di loro hanno chiesto di dire esattamente che cosa mangiasse e facesse durante le sue giornate in relazione al consumo di alcolici, per compensarne l’apporto calorico.

I risultati, documentati sull’Australian Psychologist, fotografano una situazione grave, soprattutto perché particolarmente diffusa e considerata normale dalle intervistate. L’82,7% delle ragazze ha, infatti, dichiarato di aver avuto qualche comportamento drunkoressico nei tre mesi precedenti. Quali? Per esempio, saltare i pasti, mangiare e bere solo cose a bassissimo contenuto calorico o senza zucchero, fare uso di lassativi o praticare attività fisica più del solito, nei giorni in cui bevevano alcol. Il 28% delle intervistate, addirittura, ha detto di farlo con regolarità.

 «Se quasi un terzo delle giovani ammette senza problemi di ridurre intenzionalmente il cibo in vista di una serata goliardica o di un momento conviviale, esclusivamente per compensare le calorie alcoliche ingerite, è evidente che esista un problema di salute e scarsa percezione del pericolo nelle nuove generazioni, che non possiamo ignorare», ha commentato Alycia Powell-Jones, psicologa clinica e ricercatrice capo di UniSA.

Quali sono i fattori scatenanti

Questa abitudine pericolosa, diffusissima anche in Italia, è alimentata da un’ampia gamma di fattori. Essi hanno a che fare soprattutto con la sfera relazionale e sociale dei giovani.

Una delle probabili micce è la diffusione, tra le nuove generazioni, di stili di vita e modi di bere al limite, come il binge drinking. Di che cosa si tratta? Della tendenza a bere a ritmi compulsivi e nel giro di poche ore, spesso nei weekend, con lo scopo di azzerare le inibizioni e favorire le capacità relazionali.

Un’altra è l’ossessione, soprattutto femminile, di piacere a tutti i costi. Generalmente è alimentata da una bassa autostima e da un difficile rapporto con il proprio corpo.

Alla pressione sociale di voler soddisfare le aspettative estetiche ricorrenti si unisce l’idea che, in fondo, bere senza mangiare sia un’abitudine gestibile, temporanea e, soprattutto, non pericolosa.

Un comportamento dannoso ma sottovalutato

Purtroppo però non è così. Infatti, il consumo eccessivo di alcol combinato con schemi alimentari restrittivi e disordinati può aumentare drasticamente la possibilità di sviluppare gravi conseguenze fisiche e psicologiche.

«Questo comportamento è stato normalizzato in così tanti contesti da essere largamente sottovalutato», sottolineano i ricercatori australiani. «Ma è importante ricordare che può portare a problemi di salute molto seri e che non può essere considerato uno stile di vita equilibrato e sostenibile».

Al contrario, mangiare regolarmente e in modo adeguato è importante quando si bevono alcolici. Questo sia che si tratti di un semplice stuzzichino che accompagna l’aperitivo sia di godersi un pasto vero e proprio insieme agli amici, senza pensare alle calorie extra.

Le conseguenze fisiche e psicologiche

Assumere zuccheri attraverso l’alcol significa apportare all’organismo calorie prive di qualsiasi valore nutrizionale. Questo favorisce la maggiore permeabilità della parete gastrica. Inoltre, rende il fegato più sensibile allo sviluppo di steatosi epatica (il fegato grasso), cirrosi e tumore.

Le più a rischio per lo sviluppo di questi problemi sono, ancora una volta, le donne. Per quale ragione? Perché metabolizzano l’alcol più lentamente. In loro aumenta anche il rischio di osteoporosi, alterazioni cardiache e amenorrea.

Altre gravissime conseguenze per la salute sono la più alta probabilità di sviluppare ipoglicemia, deficit nutrizionali, danni al cervello, al cuore e alla memoria, blackout mentali, depressione e decadimento cognitivo.

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