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Tiroide e metabolismo: che legame c’è

Se la tiroide funziona poco, il metabolismo rallenta e si può accumulare peso e cuscinetti, anche se si mangia poco o come sempre

Se nonostante le diete non riesci a dimagrire o se noti un aumento di peso, malgrado non abbia cambiato alimentazione e frequenza di attività fisica, è il caso di approfondire la funzionalità della tiroide.

Tiroide, come controllare se funziona bene

Come? Attraverso un semplice esame del sangue, prescritto da medico curante, che valuterà i livelli di TSH, F3 e F4, ovvero gli ormoni secreti dalla tiroide. Questi variano in base alla velocità con cui lavora la ghiandola a forma di farfalla posta al centro del collo: se è lenta, tutte le funzioni del tuo organismo rallenteranno, compreso il metabolismo che ti fa bruciare gli alimenti ingeriti e trasformarli in energia. Potresti soffrire di ipotiroidismo. Viceversa, se la tiroide lavora troppo, si è in una  condizione di ipertiroidismo, e il metabolismo sarà accelerato con conseguenze non sempre positive sulla salute.

Tiroide: cos’è

La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla posta al centro del collo. La sua funzione è quella di sintetizzare due ormoni principali (la Triodotironina e laTiroxina) che influenzano fortemente tutto il metabolismo. Questa ghiandola secerne inoltre un ormone chiamato Calcitonina,importante nella regolazione del calcio e del fosforo.

Gli ormoni tiroidei aumentano sia il metabolismo basale dell’individuo che l’attività metabolica di tutti i tessuti.Quest’ultima è la velocità di utilizzazione delle sostanza energetiche. Ecco che per mantenere il metabolismo ad un livello normale deve essere continuamente secreta una giusta quantità di ormoni tiroidei, infatti piccole variazioni possono avere ripercussioni notevoli sull’organismo. La sintesi e la secrezione degli ormoni tiroidei è controllata da ghiandole presenti nel cervello: ipotalamo e ipofisi.

Metabolismo basale

È quello che abbiamo in quanto esistiamo, cioè siamo organismi viventi. Co sono parametri che lo determinano su cui non possiamo agire neppure volendo: intanto, diminuisce di circa il 2% ogni dieci anni a partire dai 30 anni, perché dopo i 25 si arresta la crescita della massa ossea. È più alto negli uomini rispetto alle donne perché è proporzionale alla massa muscolare, più abbondante nel sesso maschile; a parità di peso, inoltre, una persona più alta “brucia” più energia perché deve far “viaggiare” di più sangue, nutrienti e così via. Infine, conta certamente anche l’assetto genetico. Ed è su questo aspetto che influisce la tiroide.

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I sintomi ai quali prestare attenzione

Devono far sospettare una tiroide che lavora poco manifestazioni empiriche, quali:

– Difficoltà a dimagrire nonostante le diete; tendenza a ingrassare sull’addome
– Polpacci gonfi
– Mani e piedi freddi
– Palpebre gonfie e borse sotto gli occhi soprattutto la mattina, viso paffuto e con tendenza al doppio mento, diradamento delle sopracciglia
– Capelli secchi, fragili, ruvidi, caduta diffusa, unghie fragili e a lenta crescita
– Pianta dei piedi di colore giallastro
– Scarsa sudorazione anche al caldo
– Intolleranza al freddo
– Addome gonfio, stitichezza
– Pelle secca, pallida e ruvida, con ipercheratosi follicolare (aspetto granuloso a “pelle d’oca”) soprattutto sulle braccia, gomiti squamosi
– Stanchezza mattutina, sonnolenza, mancanza di memoria, tendenza alla depressione, rigidità articolare<
– Livelli di colesterolo aumentati
– Vulnerabilità alle infezioni, micosi recidivanti, dermatiti atopiche Se da qualche mese noti la comparsa di questi sintomi in numero superiore a 5 e in forma marcata, ti consigliamo di rivolgerti al tuo medico curante e chiedere le analisi del sangue per verificare i valori degli ormoni tiroidei.

Ipotiroidismo

Si è in presenza di ipotiroidismo se la tiroide lavora poco: si ha un rallentamento di tutti i processi metabolici e i danni sono generalmente correggibili con la terapia sostitutiva, cioè con la somministrazione di adeguate dosi di ormone tiroideo L-tiroxina, T4. L’ipotiroidismo viene definito subclinico se viene diagnosticato nelle fasi iniziali della malattia, quando ancora non sono presenti i sintomi, ma si riscontrano solo alterazioni negli esami di laboratorio e gli ormoni tiroidei sono ancora nella norma. Si parla invece di ipotiroidismo conclamato, quando sono già presenti le manifestazioni cliniche dell’ipotiroidismo e gli ormoni tiroidei sono ridotti. La causa più frequente dell’ipotiroidismo è l’ipotiroidismo primitivo da tiroidite linfocitaria di Hashimoto, una patologia che si manifesta più frequentemente nelle donne e che presenta una predisposizione familiare.

Ipotiroidismo da Hashimoto

È una patologia che dipende da un disordine del sistema immunitario, che considera la tiroide come un organo estraneo al corpo umano e che quindi deve essere attaccata dal nostro sistema di difesa. Così si formano anticorpi contro strutture appartenenti alla tiroide, creando una infiammazione cronica che porta la tiroide a impigrirsi.Altre cause di ipotiroidismo sono quelle dipendenti da alcune terapie farmacologiche, che possono ridurre la capacità della tiroide di produrre ormoni e ovviamente dopo l’asportazione chirurgica della ghiandola.

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