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Mese della prevenzione: pubertà precoce

Già a sette anni alle prese con le tempeste ormonali e i primi cambiamenti  fisici. Capita sempre più spesso. Per questo abbiamo chiesto a una grande équipe  di rispondere ai dubbi delle mamme. Al telefono e sul web

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Cinque bambine su 100 a sette, otto anni devono fare i conti con i primi  segni della pubertà. E a nove, dieci ani hanno già le mestruazioni, con tutte le  conseguenze fisiche e psicologiche che questo comporta. Come intervenire? E come  preparare queste piccole donne a cambiamenti così grandi? Ne parla su Donna  Moderna una grande équipe: quella del centro di ginecologia dell’infanzia e  dell’adolescenza dell’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi di  Firenze.  Se avete dubbi o domande, per tutto il mese di settembre  potete  chattare sul sito con i nostri esperti il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 14  alle 16 (negli stessi giorni e orari potete anche chiamarli al  numero 0557947551).

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Ancora bambine e già donne: cinque bimbe su 100 a nove, dieci anni hanno le prime mestruazioni. «Il menarca, questo è il termine medico, è l’atto finale di un processo complesso che dura un paio di anni e che in genere si conclude intorno ai 12 anni» spiega la professoressa Vincenzina Bruni, fondatrice all’ospedale Careggi di Firenze del primo centro di ginecologia pediatrica in Italia. «Quando il corpo raggiunge il peso e la massa grassa adeguati, l’ipotalamo, una specie di torre di controllo, dà il via insieme all’ipofisi alla stimolazione delle ovaie e alla produzione di ormoni».

Non è ancora ben chiaro come mai per alcune bambine ci sia un anticipo di tre, quattro anni rispetto alla media. Si sa però che alcune sostanze possono “confondere” l’ipotalamo e l’ipofisi. Nella lista ci sono gli inquinanti dell’aria, come ha visto uno studio giapponese pubblicato sulla rivista Nature, e l’alimentazione disordinata che aumenta i depositi di grasso nocivo.

«La pubertà precoce porta con sé delle conseguenze» aggiunge l’esperta. «Nell’anno precedente al menarca la bambina si ritroverà più alta delle coetanee di circa una spanna. Ma a 14 rischia di essere la più bassa, perché la crescita si ferma». A questo poi si aggiunge un disagio psicologico da non trascurare: una bambina infatti è emotivamente impreparata a convivere con un corpo da adolescente. Certo è che per le mamme non è facile capire quando e se preoccuparsi. Abbiamo raccolto
i loro dubbi e le loro domande E le abbiamo girate alle esperte.

Quali sono i sintomi della pubertà precoce?
L’arrivo delle prime mestruazioni viene preceduto da una serie di segnali. «Il primo cambiamento è la comparsa di un abbozzo di seno, il cosiddetto bottone mammario, e di peluria al pube e alle ascelle» spiega Maria Sandra Bucciantini, direttore del Centro di ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale di Careggi, Firenze. «Poi, oltre allo sviluppo del seno, accelera la crescita della statura, aumenta il peso, il fisico prende una forma femminile e si forma il girovita». Ai primi segni è bene parlarne con il medico.

Se ho dubbi da quale specialista devo andare?
Di solito è sufficiente il pediatra, perché durante i controlli periodici segue anche lo sviluppo sessuale. Se però la comparsa dei peli e lo sviluppo del seno avvengono prima dei sette anni, è meglio fissare un appuntamento con una ginecologa pediatrica o un endocrinologo. Basta cliccare su www.sigia.it, il sito della Società italiana di ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza.

Come si svolge la visita?
Niente a che vedere con la visita ginecologica dei “grandi”. Lo specialista misura l’altezza e il rapporto tra massa magra e massa grassa. In più valuta i genitali ed esegue un’ecografia che vede l’apparato sessuale dall’esterno. Se necessario prescrive un’analisi del sangue per il dosaggio degli ormoni. Con tutte queste informazioni, è in grado di prevedere in modo abbastanza preciso il momento della prima mestruazione.

Ci sono dei farmaci che ritardano l’arrivo del primo ciclo?
A volte, se il processo scatta molto presto, il medico può decidere di bloccare il meccanismo con un medicinale a base degli analoghi del GnRH, ormoni che mettono a riposo l’ipofisi, in modo da bloccare lo sviluppo che riprenderà appena si interromperà la terapia. Sono iniezioni da fare una volta al mese, oppure ogni tre mesi sotto stretto controllo medico.

È vero che un eccessivo consumo di carne condiziona l’età dello sviluppo?
Il rischio esiste, ma bisogna stare attente a non toglierla completamente: la dieta dev’essere il più possibile variata e comprendere anche carne rossa e bianca. Così, l’organismo delle bambine funziona con il giusto ritmo e si evita il sovrappeso. La “fettina” va scelta puntando sulla qualità e privilegiando la carne di animali di cui si conoscere a fondo l’alimentazione, come nel caso della biologica.

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