donne risorgimento cover

Le donne del Risorgimento

Dal 4 aprile a Cosenza si rilegge l'Unità d'Italia in rosa con la mostra - con tanto di pubblicazione - "L'altra metà dell'Unità": un omaggio alle energie femminili nascoste dalla storiografia, riscoperte e viste nelle opere di trenta giovani artiste, provenienti da ogni angolo del nostro Paese...

L'altra metà dell'Unità, le patriote di ieri nelle artiste di oggi

Da Cosenza arriva un progetto originale e tutto al femminile per il 150° anno dell’Unità d’Italia. Un volume e una mostra, L’altra metà dell’Unità, che dal 4 al 20 aprile sarà ospitata al Palazzo della Provincia. Un omaggio alle energie femminili nascoste dalla storiografia.  

Trenta giovani artiste rappresentano e interpretano il profilo esistenziale di trenta donne risorgimentali impegnate nel lavoro, in guerra, nella politica, nelle conquiste, nel rapporto con se stesse e con il proprio corpo, nella costruzione del proprio e del nostro futuro. Profili femminili da conoscere e da stimare, da Adelaide Bono Cairoli all’immancabile Anita Garibaldi.

L'altra metà dell'Unità, Adelaide Bono Cairoli

Adelaide Bono Cairoli vista da Rosaria Iorio

Adelaide Bono Cairoli
“Ella va segnando di tombe e di lacrime il sentiero di glorie per cui l’Italia ritorna alla sua grandezza”: così Ippolito Nievo descrive Adelaide Cairoli nel 1860. Ancora vivente è già simbolo della madre eroica del Risorgimento.
Donna dal carattere forte, si distingue per scelte coraggiose, come quella di sposare Carlo Cairoli, uomo di 46 anni, vedovo con due figli, anche contro il volere della madre. Dall’unione nascono 8 figli: tutti parteciparono come volontari garibaldini alle imprese per l’Unità d’Italia e la loro partecipazione è dominata dall’attivismo presenzialista della madre. Garibaldi l’additò come esempio di “madre incomparabile”.

L'altra metà dell'Unità, Lucia Irianni

Lucia Irianni vista da Flavia Sorrentino

Lucia Irianni
Nasce a Lungro nel 1796. Perso il marito, si occupò prima dell’educazione dei figli e poi della loro difesa nel contesto del processo di Cosenza relativo ai moti insurrezionali, vendendo molte delle sue proprietà.
Quando il figlio Domenico fu arrestato a causa della guida della resistenza ai regi a Campotenese e a Monte Sant’Angelo, dovette passare davanti alla propria abitazione con i gendarmi. La madre e le sorelle attesero il corteo dal balcone e, anziché abbandonarsi a scene di dolore, lanciarono fiori e confetti come si usava ai matrimoni e alzando frasi che auspicavano la fine della tirannide borbonica. I gendarmi invasero la casa e le malmenarono.

L'altra metà dell'Unità, Antonietta De Pace

Antonietta De Pace vista da Sabina Feroci

Antonietta De Pace
Nata a Gallipoli nel 1818, perse a soli 8 anni il padre e per questo motivo fu rinchiusa, con le sorelle, nel monastero delle Clarisse. In seguito una delle sorelle sposò Epaminonda Valentino, che si occupò anche di Antonietta, ospitandola in casa.
Antonietta, attratta dall’attività di Epaminonda, un patriota in contatto con organizzazioni carbonare di Napoli e Lecce, di cui curava la corrispondenza, divenne ben presto sua collaboratrice, sostituendolo nelle delicate funzioni ogni qualvolta l’uomo si assentava. Attiva nella preparazione dei moti del 1848 in terra d’Otranto, si distinse per spirito critico e acume politico.

L'altra metà dell'Unità, Giuseppa Bolognara

Giuseppa Bolognara vista da Martina Troise

Giuseppa Bolognara
Nata a Barcellona nel 1826, passa alla storia con il soprannome di “Beppa la cannoniera”. Il 31 maggio 1860, infatti, durante l’insurrezione di Catania, mentre le milizie borboniche si erano asserragliate nella piazza dell’Università, s’impadronì di un cannone infliggendo dure perdite al nemico.

L'altra metà dell'Unità, Clara Carrara Maffei

Clara Carrara Maffei vista da Marilina Ricciardi

Clara Carrara Maffei
Sposa Andrea Maffei, con il quale nel 1834 apre un salotto dove arte e letteratura sono temi portanti. A 32 anni si separa dal marito con un semplice atto notabile, lascia Milano e si stabilisce nella villa di Clusone, dove apre un salotto frequentato da ministri, diplomatici e alti ufficiali. Tra loro anche Carlo Tenca, patriota che divenne suo amante. Quando nel 1848 inizia la rivolta contro gli austriaci Clara sostiene finanziariamente gli insorti e ne propaganda le idee. Accoglie sotto il suo tetto Cristina di Belgioioso che arriva a Milano alla testa di 200 volontari napoletani.
Nel 1849 il suo salotto diventa l’avamposto milanese della politica di Cavour.

L'altra metà dell'Unità, Clara Carrara Maffei

Clara Carrara Maffei vista da Elisabetta Travet

Io appartengo a me
medesima, e solo io voglio
essere giude del mio
operare. E vinsi, almeno,
la schiavitù delle cose
convenzionali. È a duro
prezzo ch’o acquistai tale
libertà; è qualche cosa
anch’essa quando non si
vuole usarla che per bene
Clara Carrara Maffei

L'altra metà dell'Unità, Anita Garibaldi

Anita Garibaldi, nell’illustrazione di Elda Cingolani

Anita Ribeiro da Silva Garibaldi
Anna nasce a Morrinhos, in un periodo contraddistinto da imponenti flussi migratori, quando il Brasile si apprestava a diventare indipendente dal Portogallo. Garibaldi si innamora a prima vista della ragazza, nel periodo della rivoluzione riograndense; Anna gli insegna ad andare a cavallo e poi diventa corsara della Repubblica catarinense; inizia il suo addestramento militare e ben presto rivela delle doti di valorosa combattente.

L'altra metà dell'Unità, Anita Garibaldi

Anita Garibaldi vista da Roberta Maddalena (Birò)

Anita Ribeiro da Silva Garibaldi
Quando Garibaldi decide di tornare in Italia, Anita s’imbarca qualche mese prima, destinazione Nizza, dove viene raggiunta da lui. Nel 1848 lo segue e anche in Italia si distingue per il valore militare, ma la fuga da Roma del 1849 sfinisce la donna, sofferente e in avanzato stato di gravidanza. Muore a Ravenna nel 1849.

L'altra metà dell'Unità, Cristina Trivulzio di Belgioioso

Cristina Trivulzio di Belgioioso vista da Martina Peluso

Cristina Trivulzio di Belgioioso
L’insegnante Ernesta Bisi la fa entrare in contatto col mondo delle cospirazioni politiche che agitano Milano. Si sposa e in occasione della crisi matrimoniale, causata dal tradimento del marito, si rivela moderna e decisa rifiutando il compromesso e la falsità delle apparenze. Si sposta a Genova ed entra in contatto con la marchesa Teresa Doria, ardente patriota, tanto che gli austriaci tentarono più volte di farla rimpatriare senza successo.
A contatto con esuli francesi s’impegna a finanziare il piano di insurrezione. Sfugge più volte alla cattura.
Scrive molto, per educare gli italiani allo spirito di fratellanza e a difesa della condizione della donna.

L'altra metà dell'Unità, Maria Gozzadini

Maria Gozzadini vista da Miss Miza.

Maria Teresa Serego Alighieri Gozzadini
I principali elementi della sua educazione li riceve dai patrioti amici della madre. Verso la fine del 1840 sposa Giovanni Gozzadini e si trasferisce da Verona a Bologna. Inizia a partecipare agli incontri della Giovane Italia bolognese, impegnandosi attivamente nel gruppo. Inventa una nuova forma di lotta politica, lo sciopero a oltranza di tutta la popolazione. Si sposta a Napoli e racconta la propria dura esperienza da patriota in un libro che sarà poi pubblicato dall’Ausonio, la rivista di Cristina di Belgioioso. Nasconde nella sua casa molti rifugiati.

Riproduzione riservata