Relazioni: come fare la pace

Rancori, invidie, delusioni. È il momento giusto per liberarsi di questi pesanti fardelli. E riconciliarsi con i genitori, le amiche, i colleghi e i fratelli. Ma, soprattutto, con se stesse

«I bambini cementano le coppie, si diceva una volta. Ora non più. I figli piccoli sono un terremoto nella vita dei genitori, una continua fonte di conflitti. Dalla mattina quando si svegliano fino a sera è tutto un capriccio e un braccio di ferro: “Fai il bagnetto”, “No, voglio vedere il cartone”; “Mangia il prosciutto”, “Non mi piace”. Le mamme sono stremate, i papà pure, le coppie rischiano di vacillare. Eppure questi figli, i nostri piccoli capolavori, li abbiamo desiderati. E cerchiamo di accontentare le loro richieste, di rispettarne gusti e bisogni.

Forse è proprio lì che sta l’errore. È che i figli, così svegli e chiacchierini da sembrare adulti in miniatura, sono pur sempre dei bambini. Hanno bisogno di argini e protezione, di vedere nei genitori una guida e un punto di riferimento. Non lasciamoli allo sbaraglio e rispolveriamo questa vecchia parola, educazione, oggi più necessaria che mai. Vale la pena di cominciare subito. Riscoprendo, tra marito e moglie, la solidarietà genitoriale, per poi scrivere insieme le regole della casa. E alla fine sì, tutti nel lettone al sabato mattina, senza programmi, a giocare, ridere e coccolarsi. Perché per crescere (e per fare i genitori) c’è bisogno, anche e più che mai, di valorizzare i momenti di coccole e tenerezza».

Irene Bernardini – Psicoterapeuta e autrice del nuovo libro Bambini e basta (Mondadori).

«Complice la crisi, e un mondo sempre più competitivo, anche il lavoro diventa, in molti casi, una fonte di malessere. Gli antidoti? Diventare consapevoli che l’azienda, il negozio o l’ufficio in cui si è impiegati è come un unico organismo composto da parti (i colleghi) che sono connesse tra loro. Allora ci interesserà aprirci agli altri e conoscere le persone dietro la maschera dei diversi ruoli.

Ci interesserà capire meglio se davvero stiamo mettendo a frutto talento, competenze e creatività. La mattina, poi, è importante arrivare al lavoro con in testa un piccolo pensiero positivo, un messaggio di gratitudine (perché, suonerà un po’ retorico, non bisogna dimenticare che c’è chi è disoccupato). E poi sorridere. Dopotutto, come ricorda anche il Dalai Lama: essere gentili è una pratica che funziona in ogni ambito, persino nel duro mondo del lavoro».

Massimo Gusmano – Psicoterapeuta esperto di consulenze alle organizzazioni aziendali e presidente dell’Associazione Mindfulness Project di Milano.

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