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Cristina Chiabotto, 35 anni, a fine giugno darà alla luce la sua seconda figlia. Ha raccontato di soffrire di diabete gestazionale

Diabete gestazionale: sintomi, cure e la giusta dieta

Cos'è il diabete gestazionale, come riconoscerlo, prevenirlo e curarlo e i consigli da seguire per quanto riguarda dieta e alimentazione

Cristina Chiabotto, già mamma della piccola Luce, sta per avere la seconda bambina ma su Instagram ha raccontato che la seconda gravidanza è stata complicata dal diabete gestazionale, condizione caratterizzata da valori di glicemia oltre la norma. I segnali del diabete, che può capitare anche in donne che non ne soffrono prima della gravidanza.

«Sono seguita da una ginecologa e da una dietista. Può succedere, l’importante è farsi seguire bene ed essere consapevoli di cosa sia. Alimentazione e movimento come in tutto sono la base. Diciamo che sto cercando di fare del mio meglio, anche se ogni tanto è difficile fare tutto alla perfezione».

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Cos’è il diabete gestazionale

Si è soliti dire che la gravidanza si accompagna a scompensi ormonali, e che talvolta queste possono ripercuotersi non solo sul tono dell’umore bensì anche sullo stato di salute generale.

Il diabete gestazionale ne è un esempio eclatante.

Nel 15-20 % delle gravidanze, infatti, potrebbe manifestarsi un disordine metabolico, caratterizzato da un’alterata tolleranza al glucosio, ossia agli zuccheri, e più in generale ai carboidrati, per l’appunto definito diabete gestazionale.

Questa particolare condizione, ormai facilmente diagnosticabile, se individuata tempestivamente e controllata attraverso la dieta, lo stile di vita e la terapia farmacologica, può essere agevolmente gestita senza particolari complicanze.

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Quali sono i fattori di rischio per il diabete gestazionale?

Trattandosi di un disturbo metabolico particolarmente frequente, è necessario che una futura mamma conosca tutti i possibili fattori di rischio, e che dove possibile, provveda a controllarli.

I più importanti in questo senso sono:

– familiarità di primo grado per diabete;

precedenti gravidanze accompagnate da diabete o alterata glicemia a digiuno;

– sovrappeso e obesità;

sedentarietà;

– stile di vita ed in particolare il tabagismo;

età avanzata;

sindrome dell’ovaio policistico.

Evidentemente laddove sarà possibile intervenire, vedi sullo stile di vita, sul sovrappeso e sulla dieta, sarà fondamentale l’impegno attivo della futura mamma.

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Come diagnosticare il diabete gestazionale in tempo?

Dal momento in cui una gestione accurata del disturbo non si accompagna a particolari complicanze, sarà fondamentale individuarlo in tempo. Per questo motivo, i massimi esperti del settore, hanno definito delle linee guida ben precise per lo screening di diabete nelle future mamme.

Più precisamente l’esame di screening, ossia la curva da carico con 75 g di glucosio, dovrebbe essere prescritta tra la 24° e la 28° settimana di gestazione nelle donne a medio rischio, anticipata invece alla 14°-16° nelle donne ad alto rischio ed eventualmente ripetuta in caso di esito negativo alla 24°.

Perché il test risulti normale, e quindi si possa scongiurare il rischio di diabete gestazionale, i valori della glicemia dovranno essere:

– inferiori a 92 mg/dL a digiuno;

– inferiori a 180 mg/dL dopo 60’ l’ingestione del carico;

– inferiori a 153 mg/dL dopo 120’ l’ingestione del carico.

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Quali sono i sintomi del diabete gestazionale?

Molte di voi si chiederanno “ma come posso riconoscere in tempo il diabete gestazionale? Quali sono i sintomi a cui devo prestare attenzione?”.

Purtroppo, nel caso del diabete gestazionale, la situazione non è molto semplice, in quanto i sintomi non sempre sono presenti e generalmente si manifestano più in là nel tempo.

Tuttavia, contatta il medico, senza allarmarti se noti:

– un incremento importante della diuresi;

– una sensazione di sete sempre molto alta, soprattutto nelle ore notturne;

– una sonnolenza importante subito dopo i pasti;

– bruciori alle vie urinarie;

– nausea e vomito;

– un incremento di peso ingiustificato in un periodo di tempo molto breve.

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Quali possono essere le complicanze del diabete gestazionale?

Se la diagnosi di diabete gestazionale viene effettuata nei tempi opportuni, e quindi instaurata un’adeguata terapia e un corretto intervento nutrizionale, le complicanze sia per la mamma che per il nascituro saranno minime.

Al contrario, un diabete gestazionale non compensato e sottovalutato, potrà determinare un incremento del rischio di:

– abortività;

– complicanze al parto;

– macrosomia fetale (feto di grande dimensioni);

– ipertensione del neonato;

– ipoglicemia neonatale;

– diabete nella donna.

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Come si cura il diabete gestazionale?

In caso di diabete gestazionale, il tuo ginecologo, con l’ausilio di un nutrizionista ed eventualmente di un endocrinologo, si prenderà cura di te e del tuo futuro bambino.

Inevitabilmente ti verrà consigliata una dieta, un’attività fisica regolare ed in alcuni casi una terapia ipoglicemizzante.

In particolare la dieta sarà il primo strumento terapeutico. Questa dovrà garantire il corretto accrescimento del feto e nel contempo sostenerti nutrizionalmente mantenendo stabili le glicemie.

Per questi motivi un nutrizionista ti consiglierà di:

– salvaguardare l’apporto proteico della dieta, attraverso il consumo di proteine vegetali ed animali;

– ridurre drasticamente il consumo di zuccheri semplici, dolci e bevande gasate;

– consumare verdure ad ogni pasto principale e determinati tipi di frutta durante gli spuntini;

– seguire uno schema in linea con i principi della dieta mediterranea ma con un basso carico glicemico;

– evitare merendine, prodotti da forno ed alimenti ad alta densità energetica;

– consumare l’opportuna quota di carboidrati, soprattutto in presenza di un eventuale terapia insulinica.

I 10mila passi giornalieri, il nuoto ed eventualmente un’attività fisica regolare supervisionata da un professionista contribuiranno al mantenere adeguati i livelli glicemici.

Quando tutto questo non basterà, la terapia insulinica prescritta dal medico farà il resto.

NOTA: queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il parere vincolante del medico. Data la complessità d’interpretazione di questi esami, sarebbe fondamentale consultare il proprio medico che potrà porre in atto l’opportuna diagnosi ed eventualmente le cure necessarie.

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