La fertilità in dati
Secondo uno studio del 2010 pubblicato sulla rivista Obstetrics and Gynecology solo il 15% delle coppie riesce a fare un figlio nel primo mese di rapporti non protetti. La percentuale sale al 70% dopo 6 mesi di ricera e dopo un anno di tentativi solo il 15% delle coppie presentano possibili problemi di infertilità. Lo studio però dice che anche la metà di questo 15% riesce ad avere un figlio dopo un altro anno di tentativi.

Le cause dell’infertilità invece sembrano essere equamente ripartite nella coppia. Dai dati raccolti dal Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assisita si evince che nelle coppie che si rivolgono a una struttura per problemi di fertilità la causa sia da ricercare nell’uomo per il 35,4% dei casi e nella donna per il 35,5%. Nel 15% delle coppie i problemi di fertilità riguardano entrambi i partner mentre nel 13,2% dei casi l’infertilità è idiopatica.

Quali sono le cause dell'infertilità femminile e maschile

Le cure per l’infertilità sono funzionali alla causa (o meglio alle concause) che portano una coppia ad avere problemi di fertilità. Per razionalizzare l’approccio si tende a dividerle in femminili e maschili. “Le cause più frequenti di infertilità femminile sono legate alla difficoltà nell’ovulazione, alla impervietà tubarica o più in generale a quadri di patologie morfologiche dell’apparato ginecologico (miomi, polipi, malformazioni). – spiega la dott.ssa Giulia Santi, ginecologa – Poi si aggiungono le patologie che sono indirettamente legate alla fertilità (patologie tiroidee, patologie legate al quadro immunitario, patologie metaboliche…)”.
Per quanto riguarda l’infertilità maschile invece il quadro diagnostico sembra essere più semplice: “Le cause di infertilità maschile sono prevalentemente legate alle caratteristiche del liquido seminale, che può presentarsi in quantità ridotta, con spermatozoi poco mobili, o con caratteristiche morfologiche anomale.”

Come si cura l'infertilità?

Scoperte le concause che rendono una coppia non fertile, quando e come si decide di intervenire? “Non tutte le cause possono essere curate.” precisa la dott.ssa Giulia Santi, ginecologa “Sicuramente va posta una corretta diagnosi, perché come sempre in medicina, un segno o un sintomo possono avere diverse motivazioni. Dove è possibile rimuovere la causa (o le cause) dell’infertilità è corretto intervenire, sempre.”
Può capitare che le cause di infertilità siano evidenti e facilmente curabili: “Per esempio, rimuovere un grosso mioma in una posizione strategica per la fertilità, oppure dare una terapia antibiotica in un paziente con un liquido seminale che mostra segni di infezione, possono essere strategie utili a migliorare il quadro di partenza.”

Cosa fare quando l'infertilità non ha una causa apparente

Non tutte le coppie che si rivolgono a uno specialista della fertilità trovano una risposta certa. Oppure ci sono cause di infertilità che non devono necessariamente essere curate con un approccio farmacologico o chirurgico. “In una coppia dove la partner femminile abbia meno di 35 anni è comunque consigliato attendere 12 mesi di ricerca spontanea prima di iniziare un trattamento per l’infertilità.” ci spiega la dott.ssa Giulia Santi, ginecologa. “Il passaggio ad una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) è previsto per gradi. Sicuramente l’inseminazione intrauterina (IUI) è il primo step che si propone ad una coppia nella quale non è stata riscontrata un’apparente causa nota o curabile diversamente.”