Anoressia, storie di donne che ce l’hanno fatta

Anoressia, storie di donne che ce l'hanno fatta | Sette fantastiche donne hanno voluto raccontare la propria esperienza per dimostrare al mondo che questo male si può sconfiggere

Anoressia, storie di donne che ce l’hanno fatta

L’anoressia è il disturbo con più alto tasso di mortalità rispetto a qualsiasi altra malattia mentale.
È stato assodato che il 20% di chi ne soffre muore, un altro 20% rimane un malato cronico per tutta la vita, e solo il 46% riesce a guarire completamente.

Ed è proprio di questa limitata fetta di persone che vogliamo parlare oggi, di quelle donne che, una volta cadute nel baratro dell’anoressia, sono riuscite a riemergere dal buio di quel male che consuma corpo e anima, dando dimostrazione di grande coraggio e voglia di vivere. Un articolo del The Sun mostra le foto di sette donne che hanno sconfitto questo disturbo alimentare. Donne che hanno lottato per la sopravvivenza, che hanno convissuto ossessivamente con la bilancia, donne che stavano perdendo tutto, a partire dagli affetti più cari. Ora queste impavide posano sul noto giornale inglese indossando solo la biancheria intima, per dimostrare a tutto il mondo come siano riuscite a battere quel nemico meschino e subdolo che da anni ormai sta mietendo vittime in tutto il globo. Perché sconfiggere l’anoressia è possibile, e queste ragazze ne sono la prova.

Ecco le loro storie:

CAITLIN MILLAR, STUDENTE DI PSICOLOGIA, 20 ANNI: Ha iniziato a soffrire di questa malattia a 16 anni dopo aver dovuto rinunciare alla sua carriera atletica “Il mio disturbo alimentare mi dava modo di mettermi alla prova come non potevo più fare attraverso la corsa. A 19 anni sopravvivevo con 300 calorie al giorno, nonostante continuassi a praticare ossessivamente esercizio fisico. Non so come ho fatto, riuscivo a malapena a salire le scale” spiega la ragazza arrivata a pesare 31 chili. C’è voluto l’intervento del servizio studentesco del college che frequentava per fare in modo che Caitlin iniziasse un percorso presso un centro intensivo specializzato in malattie nervose “Oggi porto la taglia 40, mi sento sana e sto pianificando un viaggio sull’Everest. La mia vita è completamente cambiata“.

LAURENCE, ARTISTA, 47 ANNI: Ha lottato contro l’anoressia per 20 anni ma non le è stata seriamente riscontrata fino ai 37: “All’età di 30 anni, pur essendo chiaramente sottopeso, mi è stata diagnosticata superficialmente una forma di depressione, mi hanno ricoverata in ospedale e dato un cocktail di farmaci di cui non avevo bisogno” spiega la donna. Questo fattore non ha che peggiorato la sua situazione, tanto che dai 44 chili con cui era entrata in clinica, si è ritrovata a pesarne 37 dopo soli tre mesi di degenza. Solo 7 anni più tardi ha capito che per curare il suo disturbo aveva bisogno di un aiuto serioHo trovato da sola un programma straordinario e ho trascorso in quella clinica specializzata quattro mesi”. Ora a dieci anni di distanza Laurence porta una taglia 42, ha una massa corporea nella norma, una carriera che va a gonfie vele, uno splendido partner e una figlia di nome Ariel. “Sono così orgogliosa di aver finalmente sconfitto questo male e credo che la mia storia possa dimostrare che non è mai troppo tardi per chiedere aiuto e per guarire“.

GIORGIA, 34 ANNI: Era così magra da non poter avere figli, solo il sogno di una famiglia allargata le ha dato la forza di lottare. “I miei problemi sono iniziati quando avevo 18 anni” spiega al The Sun “Mia madre mi ha costretto a vedere il medico di famiglia che mi ha diagnosticato l’anoressia e mi ha mandato da un dietista. Questo però non ha fatto differenza” racconta la ragazza che, arrivata a pesare 30 chili entrava e usciva continuamente dagli ospedali.  “Mi odiavo. Mi sono rasata i capelli e sono andata avanti con sei albicocche secche e una manciata di avena al giorno. Poi sono tornata in contatto con il mio amore d’infanzia, Kenny, che mi ha dato la spinta che mi serviva per uscirne. Kenny ed io abbiamo iniziato a parlare di avere un bambino. Ma non avendo il ciclo da sei anni il mio medico mi disse che probabilmente non sarebbe stato possibile. C’è voluta un sacco di forza ma sono riuscita ad arrivare a 60 chili e sorprendentemente sono rimasta incinta“. Ora Giorgia è mamma di tre figli e ha finalmente realizzato il suo sogno di avere una famiglia numerosa.


ALLIE, SCRITTRICE, 35 ANNI: Spiega che i suoi problemi sono iniziati quando ha raggiunto la pubertàAll’età di 13 anni, pesavo 30 chili e mi hanno dato una settimana di vita”. L’anoressia è talvolta associata alla paura di crescere e di arrivare alla maturità sessuale; controllando compulsivamente il proprio peso si ha quasi l’impressione di riuscire ad esercitare una sorta di controllo anche sui cambiamenti del proprio corpo, seppure questi siano inevitabili.
Nel corso dei successivi 16 anni ho combattuto contro l’anoressia e la bulimia nervosa. Ho visto molti psichiatri, psicologi e consulenti che mi hanno sottoposta a terapie di trattamento delle tossicodipendenze. Ma solo grazie all’amore e al sostegno della mia famiglia e degli amici sono riuscita a tornare sulla via del recupero. Ora ho un indice di massa corporea nella norma e porto la taglia 42”. Le relazioni sono considerate infatti uno degli elementi più importanti per combattere questo disturbo, spesso collegato alla depressione.


BRYONY, PR EXECUTIVE, 34 ANNI:  Ha battuto la malattia da sola a suon di patatine e cioccolata. “All’età di 27 ero a soli sei mesi dalla morte, pesavo infatti 25 chili. L’anoressia mi ha tenuto in pugno dai 13 anni ai 30” spiega la donna che ricorda come tutto sia iniziato perché vittima di bullismo all’interno della scuola. “Mi hanno ricoverata per 5 volte negli ospedali. Ma la terapia non ha mai funzionato, perché non avevo nessuna voglia di stare meglio. Raggiungevo il peso necessario per essere dimessa, poi prontamente tornavo a morire di fame. Infine, poco prima di compiere 30 anni, è scattato qualcosa dentro la mia testa. Non avevo voglia di entrare in un nuovo decennio della mia vita ancora come anoressica”. Il passo successivo di Bryony è stato quello di andare in un negozio, comprare una bella scorta di patatine e barrette di cioccolata e iniziare a nutrirsene. A poco a poco mangiare non era più diventato un problema e le calorie non sembravano più delle nemiche. Nell’arco di un anno è riuscita a passare da 25 a 44 chili, aveva deciso di guarire davvero. Attualmente pesa 50 chili e porta la 44 ma ama da impazzire le sue curve. “Io sono la prova vivente che si può uscire dal baratro”.


SOPHIE, INFERMIERA, 36 ANNI: Il suo primo approccio con l’anoressia è avvenuto all’età di 30 anni, esattamente 18 mesi dopo aver partorito suo figlio Jacob. “La gente pensa che solo le giovani ragazze possano diventare anoressiche, ma io avevo 30 anni, ero felicemente sposata con un marito amorevole e avevo un figlio, quando ho iniziato ad impormi la fame” racconta la mamma di Nottingham. “Mi era stata diagnosticata una patologia cardiaca a causa della quale non potevo più lavorare né prendermi cura di Jacob da sola. È stato devastante” ecco perché racconta di aver iniziato ad esercitare una maniacale disciplina nei confronti del cibo “era l’unica cosa nella mia vita sentivo di poter controllare”. Quando le condizioni del suo cuore sembravano comunque migliorate Sophie era diventata un’anoressica in piena regola. Solo il ricovero forzato lontano dalla sua famiglia ha fatto in modo che lei reagisse autonomamente, “Ho trascorso quattro mesi in clinica. Mi mancava mio figlio perciò ho iniziato a lottare per migliorare e ricongiungermi con lui. Oggi ho un aspetto sano, porto la 46 e non mi peso più. Amo il mio corpo come non ho mai fatto prima”.

LYDIA, ASSISTENTE DI SOSTEGNO, 33 ANNI: Ha superato l’anoressia e la bulimia grazie al body building A 17 anni ero fissata con l’aspetto fisico. Mi piaceva l’idea di essere filiforme” ammette Lydia, che spiega di aver rimpiazzato l’anoressia con la bulimia dopo gli avvertimenti dei medici che la vedevano troppo magra con i suoi 42,5 chili. Poi a 27 anni ha scoperto il body building “Ero sbalordita dal fisico di quelle ragazze e mi si è accesa una lampadina, volevo essere come loro. Così ho iniziato a consumare sei pasti al giorno e lentamente ho notato la differenza. Mi sono rimessa in forma e due anni fa ho fatto la mia prima gara in Galles e ho vinto. Ora porto la taglia 42 e ne vado fiera”.

Riproduzione riservata