Diversity Media Awards 2023: la diversità che ci unisce

  • 22 06 2023
Si è tenuta a Milano la cerimonia di premiazione per i creatori di contenuti che, nel 2022 e 2023, hanno valorizzato la diversità. Ecco tutti i protagonisti degli Oscar dell'inclusione

Tutto sui Diversity Media Awards 2023

Ieri sera al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano si è svolta l’ottava edizione dei Diversity Media Awards, i riconoscimenti ideati e promossi dalla Fondazione Diversity. I premi sono assegnati ai personaggi e ai contenuti mediali che si sono distinti nel corso dell’anno precedente per aver rappresentato e valorizzato l’inclusione delle persone su vari fronti. Per genere e identità di genere, orientamento sessuale ed affettivo, età e generazioni, etnia, disabilità, aspetto fisico.

Presentata dagli attori Matilda De Angelis e Alberto Boubakar Malanchino. la serata sarà trasmessa da Rai1 sabato 1° luglio. Per la prima volta, l’evento è stato aperto al pubblico e i ricavati della vendita dei biglietti verrano poi dati in beneficienza.

L’importanza della diversità

Più che mai oggi è importante parlare di diversità e rappresentarla in tutte le sue sfumature. Ce lo ha confermato Francesca Vecchioni, fondatrice e presidente della fondazione no-profit che si occupa del festival, e protagonista di una puntata della nostra serie podcast #Beachangemaker.

Il nostro podcast #Beachangemaker con Francesca Vecchioni

Francesca Vecchioni, 47 anni, vive in velocità e mette insieme un milione di cose. È attivista, giornalista, scrittrice, presidente e co-founder della Fondazione Diversity, un’associazione che promuove la cultura dell’inclusione nei media, nelle aziende e nella società e che è impegnata nel battere le discriminazioni, qualunque esse siano: di razza, di età, di potenziale economico, di genere. E sul genere Francesca insiste: lei, omosessuale, mamma di due bambine, Nina e Cloe, del suo coming out ne va fiera: «Ho sentito di doverlo dire agli altri per una responsabilità civica» racconta. E per poter vivere la vita che voleva, quella che la faceva stare bene. Un passo non facile, che richiede coraggio. Ma lei il coraggio di vivere una vita sua ce l’ha avuto, impegnandosi anche per gli altri perché tutti possano portare avanti il proprio sé, qualunque esso sia, con normalità. A chiacchierare con lei di diversità e perché oggi sarebbe importante valorizzarla è Giulia, studentessa di comunicazione di 24 anni.

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Francesca Vecchioni e i Diversity Media Awards

che ci ha raccontato di quanto sia importante valorizzare il lavoro di coloro che ogni giorno combattono per affermare questi valori. «La società è variegata, il fatto di riuscire a rappresentarla è solo un modo per rispettarla e fare in modo che tutte le persone si ritrovino in queste immagini» continua Vecchioni. I DMA rappresentano un’iniziativa importantissima anche per mostrare a tutte le persone che la diversità è proprio ciò che ci accomuna. A discapito del genere, della sessualità e dell’età: proprio su quest’ultima caratteristica, Vecchioni ha idee molto chiare.

Ai Diversity Media Awards si parla anche di età

«Anche le persone tra i 50 (anni) e i 60 sono assolutamente in grado – e hanno anche la volontà – di fruire delle tematiche dell’inclusione. Se creiamo contenuti pensando che il target non sia interessato, non stiamo facendo un bel lavoro a livello contenutistico. Non stiamo neanche rispettando il nostro pubblico».

Tutti i protagonisti dei DMA2023

Durante la cerimonia, si sono alternate sul palco alcune personalità dei media italiani. Non solo i vincitori, ma anche ospiti che hanno condiviso spunti di riflessione e sketch divertenti per il pubblico.

Diego Passoni ha aperto le danze invitando il pubblico maschile a riflettere sull’assenza di un’educazione affettiva e sull’importanza della prevenzione. Elena Di Cioccio ha regalato sorrisi amari raccontando l’esperienza delle persone con HIV e la durezza dello stigma che persiste nei loro confronti.

Il tema della genitorialità negata è stato al centro dell’attenzione, con testimonianze di vissuto sia da parte dei genitori (Annagaia Marchioro) che dei figli (Margherita Fiengo). Ma non solo: anche la salute mentale è stata trattata con due emozionanti monologhi da parte dei presentatori.

Sono state due attiviste iraniane a regalarci l’intervento più intenso della serata. Yasaman e Nastaran Rezaee hanno ricordato a tutti le condizioni in cui vivono le donne dell’Iran: abbandonate dall’Occidente, mentre le loro lotte non sono ancora finite. Arrivate in Italia per studiare, oggi si occupano di moda Made in Italy realizzata in collaborazione con artigiani emarginati dell’Iran. «Provengono da minoranze etniche senza nemmeno il diritto alla carta d’identità. – racconta Nastaran – Intanto il governo spara contro donne e uomini e i loro figli. Nessuno è in grado di stabilire il numero dei morti e nemmeno i loro nomi, perché non sono stati mai registrati».

Il nostro dietro le quinte

Nel backstage dei Diversity Media Awards c’eravamo anche noi di Donna Moderna e abbiamo intervistato alcuni degli ospiti dell’evento.

Rossella Migliaccio, imprenditrice, autrice ed esperta di immagine, usa l’armocromia per mettere al centro la persona valorizzandone proprio la diversità. «Il colore è una metafora perfetta del tema Diversity: quello che rende meraviglioso il mondo è la diversità che si esprime anche in sfumature».

Benedetta Rossi, vincitrice del premio “Miglior Serie Kids” con il suo Super Benny, è amatissima per le sue ricette sul web. Ricevendo il premio, ha raccontato di come i bambini non abbiano pregiudizi e non vedano la diversità. A differenza degli adulti, spesso colleghi, con cui si è dovuta confrontare.

«Dopo il mio sfogo sui social relativo ai prodotti che uso, in tantissime mi hanno scritto. Quando fanno la spesa, controllano attentamente ogni prodotto che passa sul lettore della cassa per vedere se poi riescono a pagare. Giudicarle per queste difficoltà mi sembra una cattiveria inutile. Ho voluto chiedere educazione e rispetto».

Erano tantissimi i creator del mondo digitale, da TikTok a Instagram. Abbiamo parlato con Momoka Banana della comunità asiatica. «Attualmente le categorie più colpite sono transgender e famiglie arcobaleno – ha puntualizzato l’attivista – però da due anni a questa parte noto com’è peggiorata la narrativa verso i cinesi e mi pesa tantissimo».

E poi Lorenzo Guarnera, alias Lollo Barollo, ci ha raccontato quanto sia importante il sostegno della community anche quando si trattano temi più seri: «La mia community mi conosce. Questo mi dà tranquillità anche quando tratto tematiche più complesse e divisive».

Infine Federica Cacciola, nominata per “Miglior podcast” con il suo Piacere Mio – La storia del sesso, ha avuto qualche difficoltà con il suo progetto: «Sono donna che parla di sesso. E ho incontrato e incontro qualche difficoltà anche perché non sono particolarmente castigata. Sono comunque felice di come sta andando.»

La fiducia nel futuro

Tra chi lavora in questo mondo da più tempo C’è maggiore consapevolezza ma non per questo meno positività tra coloro che si occupano di diversity da più tempo. Tra loro Marina Cuollo, scrittrice e attivista per i diritti delle persone con disabilità. «Sicuramente il clima attuale non è assolutamente favorevole, si sente. Ma si sente anche quella spinta di opposizione evidente, che è segno di un mondo che sta cambiando».

E di social network si occupa anche Carolina Capria, scrittrice e creator. «Non è sempre facile parlare di determinati argomenti. Ci sono alcuni temi oggettivamente difficili per i social. A volte si va incontro a situazioni spiacevoli. Speriamo bene».

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