Vino rosé: dubbi e abbinamenti

6 domande e risposte sul vino rosé

  • 14 05 2018

Come si fa? Quanto dura? Con che cosa si abbina a tavola? Sono tanti i dubbi degli italiani sul vino rosé. Un vino poco conosciuto, a torto considerato "minore", che anche nel nostro Paese sta diventando sempre più di tendenza. Scopriamolo insieme

Riscoperto da enogastronomi e chef per la versatilità e la facilità di abbinamento, il vino rosato, riscuote sempre più un crescente interesse anche presso il grande pubblico. Pensare che è stato stimato che ad oggi il 10% del vino consumato a livello mondiale è in realtà proprio pink mode! In quanti, però, possono affermare di sapere come sceglierlo e come gustarne correttamente un buon bicchiere?

Per non trovarsi impreparati davanti alla carta dei vini, ma anche per orientarsi verso nuove esperienze enologiche, vente-privee, pioniere delle vendite-evento online con un intero canale dedicato a Vino e Gastronomia, ha chiesto consiglio a Pasqua Vigneti e Cantine. La storica azienda di produzione di vini veneti e italiani di qualità, con quasi 100 anni di storia alle spalle, ha infatti da poco presentato 11 MINUTES, il vino rosé proposto sul sito insieme a una selezione delle migliori bottiglie e può, a ragion veduta, darci alcune dritte. Ecco la loro mini guida.

Come si ottiene il vino rosé?

Contrariamente ad altre tipologie di vino, il colore del rosé non indica il tempo di maturazione, ma il modo in cui è stato vinificato, le uve utilizzate e la zona di provenienza. Produrre il vino rosé è un’arte che non mescola banalmente, come molti credono, uvaggio bianco e rosso, ma che richiede capacità, passione ed estremo rigore nelle tecniche di produzione in cui uva a bacca rossa è vinificata in bianco, lasciando le bucce a macerare con il mosto per un periodo più o meno breve.

Il vino rosato di qualità che caratteristiche ha?

Caratteristica principale di ogni rosé è l’aromaticità che ricorda in particolare fiori e frutta, ma a seconda delle qualità dell’uva utilizzata può espandersi anche a note vegetali o speziate (quest’ultimo sentore nella rara ipotesi che il produttore decida di affinare il vino in botte). Al palato si deve avvertire chiaramente la freschezza floreale e fruttata già percepita al naso, con una lieve sensazione tannica. 

Definire una scala di colori è invece piuttosto difficile, il colore, uno degli aspetti più evidenti del vino ed elemento base dell’esame visivo in una degustazione, deve essere compreso tra il rosa tenue e il rosso chiaro con una vasta gamma di nuance intermedie. La qualità è comunque associata a un rosa deciso, senza cedimenti evidenti: le sfumature aranciate, gialle e marroni indicano infatti un’ossidazione o un’eccessiva maturazione e non dovrebbero essere mai presenti.

Vino rosé e abbinamenti: con cosa si gusta?

Chi non vorrebbe saper abbinare sempre il vino più adatto al giusto piatto di carne o pesce? Il rosé, essendo molto versatile, va benissimo a tutto pasto ed è perfetto tanto per gli abbinamenti più disparati quanto come ingrediente di profumati long drink. Prende infatti le caratteristiche migliori dei vini bianchi e di quelli rossi, ereditando dai primi la freschezza e l’immediatezza e dai secondi la maggior struttura e complessità. Inoltre, per chi è preoccupato delle calorie ma non ama i bianchi, è la soluzione migliore: ha meno calorie di un rosso, ma lo ricorda, in parte, al naso e al palato.

Il vino rosé si deve bere ghiacciato?

Non tutti sanno che mettere dei cubetti di ghiaccio in un calice di vino non è mai una mossa a cui ricorrere per dissetarsi e rinfrescarsi: si corre solo il rischio di annacquarlo, compromettendone le qualità organolettiche. Meglio sempre rispettare le temperature di servizio indicate nella retro-etichetta e usare una glacette o un portabottiglie refrigerato. Il rosé in particolare per esprimere al meglio tutti gli aromi e conferire sensazioni morbide e rotonde al palato va servito tra i 10° C e i 12° C.

Il vino rosato quanto dura?

Il rosé è un vino fresco, pronto dalla primavera successiva alla vendemmia, e proprio per le sue caratteristiche distintive perde facilmente acidità non prestandosi all’invecchiamento. Meglio, quindi, consumarlo entro 1-2 anni dalla vendemmia per apprezzarne a pieno la freschezza aromatica e gustativa.

Qual è il momento giusto per portarlo in tavola?

In Italia si è diffusa la credenza che il rosé sia per lo più un vino estivo, mentre in Francia, patria putativa, è addirittura il vino emblema delle feste di Natale. Partendo dal presupposto che non è comunque corretto confinare una tipologia così ampia ad un’unica stagione, ribadiamo che si tratta di una bevanda estremamente versatile, che nulla ha da invidiare ai grandi vini rossi o bianchi, con un’identità e dignità proprie e nessun legame con la stagionalità. Oggi si trova sulle liste dei vini tutto l’anno e grazie all’online è possibile acquistarlo con un semplice click in ogni momento. La risposta corretta in questo caso è dunque… sempre!

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