Una donna lavora in un cantiere edile

Alti rischi per chi lavora al sole: monito delle Nazioni Unite

Trascorri molte delle tue ore di lavoro all'aperto? Proteggiti dai raggi ultravioletti: alcuni ricercatori hanno dimostrato che lavorare sotto il sole aumenta il rischio di sviluppare un cancro della pelle. Ecco tutto quello che c'è da sapere

Brutte notizie per chi lavora all’aperto: secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, svolgere la propria attività stando per ore sotto il sole aumenta il rischio di sviluppare un tumore della pelle.

Le due agenzie delle Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto sulla rivista di ricerca Environment International, nel quale si afferma che quasi 1 decesso su 3 per “cancro della pelle non melanoma” è causato dalle radiazioni ultraviolette del lavoro all’aperto. Secondo i nuovi dati, dunque, l’esposizione professionale alle radiazioni ultraviolette è il terzo più grande fattore cancerogeno professionale, dietro solo all’esposizione all’amianto e alla polvere di silice.

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Chi lavora al sole rischia un cancro alla pelle

Con la definizione “cancro della pelle non melanoma” i ricercatori indicano un gruppo di tumori che si sviluppano negli strati superiori della pelle, oltre le cellule dei melanociti che producono il pigmento dell’epidermide. Include tumori come il carcinoma a cellule basali e il carcinoma a cellule squamose.

Le radiazioni ultraviolette della luce solare sono un noto fattore di rischio per i tumori della pelle: secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, le radiazioni solari possono danneggiare le cellule della pelle e, nel tempo, causare il cancro. Di conseguenza, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms riconosce le radiazioni solari come cancerogene di gruppo 1, cioè come qualcosa che è noto causare il cancro negli esseri umani.

Una ricerca durata sette anni

Per mettere insieme dati sufficienti e completi per pubblicare le nuove stime ci sono voluti sette anni. I ricercatori hanno esaminato i casi di esposizione sul posto di lavoro alle radiazioni solari e i casi di cancro della pelle non melanoma in quasi 200 Paesi. Il rapporto ha riunito 763 indagini sulla forza lavoro ed ha analizzato 166 milioni di osservazioni nel 2000, 2010 e 2019. Si tratta di uno dei più grandi studi sul legame tra luce solare e cancro sul posto di lavoro.

Il rapporto ha rilevato che, nel 2019, 1,6 miliardi di lavoratori sono stati esposti professionalmente alle radiazioni ultraviolette: quasi il 30% di tutte le persone in età lavorativa, spesso in settori come l’agricoltura, l’edilizia e la pesca. I maschi e i giovani adulti sono stati i più esposti. L’esposizione alle radiazioni ultraviolette sul posto di lavoro ha causato 18.960 decessi per cancro della pelle non melanoma nel 2019. La maggior parte delle vittime erano uomini.

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I più a rischio sono i lavoratori dei Paesi ricchi

Molti dei lavoratori esposti alle radiazioni solari lavorano nel campo della raccolta di materiali riciclati o nei mercati all’aperto. Le persone che svolgono la propria attività vicino a superfici riflettenti, come i pescatori circondati dall’acqua, sono a maggior rischio di cancro della pelle perché subiscono radiazioni più intense.

A livello globale, le aree più colpite dal cancro della pelle sono l’Europa, il Nord America e l’Australia. Si tratta delle aree a più alto reddito nel mondo. Molti casi sono stati registrati anche in alcune parti dell’Africa.

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Come evitare i rischi per chi lavora al sole

Secondo i ricercatori delle Nazioni Unite i rischi sul posto di lavoro dell’esposizione al sole non sono inevitabili. I datori di lavoro e i responsabili politici possono adottare misure per ridurli. Per esempio, i datori di lavoro potrebbero fare in modo che i propri lavoratori non stiano all’aperto nelle ore intorno a mezzogiorno. Potrebbero anche adottare misure per fornire ombra ai lavoratori all’aperto e le leggi sul lavoro potrebbero includere requisiti per indumenti protettivi come cappelli a tesa larga e camicie a maniche lunghe, oltre alle creme ad alta protezione solare.

I ricercatori hanno poi sollecitato un migliore accesso allo screening precoce per il cancro della pelle, in modo che la malattia possa essere rilevata e trattata rapidamente. Infine, i Paesi potrebbero iniziare a includere il cancro della pelle dovuto all’esposizione professionale alla luce solare negli elenchi nazionali delle malattie sul posto di lavoro.

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