Salviamo le api: i luoghi più insoliti e belli che ospitano un’arnia

Salvare le api è una priorità imprescindibile: quest'emergenza ha portato alla nascita di arnie particolarissime ospitate in luoghi davvero insoliti come tetti di musei, parchi archeologici e non solo

Le api sono custodi della biodiversità del Pianeta. Sono infatti tra gli insetti impollinatori più preziosi e a loro dobbiamo la varietà di frutta e verdura che vediamo sui banconi dei supermercati e che sarebbe davvero a rischio con la loro scomparsa.

Per questo ogni alveare è prezioso. Questa consapevolezza oggi ha portato a posizionarne in posti davvero particolari. Ecco quelli che non potete non conoscere.

Le api del Palatino a Roma

Le api che forse godono del panorama più suggestivo probabilmente sono quelle del Colle Palatino, ai piedi delle capanne romulee, nel cuore dell’antica Roma dai tempi proprio di Romolo e Remo.

L’iniziativa rientra nel progetto GRABees nato per sostenere l’apicoltura urbana della capitale al quale ha aderito il Parco archeologico del Colosseo, che comprende per l’appunto anche il foro e il Palatino.

A rendere ancora più suggestivo il tutto è il fatto che per collocare le arnie, ci si sia documentati attraverso le fonti storiche arrivate ai giorni nostri grazie a Varrone, Columella, Plinio fino a Virgilio.

Il miele infatti era amatissimo dagli antichi romani, utilizzato in cucina ma anche in campo medico e cosmetico.

Come anticipato, è proprio grazie ai documenti storici che sappiamo secondo quali criteri venissero collocate le arnie: le caratteristiche dei luoghi, l’assenza di pericoli come potevano esserlo determinate tipologie di animali, la presenza di alcuni tipi di piante. Con GRABees le arnie sono state poi installate anche lungo le Mura Aureliane e nel Parco Regionale dell’Appia Antica, con l’obiettivo di creare un Grande Raccordo Anulare (GRA) delle api.

Apiari nei musei e nei palazzi storici della Capitale

Non sono solo gli spazi aperti dei fori romani a divenire casa delle Api. Nella capitale il progetto “Regina Apium” portato avanti dal FAI ha lo scopo di collocare arnie in luoghi significativi della Capitale dal punto di vista artistico, storico e monumentale. La specie scelta è la “licustica italiana”, mansueta e allevata da tempi immemori nel Lazio.

Così gli apiari sono stati posti nell’Orto Monastico dell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura. Ma si trovano in molteplici altri luoghi come al Museo Orto Botanico di Roma, presso il Convento di San Bonaventura al Palatino, al Museo Nazionale Romano, agli Orti Certosini delle Terme di Diocleziano e anche alla Galleria Nazionale d’arte antica di Palazzo Barberini che deve il nome alla potente famiglia nel cui stemma sono rappresentate appunto le celebri api. 

Le api nella terra confiscata alle mafie

Nella periferia di Palermo, si trova Terra Franca, più esattamente a Cruillas. Qui vi è un orto di cinquemila metri quadrati dal grande valore simbolico: sorge su un terreno sottratto alla mafia – ideato da Human Rights Youth Organization e sostenuto dal centro Muni Gyana – e porta avanti un progetto di inclusione socio economica nel ricordo del giudice Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, uccisi nella strage di Capaci.

Nel progetto sono coinvolti donne e giovani con minori opportunità, ex minori stranieri non accompagnati fuoriusciti dalle strutture alloggio senza una destinazione specifica; anziani locali; studenti e giovani provenienti da diversi paesi europei ed extraeuropei.

 Ad essere ospitate ora sono anche le api. La collocazione dell’alveare nasce proprio dalla constatazione dell’importanza di tali piccoli grandi insetti, decimati oggi dalle attività umane e che invece, grazie alla loro presenza, possono trasferire il polline e garantire la biodiversità vegetale. Oltre che per creare un’oasi per i gli impollinatori, l’apiario è stato installato anche per scopo didattico, per gli studenti che visitano il centro. ”Noi abbiamo deciso di installare due top bar – spiegano dalla pagina Facebook di Terra Franca – “questo tipo di arnie permettono alle famiglie di api di svilupparsi secondo il loro ritmo di vita naturale, non forza lo sviluppo dei favi e consente una migliore gestione”. 

L’apiario didattico sui tetti di Lecce

Un apiario didattico dove non ti aspetti è anche nel centro di Lecce, sul tetto di Palazzo Turrisi, edificio storico, secolare, di proprietà del Comune, che ospita due arnie. 

Con uno sguardo verso il campanile del Duomo, l’alveare vuole essere il simbolo del rapporto simbiotico che dovrebbero vivere campagna e città, troppo spesso viste come due realtà divise. Le api in città favoriscono la biodiversità locale e la natura urbana ma consentono anche ai cittadini – a partire dai giovanissimi – di saperne di più di questo insostituibile insetto.

1 milione di api a Milano con  #BEEGREEN e le arnie d’artista

A Milano a lanciare la sfida di mettere a dimora un milione di api è stata proprio Donna Moderna, come contributo concreto per l’ambiente, la biodiversità e la città meneghina. #BEEGREEN è il progetto lanciato durante l’Earth Day 2021 a cui è ancorata una challenge che ha come obiettivo risparmiare 50 mila chilogrammi di CO2. Insomma, non c’è tempo da perdere. E Donna Moderna ha deciso passare all’azione. 

Un milione di api vuol dire creare 17 alveari, capaci di impollinare 3 miliardi di fiori ogni giorno, che si traducono in 4mila kg di CO2 risparmiati quotidianamente. 

A Cascina Merlata, nel parco di UpTown Milano, ad ospitare le api sono casette tradizionali realizzate a mano con materiali di riuso ma anche “arnie d’artista”, disegnate da artisti e designer e disseminate nel parco come vere e proprie opere di land art. 

L’obiettivo è far appassionare i visitatori e far scoprire loro quanto sia importante la collaborazione e la coabitazione tra persone, insetti e piante. 

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