Ami le atmosfere della Provenza francese, con quei meravigliosi campi di color violetto pieni di lavanda in fiore? La lavanda è una delle tue piante preferite e vorresti tanto avere una parte del giardino che emani celestiali profumi? Sappi allora che coltivare questa pianta non è poi così complicato: basta solo seguire i suggerimenti giusti!
Lavanda: pianta profumatissima
La lavanda è una pianta cespugliosa, dalla fioritura fatta di lunghe spighe lilla profumatissime, con foglie argento tipiche delle essenze della garriga, resistente al secco del Mediterraneo (ma anche a qualche grado sotto lo zero, senza esagerare). Il suo nome deriva dal gerundio del verbo latino “lavare” (lavandus, lavanda, lavandum = “che deve essere lavato”) perché questo fiore era molto utilizzato già nell’antichità per detergere il corpo.
Ci sono diverse specie di lavanda: quella officinale o angustifolia, quella selvatica e tante altre ancora. Coltivare una pianta di lavanda in casa oppure in giardino può essere l’idea migliore per rendere speciale una stanza dell’appartamento, un balcone o un davanzale, aggiungendo quel tocco di colore delicato all’ambiente. Coltivare, potare e trapiantare le talee di lavanda sono operazioni semplici. In ogni caso necessitano di alcuni accorgimenti particolari, in quanto la lavanda è una pianta che ha bisogno di cure costanti ed attente. Vediamo come fare.
Lavanda: quale scegliere
È bene puntualizzare che esistono circa una quarantina di varietà di lavanda e che, nonostante tutte abbiano la stessa resistenza e voglia di fiorire dappertutto, si differenziano tra loro per intensità di colorazione, di profumazione, di caratteristiche estetiche e per dimensioni. Ecco perché, prima di decidere la dove piantarla e come, dobbiamo tener conto di quel che vogliamo ricavare e, di conseguenza prediligere e coltivare il genere che fa al caso nostro.
Lavanda: scegliere la posizione
La lavanda è una pianta rustica, che cresce spontaneamente sia in montagna che in collina e pianura, anche in terreni sassosi ed aridi. Ma se volessimo una rigogliosa crescita e produrla a livello industriale, dobbiamo prediligere luoghi particolarmente soleggiati ed estremamente ventilati. In generale, la lavanda ama il caldo e il sole, ma serve anche un luogo abbastanza riparato dai venti, perché non è una pianta estremamente resistente.

Lavanda: messa a dimora
Prima di mettere a dimora la lavanda devi pensare se lo stai facendo nel momento più giusto: ogni pianta ama rispettare la ciclicità delle stagioni e, come esiste un momento propizio per la semina, ne esiste anche uno per la messa a dimora. L’inizio della primavera è il momento migliore per la messa a dimora della lavanda.
Scegliere il terreno
La lavanda vive bene in terreni anche sabbiosi, proprio perché sono drenanti e impediscono il ristagno idrico (primo fattore di morte della pianta). Quindi se hai un terreno argilloso meglio ammendare la buca dove posizionerai la pianta con sabbia di fiume o pietra pomice prima della messa a dimora. Ancora più facile se la metti in vaso, perché il terriccio lo puoi fare (o scegliere) tu. Parlando di vasi è fondamentale che siano il più profondi possibile, perché le sue radici possano affondare ed esser più protette da siccità e/o freddo, e soprattutto pieni fino a qualche centimetro dal bordo (inutile comprare dei “pozzi”, se poi si fa economia sulla terra). Lei, la lavanda, te ne sarà grata, e fiorirà.
È importante controllare sempre anche il pH del terreno: il pH misura l’acidità di una determinata materia e per la lavanda occorrono terreni che siano alcalini. Il pH adeguato per una crescita fiorente oscilla tra 6.5 e 7.2. Ricorda quindi di misurare sempre questo dato prima della messa a dimora. Quando avrai controllato che il terreno presenti tutte le condizioni per la messa a dimora della lavanda, devi cominciare a prepararlo. Oltre ad inserire elementi nutritivi come ad esempio l’ossido di calcio, provvedi anche a distribuire sul terreno delle pietre, che aiuteranno il drenaggio dell’acqua in eccesso.
Scavare buche adeguate
Tra i consigli per mettere a dimora la lavanda c’è anche quello di scavare buche delle giuste proporzioni: se credi che più ampie e profonde saranno le buche dove interrare le radici della pianta, più essa crescerà bene, ti sbagli. La lavanda cresce al meglio in spazi abbastanza piccoli e ristretti.
Idratare le radici
Un consiglio molto importante è quello di idratare bene le radici della pianta prima della messa a dimora. Esegui questa operazione delicatamente, per non creare danni alle radici e rimuovi tutta la terra in eccesso. Più le radici saranno ben pulite ed idratate, più la pianta crescerà vigorosa e in breve tempo. Ricorda anche di sfrondare la lavanda prima della messa a dimora. Rimuovendo gli steli in eccesso e non in perfetta salute garantirai alla pianta una crescita migliore, poiché essa avrà una migliore ossigenazione e un maggiore ricambio di aria.
Lavanda: concimazione
Sempre perché la lavanda è una pianta parca, si accontenta di quello che ha. Quindi non esagerare con le concimazioni, specie se hai messo le radici in piena terra, e fallo in caso solo ad inizio primavera, magari diminuendo un poco le dosi rispetto a quelle indicate sulla confezione del concime.
Lavanda: innaffiatura
La lavanda per svilupparsi non necessita di tanta acqua, tanto che dobbiamo annaffiarla nel momento in cui il terreno in cui cresce è completamente asciutto, tenendo conto che sarebbe ancor più corretto se lo lasciassimo prosciugato per qualche giorno, dato che la pianta in questione non vuol essere bagnata spesso e in abbondanza per paura che il ristagno gli provochi danni alla sua salute.
Lavanda: potatura
La lavanda per crescere non necessita di tante cure, però dobbiamo tener conto che, nonostante tutto ha bisogno di una corretta potatura, da dover fare a marzo o, meglio ancora all’inizio del periodo di fioritura, vale a dire quando la pianta d’argomento ha avviato la fase vegetativa tanto da non provocare danni al suo sviluppo e maturare in modo equilibrato e armonioso. Il primo anno è necessario procedere tagliando abbastanza a fondo le piante giovani a metà primavera, in modo da eliminare la crescita disordinata, per poi favorire quella dei nuovi rami ed iniziare a realizzare la forma desiderata.
Successivamente, occorre rimuovere i vecchi fiori dopo la fioritura, spuntando accuratamente l’arbusto con le cesoie. Dal secondo anno in poi è possibile potare la pianta, con cura, dall’inizio della primavera con le cesoie, tagliando anche a fondo, nel caso dovesse servire a mantenere la pianta pulita e compatta.
La cimatura si deve saper fare anche in questa pianta robusta, eliminando le parti secche e i due terzi della vegetazione cresciuta precedentemente. A fine fioritura, quindi, eliminare le spighe secche, se non le hai raccolte prima per profumare casa o usarle in cucina. Poi, prima dell’inverno, abbassare la pianta in modo proporzionale alla sua altezza. Così facendo non lignificherà troppo e crescerà poi più compatta.

Come potare la lavanda
Valutare una buona potatura significa agire nel mezzo del fogliame e sfoltire fino a lasciare almeno quattro gemme per ogni stelo, tanto da evidenziare una pianta molto spoglia, ma pronta ad avere un’eccellente salute e, di conseguenza un aspetto successivo, da settembre in poi, estremamente gradevole e perfetto. La potatura dobbiamo effettuarla lasciando intatto il legno vecchio là dove crescono le gemme, perché diversamente la pianta morirebbe. È importante, in tale fase eseguire dei tagli corretti, usando attrezzi ben taglienti, puliti e ben disinfettati al fine di fare recisioni esatte, non lasciare filamenti e non provocare malattie a quel che è oggetto d’argomento che, con operazioni mal elaborate potrebbe essere attaccato da funghi e parassiti.
Lavanda: disinfettare le lesioni
Per dare buoni risultati la lavanda, anche se robusta, ha bisogno di determinate attenzioni per evitare che si ammali e muoia. Bisogna quindi ricordarsi di tamponare e bagnare per bene ogni lesione traumatica provocata dalla potatura o da quant’altro, con un prodotto cicatrizzante utile sia a richiuderle che per tener lontani i parassiti.

Lavanda: il rinvaso
Ci sono due metodi di travaso della lavanda. Il primo consiste nel bagnare in primavera la piantina con abbondante acqua, attendere almeno un’ora in modo che il terreno si compatti, dopodiché se il vaso è di plastica va tagliato con una cesoia, mentre se di terracotta ridotto in cocci, preservando in entrambi i casi la loro sagoma con il terriccio che avvolge le radici. Quest’accorgimento è fondamentale per evitare che queste ultime si possano spezzare o strozzare, pregiudicando la propagazione della lavanda.
Il secondo caso (quello maggiormente consigliato), prevede di acquistare o piantare la lavanda in vasetti di torba in modo che nel periodo primaverile, una volta raggiunta l’altezza di circa 20 centimetri, si può effettuare il travaso. L’utilizzo di un contenitore più grande già preparato con il terriccio adatto, è sufficiente per inserire la piantina con tutto il vasetto di torba, e compattarlo con un’immediata innaffiatura. Con questo metodo il rinvaso della lavanda avviene in modo pratico e nel contempo si arricchisce il terriccio con torba, che ai fini del drenaggio, è un elemento indispensabile per la propagazione di questa pianta.
Lavanda: come riprodurla
Le piante di lavanda possono essere riprodotte attraverso il metodo della talea, che deve essere praticato preferibilmente nel periodo primaverile. Non tutte le stagioni, infatti, sono indicate per trapiantare una pianta delicata come la lavanda all’aperto, dopo averla coltivata in un luogo chiuso e protetto, come la stanza di un appartamento oppure una serra.
Trapiantare le talee di lavanda in altre stagioni significherebbe generare lesioni difficilmente riparabili al sistema di base della pianta, esponendola al rischio di un attacco fatale da parte di parassiti, insetti ed agenti atmosferici troppo aggressivi, come l’eccessivo freddo oppure, al contrario, le temperature troppo elevate dell’estate. Per talea si intende il frammento di una pianta appositamente tagliato e sistemato nel terreno o nell’acqua per rigenerare le parti mancanti, dando così vita a nuovo esemplare. Le talee, che vanno quindi prelevate dalla pianta madre, devono essere provviste di tallone, ovvero di una porzione di tessuto del ramo principale.
Procedimento
La prima operazione da compiere è quella di prelevare con un coltellino ben affilato le talee dagli steli dell’anno, di lunghezza pari a 15 centimetri e provviste di una porzione di tessuto del ramo principale. Il taglio deve risultare netto, utilizzando un coltello o comunque delle forbici ben affilate, di modo da evitare lo sfilacciamento del fusto al livello del taglio. Si procede poi ad eliminare le foglie basali ed a dimezzare, servendosi di un paio di forbici, quelle intermedie, lasciando così solo le foglie poste sulla punta della talea. In questo modo si riduce la superficie fogliare, impedendo la disidratazione della talea. A questo punto bisogna predisporre quanto necessario per mettere a dimora le talee.
Occorre procurarsi una cassetta nella quale va versata una miscela fatta di terriccio universale e torba in parti uguali, dopodiché si procede a piantare le talee prelevate in precedenza. Per quanto riguarda le innaffiature, queste vanno effettuate quando il terriccio si presenta asciutto. Durante la stagione invernale occorre sistemare la cassetta in un luogo dove sia garantita una temperatura minima non inferiore ad 8-10 gradi, in una posizione luminosa. Con l’arrivo della primavera sarà possibile prelevare le talee che ormai avranno radicato e trapiantarle in un vaso, dove dovranno rimanere per almeno un anno prima della messa a dimora definitiva.

A settembre
Nel mese di settembre, le talee di lavanda dovrebbero già essere tutte sfiorite e potate, ragione per cui questo è il periodo utile per procedere alla moltiplicazione di queste ultime. La moltiplicazione risulta a tutt’oggi un metodo piuttosto efficace per poter beneficiare delle numerose proprietà inerenti alle talee di lavanda, circondandosi di conseguenza della loro bellezza e del loro profumo, tenendo lontano al tempo stesso insetti fastidiosi come ad esempio le zanzare e facendo del bene ad altri essere viventi utili come le farfalle e le api che sono attratti da queste piante.
Come usare la lavanda
La lavanda è una pianta edule: i fiori delle sue spighe sono usati in cucina sia per abbellire i piatti che – essiccati – per aromatizzare torte e biscotti, tisane e molto altro. Se sei “poco portata” per la cucina, allora essiccata per farci altro (come fare: rigorosamente appesa a testa in giù, protetta da polvere e umidità da un sacchetto di carta, in un luogo asciutto, ombroso e meglio se ventilato). Potrai poi utilizzarla per profumare la casa (il suo odore persiste per mesi), oppure produrre un oleolito casalingo per il corpo, che puoi usare soprattutto in inverno per lenire mani e piedi secchi “da giardiniera”.