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Alla scoperta del mare italiano tra parchi archeologici sommersi e aree marine protette

Il rapporto tra l’Italia e il mare è antico quanto la nostra storia e, per molti di noi, spiagge e fondali rappresentano non solo luoghi di vacanza, ma anche spazi di cultura: li amiamo, li visitiamo e andiamo alla loro scoperta sentendoci, a volte, dei novelli Indiana Jones.

Elencare tutti i posti d’incanto da visitare è impossibile ma possiamo suggerirne qualcuno davvero particolare. Ecco una guida a parchi archeologici sommersi, santuari, aree marine protette da visitare almeno una volta nella vita sempre rispettando, però, una regola d’oro: il vero turista guarda, ammira ma non tocca, non danneggia né depreda

Dove fare archeologia subacquea in Italia

Il binomio tra il Belpaese e l’archeologia è assai profondo. Quanti di voi, però, hanno sentito parlare di archeologia subacquea?

Negli ultimi decenni le scoperte effettuate nei nostri fondali non sono mancate e alcuni di questi luoghi che raccontano il nostro passato sono ancora oggi visibili anche se si trovano sotto il livello del mare. Se non sapete da dove cominciare, ecco alcune pratiche indicazioni su quattro siti archeologici subacquei davvero da non perdere.

A Baia sott’acqua riemerge l’antica Roma

Siamo ad Ovest di Napoli – tra Pozzuoli, Cuma e Baia per l’esattezza-  e, di fronte ad uno spettacolo naturalistico eccezionale, i turisti potrebbero ignorare ciò che si cela nelle profondità marine: il golfo che si presenta davanti agli occhi dei visitatori è uno dei più ricchi giacimenti di reperti archeologici ammirabili grazie a immersioni guidate ovvero attraverso gite su barche dal fondale trasparente. Come sono finiti tanti edifici sotto il mare? L’area costiera di Baia, nel corso dei secoli, è lentamente sprofondata: lussuose ville ed edifici romani tra Capo Miseno e Punta Campanella finirono così nel fondale e oggi i loro resti sono ancora lì a raccontarci secoli di storia della Roma imperiale

A Ponza la nave americana della seconda guerra mondiale

I ricordi degli sbarchi americani durante la seconda guerra mondiale sono spesso vivi nei racconti di quei nonni che hanno vissuto il grande conflitto. A Cala dell’Acqua a Ponza, nel 1944, un Landing Ship thank, mezzo da sbarco americano, non arrivò alla riva perché venne affondato da una tempesta.

Oggi i subacquei possono ancora scorgere le due parti nelle quali si spezzò il relitto adagiate sulla meravigliosa sabbia bianca dell’isola laziale. Sul portale web Visit Lazio, si suggerisce di prediligere le belle giornate di sole per poter godere del fondale luminoso. 

Isole Tremiti: quanti relitti (da ammirare)!

Le Isole Tremiti si trovano al largo del Gargano e sono luoghi meravigliosi per chi adora il mare e le immersioni, non solo a scopo naturalistico. A diverse profondità sono presenti resti di relitti romani dai quali sono stati recuperati numerosi reperti e soprattutto tante delle anfore trasportate. Questo tratto di mare era, infatti, ricco di scambi commerciali: pensate a quanto è vicina la Grecia, tanto per cominciare. Nel corso dei secoli, trovandosi ad un passo dalla penisola italica, le Tremiti hanno attratto gli interessi stranieri anche per la loro posizione strategica. Ciò portò questi luoghi a divenire scenario degli scontri tra la Serenissima e i turchi. Nel 1566 una galea della flotta turca venne abbattuta da una tempesta, finendo a circa 30 metri di profondità. A naufragare nel 1864 fu, invece, il piroscafo lombardo utilizzato addirittura da Giuseppe Garibaldi e che ancora oggi è adagiato sul fondale a raccontarci la sua storia e quella della nostra Italia.

Sicilia: un’isola, tantissimi itinerari archeologici subacquei

La Sicilia è un’isola ricca di meraviglie ben salde sulla terraferma, ma, come forse non tutti sanno, anche disseminate negli abissi dei fondali. Oltre alle bellezze naturalistiche, è possibile scoprire anche ricchi percorsi archeologici. Visitando le pagine web della Soprintendenza del Mare siciliana è possibile attraversare queste rotte nello spazio  ma non solo: quello dell’Isola delle Femmine – all’interno del progetto “S.UND.A.I. Sustainable Underwater Archaeological Itineraries Project“- è diventato il prototipo di itinerario culturale che risponde alle esigenze di chi vuole conoscere i meravigliosi tesori sommersi, proteggendoli anche dai cosiddetti “tombaroli del mare” e, al contempo, preservando la purezza di questi scenari dall’inquinamento ambientale e rispettando il paesaggio marino. 

Alla scoperta delle aree marine protette

Avete mai sentito parlare di aree marine protette? In italia ne esistono 29 alle quali si aggiungono 2 parchi sommersi. Come si può leggere sulle pagine del Ministero per la Transizione Ecologica, si tratta di “ambienti marini, acque, fondali e tratti di costa prospicienti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche, con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere nonché per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono”. 

Oggi in Italia queste aree ricoprono circa 228 mila ettari di mare e 799 chilometri di costa. Ad oggi le aree marine protette istituite sono Capo Caccia – Isola Piana, Capo Carbonara, Capo Gallo – Isola delle Femmine, Capo Milazzo, Capo Rizzuto, Capo Testa – Punta Falcone, Cinque Terre, Costa degli Infreschi e della Masseta, Isole Egadi, Isola dell’Asinara, Isola di Bergeggi, Isola di Ustica, Isole di Ventotene e Santo Stefano, Isole Ciclopi, Isole Pelagie, Isole Tremiti, Miramare, Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre, Plemmirio, Porto Cesareo, Portofino, Punta Campanella, Regno di Nettuno, Santa Maria di Castellabate, Secche della Meloria, Secche di Tor Paterno, Tavolara – Punta Coda Cavallo, Torre del Cerrano, Torre Guaceto. A queste si aggiungono i parchi sommersi di Baia e di Gaiola. 

Si può visitare un’area marina protetta?

Il fatto che un’area marina sia protetta non vuol dire che sia del tutto inaccessibile: esse generalmente sono divise in tre zone (A, B e C). La massima protezione riguarda la zone A che risulta del tutto inaccessibile per chi non rientra nella categoria degli “addetti ai lavori” perché si vogliono evitare danni o anche solo disturbi all’ambiente. Nella cartografia tale area è indicata in rosso.

In giallo, invece, sono delineate le zone B nelle quali gli organismi di gestione consentono alcune attività di fruizione dell’ambiente ….ma attenzione a rispettare le regole. 

L’azzurro – il colore del mare –  è usato per individuare le Zone C dette “di riserva parziale” ove si estendono altre tipologie di attività consentite, sempre secondo le regole dell’organismo di gestione. 

Ogni parco marino ha le sue peculiarità ed ognuno di essi merita di essere visitato. Per farvi venire la voglia di farlo, all’interno delle regole che consentono di goderne senza recare danni alla flora e la fauna subacquea, vi raccontiamo alcune delle esperienze che potreste vivere (oltre a quelli già suggeriti per i percorsi archeologici). 

Capo Rizzuto: navigare sotto il mare ammirando la posidonia

Ogni anno l’area marina protetta di Capo Rizzuto attira migliaia di visitatori: oltre agli esperti subacquei, tutti possono godere dello spettacolo sottomarino salendo a bordo dei battelli che,  grazie al loro sfondo trasparente, consentono di viaggiare letteralmente sommersi alla scoperta delle praterie di Posidonia e dei coloratissimi pesci. Si salpa dalla suggestiva Le Castella e, lungo il viaggio, si può anche fare un bagno nel corso di una sosta in alto mare. Gli amanti dei cieli stellati non potranno perdere l’occasione di una crociera notturna.

Torre Guaceto: tra mare e terra

L’area marina di Torre Guaceto si trova a nord di Brindisi ed è un luogo davvero ricco di biodiversità sia di tipo vegetale – ove a primeggiare è la posidonia – che animale per i pesci e gli uccelli che accoglie. Pensate che, tra scogli e le dune, il fratino sceglie questi luoghi per nidificare. È una riserva che si può vivere a 360°: dal mare con attività come lo snorkeling alla vela, alle attività di terra come le escursioni in bici o a piedi a contatto con la natura, magari facendo birdwatching. Pensate poi che una parte della riserva terrestre ospita coltivazioni agricole che producono, tra l’altro, un presidio agricolo slow food: il pomodoro fiaschetto. All’interno della riserva è inclusa l’oasi WWF. Come riportato sulle pagine del sito della nota associazione ambientalista, qui possono essere avvistate le tartarughe caretta caretta e, al largo, non troppo lontano, anche le balenottere. Pensate che i più giovani possono anche partecipare ai campi estivi ovviamente all’insegna del rispetto dell’ambiente.

Area marina protetta nel parco delle Cinque Terre

Anche se non ci siete mai stati, se avete avuto modo di vedere Luca, il cartone della Disney, probabilmente il nome di questa area marina protetta vi suonerà familiare: siamo nel parco delle Cinque Terre in Liguria. Qui si può ammirare una grandissima biodiversità grazie alle diverse caratteristiche dei fondali, alle correnti nonché alle variazioni di salinità e intensità della luce. Itinerari a nuoto, subacquei, in kayak vi porteranno alla scoperta di queste magiche terre. Tra le diverse proposte sottomarine vanno segnalate anche quelle dedicate alle persone diversamente abili che consentono a tutti di vivere un mare senza barriere. 

Alla scoperta del Santuario dei Cetacei

Continuando, nel nostro viaggio, la nostra visita alle Cinque Terre non possiamo che proseguire e concludere raccontandovi del Santuario Internazionale dei mammiferi marini, comunemente detto dei Cetacei che comprende un’area ricompresa tra Francia, Liguria, Toscana e Sardegna e che è stato istituito nel 1991 per proteggere ed osservare queste specie tanto grandi quanto fragili.

Il vostro sogno è sempre stato quello di avvistare una balena? Avrete modo di esaudire questo desiderio con un’escursione alla ricerca di una delle specie che popolano l’area: fra balenottere, stenelle, capodogli, tursiopi, grampi, foche monache e delfini anche voi, per un giorno, potrete sentirvi dei provetti ricercatori marini.

Queste sono solo alcune delle meraviglie che i nostri mari ci raccontano, chiudiamo ricordando che ogni angolo sottomarino e emerso può essere ammirato, in punta di piedi o di pinne, nel rispetto di tutto ciò che ci circonda.

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