La scuola, il parco, la sala giochi del paese, sono luoghi che dovrebbero favorire la socialità e la nascita di nuove amicizie che si sviluppano poi, anche non frequentandosi con regolarità, grazie alle nuove tecnologie che consentono di comunicare a distanza e con una certa frequenza.
I nuovi media, i social network soprattutto, non vengono però sempre usati in maniera corretta o con il fine di socializzare e consolidare amicizie ma vengono scambiati per piazze pubbliche dove mettere alla gogna ragazzi timidi, chiusi o con qualche difficoltà a relazionarsi e a integrarsi con il gruppo. Basta un pc, un tablet o anche solo uno smartphone perché, in pochi minuti, un’immagine o un video diffamatori facciano il giro della scuola prima e del web poi.
Il cyberbullismo è infatti un fenomeno molto grave perché rispetto al bullismo, riesce a danneggiare la reputazione delle vittime in un tempo notevolmente più breve e in una comunità molto più ampia perché innanzitutto i contenuti, una volta pubblicati, possono riapparire a più riprese in luoghi diversi e in secondo luogo, è difficile se non impossibile, cancellare le tracce di un video o di una foto che gira su internet.

Tuo figlio è vittima di bullismo? I segnali da non sottovalutare

Quali segnali cogliere?
Quando i fatti di cronaca ci raccontano di atti di bullismo o di cyberbullismo finiti in tragedia, nella quasi totalità dei casi i genitori e gli insegnanti ne erano all’oscuro perché non hanno modo di accedere alla comunicazione in rete dei propri figli/alunni.
Le vittime hanno spesso remore a parlare perché provano già molta vergogna di fronte a gente sconosciuta che non riescono a confidarsi con chi gli è più vicino.
Gli indizi del cyberbullismo non sono facilmente riconoscibili ma vi sono alcuni segnali rivelatori: se il ragazzo appare afflitto, offeso, arrabbiato, si ritira in se stesso, accusa spesso mal di testa, mal di pancia, problemi di sonno e le sue prestazioni scolastiche segnano improvvisamente un calo ma soprattutto se non vuole più andare a scuola ed evita le gite e il contatto con i suoi amici o compagni di scuola, c’è sicuramente un problema e bisogna indagare.

Bullismo e cyberbullismo sono differenti

Le differenze tra bullismo e cyberbullismo
Il bullismo tradizionale differisce dal cyberbullismo per alcune caratteristiche specifiche.
Innanzitutto il web e la sua immensità sono dalla parte del molestatore che ha modo di nascondersi molto bene dietro all’anonimato e alla difficoltà, per un utente medio, di risalire all’identità del molestatore.
Inoltre, l’assenza di confini spazio temporali, rende le molestie “digitali” infinite e la pressione psicologica sulla vittima diviene costante e senza tregua.
Questo è il motivo per il quale può esserci un intenso livello di sofferenza che intaccherà la vita della vittima sia dal punto di vista relazionale che personale con gravi effetti sull’autostima, sulle capacità socio affettive, sul senso di autoefficacia, sull’identità personale.
Nei casi più estremi le vittime arrivano a idee suicidarie che in qualche caso, purtroppo, portano a compimento.

Cyberbullismo: cosa fare?

Come difendersi dal cyberbullismo
Per difendersi dal cyberbullismo il dialogo con i genitori e con gli insegnanti è l’arma migliore.
Nella fase pratica, oltre al dialogo, sarebbe bene cambiare indirizzo di posta elettronica e non frequentare più o per un po’, siti e chat in cui opera il cyberbullo, non dare corda al persecutore supplicandolo di smettere per esempio o creando risse verbali.
In ultimo, insieme ai genitori, si dovrebbe contattare la Polizia Postale e delle Comunicazioni o i Carabinieri senza attendere che i fatti diventino gravi.
Affinché il ragazzo si riprenda completamente e riacquisti fiducia in sé stesso, sarebbe importante cominciare un percorso di risalita affiancando al ragazzo una persona esperta come uno psicologo adolescenziale.