Arriva il momento, nella vita di ogni neo-genitore, in cui sembra crollare qualsiasi certezza.Il b

Arriva il momento, nella vita di ogni neo-genitore, in cui sembra crollare qualsiasi certezza.
Il bambino, che fino a quel momento era stato un tenero prolungamento di mamma e papà, affettuoso e propenso alla collaborazione, cambia in modo repentino. I poveri genitori non possono che restare basiti davanti a questa trasformazione improvvisa che restituisce un bambino cocciuto e difficile da trattare. Risulta complicato capire come e perché, il frugoletto che si affidava totalmente e incondizionatamente a mamma e papà, abbia fatto spazio a quel piccolo testone, dalla ribellione facile e la cui parola preferita pare essere “no”!

Questa tappa della crescita è conosciuta come Terrible twos ed è il motivo per cui molti genitori temono fortemente lo spegnimento della seconda candelina.
Ogni bimbo segue ovviamente un percorso del tutto personale, non esiste una linea marcata che determini l’ingresso nella fase “terribile” al compimento del secondo anno di vita. Tendenzialmente possiamo dire però che questo particolare momento può iniziare tra l’anno e mezzo e i due anni, per poi vedere la sua conclusione intorno al terzo compleanno del bambino.

Ciò che ogni genitore dovrebbe tenere sempre a mente è che, in realtà, questa è una fase importante e meravigliosa per il proprio figlio: cresce, si evolve e scopre in sé stesso, poco alla volta, un individuo con una volontà e una personalità distinte rispetto a quelle di mamma e papà. Si tratta di un momento affascinante, nonostante metta molti genitori a dura prova!
Il piccolo di casa quindi non ha smesso di amare o tenere in considerazione repentinamente coloro che, fino al giorno prima, erano il fulcro del suo universo. Il bambino sta semplicemente prendendo coscienza e consapevolezza del proprio “io”.
Ora ha bisogno di una guida sicura e di istruzioni per l’uso. Le stesse di cui necessita ogni genitore che si accinge ad affrontare questo passaggio.

Terrible twos: istruzioni per l’uso

Arrivano con lo spegnimento della seconda candelina e spaventano anche il genitore più temerario. In realtà non sono altro che una meravigliosa tappa della crescita da gestire con consapevolezza

Lo spegnimento della seconda candelina del figlio rappresenta, per molti genitori, un momento delicato e decisamente impegnativo! È risaputo infatti che capricci e ribellione sono proprio dietro l’angolo.
Si sta entrando in modo repentino nella fase nota ai più con il nome “Terrible twos”, espressione anglofona che vuole sottolineare proprio la turbolenza caratteriale dei piccoli a quest’età.
Questo momento definito “terribile” è in realtà una tappa meravigliosa della crescita di un bambino, l’istante molto speciale in cui avviene la presa di coscienza di sé e della propria personalità.

La scoperta del proprio “io” ovviamente non è cosa facile da sostenere e il tentativo di affermarsi passa in modo naturale attraverso la ribellione e la parola “no”!
La consapevolezza del genitore, riguardo agli atteggiamenti del proprio bimbo, può diventare uno strumento fondamentale per affrontare questa breve ma difficile fase di crescita con la lucidità e la calma necessarie.

La prima cosa da fare è armarsi perciò di tanta pazienza per far fronte alle piccole grandi difficoltà quotidiane e mettere in conto che, nel tentativo di trovare le giuste chiavi comunicative per il piccolo che si ha di fronte, sarà possibile anche incorrere in errore. Niente sensi di colpa o sconforto però, la cosa importante è far tesoro di ogni via che si è percorsa per sviluppare un rapporto sereno con il proprio bimbo, anche se si trova nella fase espressiva più “terribile”. Amore, consapevolezza e un pizzico di creatività saranno le carte vincenti per superare questo delicato momento e crescere insieme!

La chiave per una comunicazione efficace è la consapevolezza

Il primo strumento che un genitore ha per gestire il momento dei Terrible twos è la consapevolezza. Sapere il perché il proprio figlio agisce in un determinato modo aiuta a mantenere un atteggiamento corretto e, soprattutto, la calma!

Il bambino in questa fase scopre quindi di essere un’entità separata rispetto alla figura materna dalla quale, fino a quel momento, è dipesa la sua sopravvivenza. Non ha ancora imparato però a gestire la sua personalità e l’unico modo che ha per affermarla è quello di ribellarsi, di dire “no”.
È importantissimo quindi ripetersi costantemente che, quelle del proprio bimbo, non sono battaglie derivanti da uno spirito di sfida nei confronti dei genitori. Non c’è nulla di personale!
Molto più semplicemente la scoperta del proprio “io” inizia a generare un naturale desiderio di indipendenza che lo porta a voler agire da solo in molte situazioni e a non accettare a priori aiuti o imposizioni.

Partire quindi dal nuovo punto di vista di dover offrire un supporto al proprio figlio, per aiutarlo a gestire la nuova scoperta dell’io, piuttosto che da quello di chi pensa di dover contrastare atteggiamenti sbagliati e capricci mette dunque nella condizione di trovare le giuste chiavi di comunicazione con pazienza e lucidità.

Semplici regole e comunicazione diretta

In questa fase le regole poste dai genitori devono essere molto semplici, ma ferme.

Il bambino, tanto per cominciare, è portato ad avere un’immagine di sé molto simile a quella di un supereroe, al quale tutto è concesso. Non vede, e spesso non conosce, il pericolo e sta al genitore porre i divieti fondamentali volti alla sua protezione. Questi divieti non sempre verranno ascoltati perché ricordiamo che un bambino nella fase dei Terrible twos non tollera le imposizioni.
Tuttavia ci sono delle regole non trattabili che devono essere ribadite con costanza, affinché possano essere assimilate.
Occorre pertanto fare grandi scorte di pazienza per ripetere costantemente i “no” fondamentali, che dovranno essere accompagnati e sostenuti da gesti esaustivi volti ad allontanare delicatamente, ma in modo fermo, il bambino dalla situazione potenzialmente pericolosa.

Il linguaggio utilizzato inoltre deve essere appropriato all’età del bimbo. Dilungarsi in inutili spiegazioni non serve a nulla, se non a confondere.
Pochi paletti, ma molto chiari. Questa è l’unica ricetta possibile.
Occorre quindi comunicare in modo semplice e diretto per aiutare a visualizzare, fornire punti di riferimento concreti. Se ad esempio il piccolo di casa non vuol saperne di lasciare il parco, piuttosto che annunciare in modo solenne che “due minuti e si va a casa”, è senz’altro molto più appropriato e proficuo concedere ancora “due tiri di pallone”.
Il bambino deve poter comprendere chiaramente quanto gli stiamo dicendo. Questo lo renderà più collaborativo e ricettivo.

Sorrisi e creatività per gestire i momenti “terribili”

Convincere un piccolo di due anni, in piena fase “terribile”, a fare qualcosa di cui non ha voglia è tutt’altro che semplice!
Momenti ordinari della giornata, come la vestizione o il pranzo, possono trasformarsi in vere e proprie maratone per il povero genitore!
È bene sapere che, con un pizzico di creatività, si possono mettere in atto tante piccole idee furbe per portare il bambino a fare ciò che deve.
Porre un accento ludico su determinate attività quindi può rivelarsi una carta vincente, utile a evitare contrasti e a raggiungere obbiettivi concreti senza ulteriore stress.

Se ad esempio il nostro bimbo non volesse vestirsi, fingere di voler indossare la sua maglietta a tutti i costi potrà indurlo a farsela infilare di corsa. Se non volesse mangiare, fingere di creare per sé un boccone dal suo piatto per poi distrarsi subito dopo lo indurrà a “rubarcelo”.

E ancora: inventare piccole gare, offrire due alternative tra cui possa scegliere, ridere e utilizzare il proprio senso dell’umorismo fingendo magari di non riuscire a fare qualcosa, usare l’immaginazione per creare storie e attività da fare insieme. Sono tutti metodi per indurre il bambino a svolgere un compito o un’attività fondamentale della giornata in modo più semplice e soprattutto sereno!

Il tempo per sperimentare

Nel loro momento deliziosamente “terribile” i bambini hanno una sete incredibile di sperimentazione. Tutto incuriosisce, tutto sembra nuovo e meraviglioso! Non esistono pericoli o vincoli.

È importante in questa delicatissima fase essere guida e supporto, non un ostacolo. Contrastare il bambino su tutto può diventare solamente fonte di frustrazione reciproca e quindi di inevitabile scontro.
Lasciare, al contrario, al proprio figlio la possibilità di soddisfare la sua naturale curiosità, laddove la situazione non generi rischi per il piccolo, aiuta a mantenere un giusto equilibrio e consente al bambino di crescere attraverso l’esperienza.

E ancora, dedicargli più tempo possibile, per accompagnarlo nel maggior numero di scoperte a cui si riesca a partecipare, andrà a rispondere anche alla costante richiesta di attenzione, normale per un piccolo di quest’età.
Nonostante la loro voglia di indipendenza, infatti, i bimbi in questa fase hanno ancora un grande bisogno di sentirsi al centro dell’universo di mamma e papà e, spesso, l’atteggiamento scontroso diventa un modo per attrarre su di sé i genitori.
Dopo un momento “terribile”, costellato di strilla e strepiti, è fondamentale pertanto incrementare la propria offerta di tempo di qualità e, soprattutto, le proprie conferme d’amore.

Infine, mai farsi prendere dallo sconforto o dai sensi di colpa, anche nei momenti più duri.
Teniamo sempre a mente che i Terrible twos passano in fretta e che, nonostante tutte le regole e i manuali, devono essere affrontati in modo personale perché ogni bambino è unico, così come il rapporto che lo lega ai suoi genitori.

Riproduzione riservata