Catcalling: le vostre testimonianze

Alle nostre stories sul profilo Instagram di @dmnow avete risposto in tantissime, raccontandoci la vostra esperienza di molestie in strada. Ecco alcune testimonianze che abbiamo raccolto, tutte in forma rigorosamente anonima.

Avremmo preferito non riceverne, perché vorremmo che di storie come le vostre non ne esistessero più. Eppure, il fenomeno delle molestie femminili in strada – anche detto Catcalling – è molto più comune di quanto crediamo. Tanto comune da aver influenzato in modo sottile i nostri comportamenti. Perché, se ci pensiamo bene, quante volte abbiamo avuto paura di rientrare a casa da sole di notte? E quante volte abbiamo evitato – anche inconsciamente – di vestirci in un certo modo perché sapevamo che saremmo tornate tardi a casa? Tante. A confermarcelo siete anche voi: “Alcune volte è bastato indossare un tacco di 5 cm e una gonna fino alle ginocchia… da allora ho paura”, racconta V., mentre M. dice: “Io non esco se non so che qualcuno può accompagnarmi a casa”.

Storie di ordinaria paura verrebbe da dire, anche se di ordinario, questo tipo di paura, non dovrebbe avere proprio niente. Spesso, oltre a essere vittime di apprezzamenti pesanti o di vere e proprie molestie, ci vergognamo anche a parlarne. A volte ci sembra quasi normale, oppure ci sentiamo addirittura in colpa. “Un tizio, in stazione a Milano, mi ha detto quasi sottovoce: ‘ti leccherei tutta’. Mi sono sentita io in colpa”, racconta P.

Molte di voi ci hanno raccontato di molestie subite di notte: “Un uomo di notte mi supera, mi guarda, si ferma e mi insegue. Conoscevo molto bene i vicoli più nascosti e sono riuscita a scappare. Ero sola e il cellulare era morto”, ci scrive G., mentre P. ci racconta un episodio in auto: “Una notte sono stata inseguita mentre ero in macchina. Mi sono diretta verso un commissariato di polizia suonando il clacson”.

Alcune volte avere la prontezza di fare una chiamata può intimidire il molestatore, come nel caso di P., che ci racconta: “Una volta un uomo mi ha inseguita fino al parcheggio della mia solita palestra, al buio. Io gli sono andata incontro e gli ho chiesto chi fosse e cosa volesse. Lui ha incominciato a ridere di me. Ho fatto finta di telefonare e sono corsa via come il vento”. Anche M. ci racconta come una telefonata l’abbia salvata da un molestatore: “Ho sentito dei passi dietro di me e un uomo dirmi ‘Vai piano’. Ho iniziato a correre e a chiamare un amico al telefono. Poi mi sono accodata ad altre due persone e l’uomo non c’era più. Non riesco più a fare quella strada e non esco più da sola da tanto tempo”.

Ma gli episodi di catcalling non accadono solo di notte. Tante di voi ci hanno riportato di essere state molestate anche durante il giorno: “Tornavo da scuola a piedi, avevo 16 anni ed era pieno giorno. Una macchina si ferma e inizia a inseguirmi vicino al marciapiede. Avevo una paura indescrivibile. Poi per fortuna una signora si è fermata per chiedermi se fosse tutto ok e la macchina è fuggita via. Non oso immaginare cosa ho evitato”, ci scrive V.

Sono tantissimi poi i casi di apprezzamenti pesanti e volgari: “A Venezia, in mezzo ad altra gente, un tizio mi apostrofa così: ‘Madonna quanto sei figa, ti sbo**erei in faccia’. Sono rimasta basita”, scrive S., mentre M. ci racconta: “Un uomo in macchina si è fermato con la scusa di chiedermi informazioni e invece si stava masturbando”. E ancora: “Erano le 15 e mi recavo all’università. Uno si accosta chiedendomi un po**ino. Sono scappata subito”, scrive N.

Tutte testimonianze che ci fanno capire quanto il fenomeno del catcalling sia diffuso e urgente. A rispondere a questa urgenza sono organizzazioni e collettivi come Donnexstrada, una pagina Instagram nata per raccogliere in tempo reale le richieste di aiuto di donne che si sentono in pericolo per strada. Scrivendo un messaggio di aiuto al profilo, viene fatta partire una diretta. Un modo per intimidire il molestatore, ma anche per fare compagnia e tranquillizzare le donne che hanno paura. L’idea del profilo è nata da Laura De Dilectis dopo l’omicidio di Sarah Everard a Londra. In poche settimane, il profilo è passato da 800 a 67 mila follower. E il team intanto si allarga, con volontarie in varie città italiane che rispondono giorno e notte alle richieste di donne in difficoltà. Una rete di donne per le donne che agisce in modo concreto contro questo genere di molestie.

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